Marocco

…au revoir Morocco!!!

Dopo aver trascorso la notte ancora nella nostra “casa” di Marrakesh, si riparte per una “day-excursion” alle cascate di Ouzoud, circa 3 ore a nord di Marrakesh. Devo dire che questa volta la Lonely Planet le aveva un po’ sottovalutate e poco sponsorizzate invece sono davvero state una bellissima sorpresa e ci sono piaciute moltissimo!!! Durante il tragitto il nostro driver marocchino, questa volta insolitamente molto nero di pelle ed uguale al protagonista del “Ultimo Re di Scozia”, ci ha fatto attendere un po’ prima con una sosta per fare benzina (farla prima no???)…e poi con una sosta senza senso all’autolavaggio (il furgoncino era già in pessime condizioni e date le strade ed il tragitto di montagna si è sporcato dopo 10 metri usciti dal lavaggio…bah???…ancora ci penso…)

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Comunque…arrivati sul posto iniziamo a scendere lungo un sentierino attorniato da varie bancarelle e ristorantini che ti invitano a provare le loro specialità e piano piano si arriva ad un punto panoramico da cui si scorgono le cascate in lontananza…niente male e sono più grosse del previsto!..Scendiamo a capofitto lungo il sentiero per arrivare in fondo dove la caduta dell’acqua finisce nel piccolo torrente…sono davvero imponenti e anche tutto il paesaggio è davvero bello!!!…qualche, cioè tante, foto aiutati dal supporto dei “tre bulgari”, tre signori vecchiotti dell’est europa che sono fantastici…vestiti elegantemente tutti e tre sn secondo noi alle prime volte cn una la macchina fotografica e cosi sprecano scatti all’infinità con varie pose simultanee alternandosi in migliaia di foto e strane posizioni!!! Dopo una sosta in uno dei tanti ristorantini panoramici vista cascate proseguiamo con il sentiero e incrociamo anche alcune scimmie in libertà che ci scorrazzano al lato…poi proseguiamo verso l’alto e raggiungiamo la sommità della montagna dalla quale il piccolo torrente si trasforma di colpo nella grande cascata. Davvero suggestivo e assai pericoloso affrontare il sentierino a strapiombo di questa montagna di fango e roccia ed avvicinarsi su questi massi dove ti accorgi guardando in giù che un metro più in là non c’è sotto più niente!!…Davvero una bella gita per la bellezza di queste cascate e per la location ancora selvaggia e un po’ etnica!

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 La mattina dopo sveglia ancora presto e via con il bus locale verso ovest, verso l’Oceano Atlantico, verso Essaouria. Essaouria cittadina sul mare dal fascino mistico e piratesco oserei dire…l’oceano e le sue onde che si infrangono fragorosamente sulle mura che contengono la bianca medina e le sue strette viuzze protette dall’Unesco, la nebbiolina un po’ surreale che si percepisce ammirando gli scogli e le isolette al largo con sottofondo il verso delle migliaia dei gabbiani che si incrociano al porto o camminando tra i vari cannoni che giacciono ancora sui bastioni da cui si scattano le classiche foto da copertina della città…e poi ancora il rumoroso porto con l’asta del pesce per poi finire in relax sulla distesa ed ampia spiaggia per gustare un tajine o una pastilla di pesce. Tutto questo è Essaouria e non solo…una bel posto piccolino e ottimo da visitare in due giorni girovagando tra le botteghe di artigiani e le bancarelle del centro e poi prima di rientrare in riad, dato che la notte non è molto raccomandabile stare in giro visto un po’ la brutta gente che gira, essere fortunati come noi e godere di un favoloso sunset dalle mura della medina oppure dalla terrazza di uno dei tanti barettini-ristoranti con un’immancabile tè alla menta da gustare osservando l’oceano ed i suoi  colori fantastici al tramonto!Al rientro non abbiamo voglia di riaffrontare il casino di gente e la notte tra i vicoli bui della medina di Marrakesh e cosi ci affidiamo ad una elegante e squisita cena in riad preparata con cura dallo staff cordiale della Riad Eden.

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Bene, soddisfatti da tutto ed avendo visitato e vissuto tutto ciò e anche oltre quello che si voleva visitare non ci resta che rientrare a Marrakesh, ultimo giretto nei souk per un po’ di contrattazioni per lo shopping finale e quache regalo e poi ultima notte in riad…salutiamo Emmanuel e il suo cordiale staff e salutiamo questo meraviglioso paese. Una bella sorpresa il Marocco, cosi vicino a noi (solo 3 orette di aereo) e cosi diverso…a tratti ancora autentico ricco dei suoi colori, dei suoi odori, ricco di quel fascino arabo-orientale che lo contraddistingue (e che nella mia testa mi ha ricordato spesso e volentieri l’India). La splendida compagnia di questo viaggio…la varietà dei suoi paesaggi dal mare, alle montagne, al deserto, le città imperiali, i canyon, le cascate e le antiche fortezze da esplorare lo rendono appetibile per un altro viaggetto per scoprire e vivere nuove esperienze…quindi…au revoir MOROCCO…a presto!

…verso il deserto del Sahara…Insha’Allah!!!

Dopo aver assorbito i primi due giorni molto intensi di Marrakesh il lunedi mattina siamo pronti per un escursione di tre giorni che ci porterà ad esplorare il marocco centrale verso est oltrepassando il monte Atlante, attraverso gole di roccia stile canyon, per poi percorrere la via delle mille kasbah (le antiche fortezze arabe) fino ad arrivare a pochi km dall’Algeria là dove comincia il grande deserto del Sahara!!!

Decidiamo di affidarci ad una delle tante agenzie locali che organizzano varie escursioni e cosi zaino in spalla di mattino presto ci troviamo su un piccolo furgoncino in compagnia di due messicane, uno spagnolo, un’allegra famiglia sudcoreana con figlia di 8-9 anni a seguito, una coppia di NewYork anche se lui di origine venezuelana e un’altra coppia greco-olandese! Aggiungiamo poi il driver marocchino che sa fare il suo mestiere ed infatti si destreggia in maniera disinvolta tra stradine strette, curve e precipizi niente male per raggiungere il passo di montagna del Tizi Tichka (2000m circa) che mostra però panorami e vedute bellissime dell’imponenete Atlante da cui spuntano le cime innevate delle montagne che raggiungono i 4000 metri! (eh già per chi non lo sapesse qui c’è la seconda montagna più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro e ci sono anche alcuni impianti sciistici!!!)

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Prima minitappa è la kasbah di Ait Benhaddou (anche questa inserita nella lista Unesco) ed inoltre set cinematografico di alcune scene del Gladiatore e di Lawrence d’Arabia. Davvero bellissima in una posizione spettacolare; poggiata alle pendici di una montagna di roccia rossa, raggiungibile solo traversando un fiumiciattolo o cn un piccolo ponticello e alla base le verdi palme che creano un contrasto di colori davvero magnifico! È bello anche esplolare questa antica fortezza di fango disabitata o quasi, dato che ci sono solo alcune persone che provano a venderti vari oggetti, e salire poi verso l’alto tra viuzze strette per vedere tutto quanto da una bella prospettiva.

Dopodichè sosta cibo (squisito tajine di pollo con prugne e mandorle) nella cittadina di Ouarzazate, questa cittadina niente di speciale però…utile per la sua posizione geografica e famosa per essere la Hollywood del Marocco, infatti ribatezzata Ouallywood! Nel pomeriggio inoltrato raggiungiamo le valle delle gole del Dades; una stretta valle di montagna dominata da pareti rocciose che si illuminano al calar del sole e che spesso si presentano con strane formazioni che lasciano un po’ di stupore. Dopo varie soste con il furgoncino per le varie foto di rito nella risalita della valle raggiungiamo il nostro “hotel” per la notte. Il freddo si fa sentire e soprattutto l’umidità siccome l’hotel è proprio incastonato nella valle buia tra due pareti rocciose ed un fiume al lato. Tutti quanti infreddoliti ci ritroviamo a mangiare ad una bella tavolata e si socializza col gruppone; scopriamo il buonissimo italiano del venezuelano dato che ha il padre di Roma, conosciamo meglio la famigliola coreana e ascoltiamo le strane storie del greco-olandese  (si scopre che è un’esperto di fossili e minerali ed infatti ha un museo a Rodi sotto il suo ristorante, ed è in Marocco per consegnare una foto ad una sua amica che non vede e non sente da 20 anni o qualcosa del genere…).                

Atlante, deserto, Sahara, kasbah, ait benhaddou, merzouga, cammello, dades, todra, canyon, gole, dune di sabbiaDopo la cena e la prima colazione si riparte ancora infreddoliti per raggiungere le altre gole poco distanti…Todra Gorges. Prima di raggiungerle si fa tappa e visita con una guida locale berbera ad un palmeto ed annesse coltivazioni + visita ad una famiglia locale fabbricanti di tappeti che ci spiegano e ci avvicinano un po’ alla cultura berbera imparando anche qualche parolina…(conosciamo infatti anche quella che poi sarà la frase del viaggio: Insha’ Allah = se dio vuole). Procedendo in questa vallata ad un certo punto si scende dal furgoncino e ci si accorge di essere nel bel mezzo di un vero canyon con le alte pareti verticali di roccia ai lati e la stradina in fondo appoggiata solamente da un corso d’acqua. Qui ci sta una foto con salto anche se il risultato non è un granchè, comunque ci godiamo il momento ripercorrendo a ritroso un pezzo della stradina lungo il fiume ed infatti mi sento molto Indiana Jones con il mio cappellino avventuriero da esploratore e tutto attorno l’arancio-rosso del canyon!!!

Di nuovo sul fugoncino si riparte nel pomeriggio…questa volta l’obiettivo si chiama deserto del Sahara!!! Per raggiungerlo superiamo la zona pre-sahariana composta essenzialmente da una desertica distesa di rocce con la sola strada dritta dritta a spezzare questo paesaggio stile film made in USA con le stradine nel nulla che si perdono all’orizzonte. Finalmente si intravedono le dune là in lontananza, sembrano montagne rosse morbidissime, piano piano si avvicinano a noi e la voglia di tutto il gruppo di buttarsi all’interno è crescente ogni metro che passa. Cosi giù dal furgoncino e su in sella ai cammelli (tecnicamente dromedari) partiamo accompagnati da due berberi per la carovana nel deserto. La partenza purtroppo è un po’ ritardata a parer mio e cosi non riusciamo a goderci a pieno il sunset nel deserto, però il fascino del deserto è talmente forte che è davvero una ficata “cammellare” tra queste alte dune di sabbia arrossite dall’ultimo sole della giornata. Le due nostre guide berbere già si rendono simpatiche; uno tira il gruppone e l’altro prende tutte le macchine fotografiche una ad una e corre di qua e di là come un matto sulla sabbia per scattare queste immagini che saranno poi un bel ricordo per tutti! La cammellata è abbastanza lunga, anche troppo direi, circa un’ora e trenta per raggiungere l’accampamento, però durante il percorso è bello abbandonarsi e godersi il momento…chiudere gli occhi per un istante…e poi quando li riapri ti rendi conto di essere in Africa, nel nulla del deserto più famoso del mondo e stai cammellando in mezzo a queste grandi dune…bello eh???…è li che ti realizzi e ci sta una battuta presa dal film Marrakesh Express:….guarda dove ti ho portato ah??? Arriviamo che ormai è sera, scopriamo al buio con l’aiuto di pile elettriche il nostro accampamento composto dalle varie tende e da un lungo tavolino basso su cui ci beviamo il consueto te alla menta di benvenuto. Mentre le nostre guide preparano la cena siamo tutti quanti sdraiati vicino al tavolo ad ammirare il cielo a 360 gradi…è pazzesco…le stelle la fanno da padrone riempiendo ogni quadratino del cielo e vediamo in diretta anche un paio di stelle cadenti…uno spettacolo! Dopo la cena il berbero ci intrattiene a ritmo di bonghi mischiando il suo spagnolo-inglese-francese e anche arabo con vari aneddoti e barzellette del tipo…come faccio a mettere un cammello nel frigo in tre mosse? E successivamente…come faccio a mettere un elefante nel frigo in 4 mosse? (a voi la soluzione…o come diceva lui con il suo vocione…give up???) L’atmosfera generale è davvero speciale e poco dopo il berbero ci invita a fare un giretto di notte nel deserto sulla grande duna vicino,o cosi sembrava…eh già…si intravede l’ombra della duna e si inizia a salire sulla cresta ma è parecchio faticoso; si sprofonda come quando si è nella neve fresca, fa freddo e c’è un forte vento essendo esposti, la salita è abbastanza ripida e poi non si capiscono bene le misure e le proporzioni. Ad un tratto il berbero ci invita a guardare in lontananza un lieve bagliore dietro ad una duna…fissiamo quel punto e nel giro di 5 minuti vediamo il sorgere della luna che cresce velocissima dal nulla e spazza via piano piano le tantissime stelle con la sua luce propria. Mai visto una cosa cosi e dopo aver tirato il fiato giù “a biruloni” dalla grande duna (i genitori koreani perdono letteralmente la loro bambina koreana…non male perdere la loro figlia di notte nel deserto, però non si scompongono più di tanto e dopo una ventina di minuti riappare scendendo saltellante dalla duna). Adesso non ci resta che dormire un po’ e noi due intrepidi scegliamo di non entrare nelle tende ma di stare a dormire all’aperto nel nostro sacco-lenzuolo avvolti però da 5-6 coperte…intrepidi si, ma mica stupidi!!! L’indomani la sveglia è di mattino presto circa alle 5 e neanche il tempo di “raccapezzolarsi” un attimo che siamo di nuovo in sella ai dromedari per fare ritorno alla base. È ancora buio, fa freddo e quando la giornata inizia a schiarirsi facciamo una sosta per gustarci l’alba e cosi giu dal dromedario siamo liberi di scorrazzare su e giù tra le dune ancora immacolate e pettinate solo dal vento…

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Dopo la meritata colazione salutiamo il deserto e salutiamo anche la coppia newyorkese che prosegue per Fez e il greco-olandese che si fermerà altri due giorni nel deserto in cerca dei suoi amati fossili!!! bah??? Eccoci pronti per il tappone Merzouga-Marrakesh, circa 12 ore di macchina che comunque via bene senza essere eccessivamente pesanti forse perchè parecchio stanchi o forse perchè abbiamo ancora nella testa le tante belle immagini di questi splendidi 3 gg!!!               

…Marrakesh Express…

…ovviamente prima di partire non poteva mancare per la fase di “preparazione” la visione del film “Marrakesh express” (pellicola di Salvatores con Diego Abatantuono) e cosi belli carichi si parte per il nostro viaggio in Marocco, prima destinazione e futura base per i vari spostamenti nel paese: Marrakesh!

E cosi sbarcati all’aeroporto, cambiamo i primi dirham e salutiamo un ragazzo italiano di origine marocchina conosciuto sull’aerero che tornava a visitare i parenti nel paese natale. All’uscita si cerca il bus locale che porta nel centro della città ma essendo in ritardo ci accordiamo con un’altra coppia dell’est europa per condividere la prima corsa con un petit taxi! In Marocco essenzialmente ci sono due tipi di taxi, petit taxi e grand taxi; i primi come suggerisce il nome sono praticamente vecchie fiat uno, peugeot e altre piccole auto parecchio vecchie e parecchio sgangherate che trasportano fino a 3 persone, altrimenti ci sono quelli grand che sono le vecchie mercedes quelle lunghe adatte a più passeggeri ed a tratte più lunghe, ma che personalmente non ho provato.

Ci lasciano nella medina (la zona vecchia della città) nei pressi della piazza principale di Marrakesh, la famosa Djeema el Fna ed ora abbiamo una sola missione: trovare la nostra riad prenotata da casa in internet pre le prime due notti! Mappa della medina e Lonely Planet alla mano si cerca di orientarsi un attimo, di trovare qualche punto di riferimento, si chiede qualche indicazione ai passanti e persone del posto ma si capisce subito che si tratta di una mission impossible! Ci affidiamo allora ad un ragazzo del posto (di prima impressione non troppo affidabile a parer mio) che si “offre” di accompagnarci alla riad dicendo che sa dove è…inizia ad addentrarsi in vicolini stretti, sempre più stretti…destra, sinistra, ancora destra, di qua, no di là ecc…e alla fine non avendo capito nulla siamo davanti alla porta della riad. Ci si congeda dal ragazzo in modo non troppo pacifico per questioni economiche della rispettiva mancia e cosi ci si può finalmente rilassare un attimo nella nostra riad (la casa tipica araba con il patio interno). Da subito ci piace molto, è piccola con 4-5 stanze per i clienti ma sono tutte molto curate nei minimi partricolari con tantissimi oggetti di arredo e dove domina il colore rosso che trasmette un senso di calore e accoglienza. Esploriamo un attimo la riad partendo dal patio con i suoi comodi divani e pouf fino alla terrazza dove verrà servita la prima colazione e pure la nostra stanza, la Berbere room, è davvero carinissima!!!

Partiamo con la nostra visita della città cercando di raggiungere la piazza principale, ma il senso di disorientamento è ancora forte, il casino di gente è notevole e non mi trovo ancora bene a mio agio con l’impatto dei vari venditori che iniziano ad assalirti e per un mal di testa che mi accompagna in questa prima giornata; Alessandra al contrario sta meglio e subisce un primo tentativo di trattamento all’henné sulle mani non voluto! Senza sapere bene dove stiamo andando di preciso ci addentriamo nei famosi souk (mercati coperti) che si estendono a nord della piazza. Che spettacolo…stradine strette contornate da bancarelle una appiccicata all’altra piene zeppe di oggestica per tutti i gusti…un vero e proprio labirinto pieno di commercianti e venditori che ti invitano a dare un’occhiata alle loro botteghe e dove dominano i colori accesi delle stoffe, delle spezie, delle ceramiche e di tanto altro ancora… Noi siamo riconosciuti dai marocchini all’unanimità come “spagnoli” un po’ per la carnagione scura ed un po’ perchè qui è veramente pieno di spagnoli ed infatti ci sentiamo chiamare da tutte le parti (Hola, que tal?, amigo como estas….) e quindi giustamente si iniziano le prime contrattazioni…consiglio: offrire sempre almeno la metà, ma anche meno! Il tutto inizia ad essere divertente, l’atmosfera è gradevole ed è un piacere esplorare senza meta questo labirinto di mercati a tratti davvero sorprendenti! Ad un certo punto sbuchiamo in una piazza piccolina molto molto carina (che poi scopriremo che si tratta della “piazza delle spezie” o meglio place des epices) e ci concediamo il nostro primo te alla menta + patisserie maroccaine dalla terrazza di un bar su questa piccola piazza! Inizia a far sera, siamo abbastanza cotti dal viaggio e cosi rincasiamo senza però rinunciare alla prima prova della cucina marocchina in un ristorantino consigliato dalla Lonely…tajine di pollo e couscous di pollo…buonissimi!!! Rientrati in riad, dopo una partita a dama cinese (prima volta che giocavo e devo dire che è un gioco molto interessante e strategico!) conosciamo il gentilissimo e disponibile proprietario Emmanuel (un francese trapiantato qui in Marocco) con il quale iniziamo a colloquiare ed a farci suggerire alcune info per organizzare al meglio il nostro piano di viaggio della settimana!

La seconda giornata è dedicata alla visita della città. Incominciamo dalla medina e dai suoi vari palazzi e tombe, passando per il quartiere ebraico (la mellah)…belli ma niente di eccezzionale. Il primo pomeriggio lo trascorriamo nella parte nuova della città, la ville nouvelle, che non ciè piaciuta molto ad esclusione per i piacevolissimi giardini Majorelle (i giardini progettati da Yves Saint Laurent) dove ci ha colpito il colore blu acceso in contrasto con le migliaia di piante grasse e con le varie fontane. Per rientrare nel cuore della medina data la bella giornata di sole optiamo la via romantica del calesse trainato da due bei cavalli neri e guidato abilmente dal simpatico vecchietto Samir che mescola con grazia un po’ di spagnolo-italiano-francese ed inglese! Giù dal calesse ci immergiamo nell’atmosfera della mitica Djeema el Fna (patrimonio dell’Unesco), un vero teatro/luna park all’aperto con i suoi saltimbanchi, incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie, venditori delle varie bancarelle ambulanti (mitica la spremuta d’arancia di 4 dirham ed anche quelle che vendono il brodino di lumache) ed in generale da tutto uno stato d’animo assai arabeggiante ecc ecc…lo spettacolo arriva verso il tramonto e decidiamo di godercelo in prima fila da una delle terrazze dei tanti barettini accompagnati immancabilmente da un buon te alla menta. I suoni delle percussioni, il canto dei muezzin delle varie moschee sono inebrianti ed il sole calante alle spalle del minareto principale fanno da sfondo alla gente in fermento nella piazza ed ai primi fumi delle bancarelle “gastronomiche” che preparano le loro griglie per la cena rendendo tutto questo momento una delle immagini simbolo di Marrakesh che rimarranno dentro di noi.

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MOROCCO…another trip, another story.

 …eh si eccoci qua ancora pronto per un altro viaggio, un’altra storia da raccontare, un’esperienza da vivere e da condividere. La meta prescelta questo giro è il Marocco e cosi in dolce compagnia si va per la prima volta nel continente africano per un nuovo viaggio (e non semplicemente per una vacanza) sempre con la stessa filosofia e lo stesso stile…zaino in spalla, guida lonely planet e via verso Marrakesh…poi il resto si vedrà…    


“Il Marocco è un susseguirsi di porte che si spalancano a mano a mano che si avanza. E non si può avanzare se non visitandolo assiduamente, e conservando in sé il desiderio dello stupore, la curiosità di conoscere e di assimilare”.

(Tahar ben Jelloun)

 

 

PS: per ulteriori info sul Marocco date un’occhiata alla pagina di Wikipedia cliccando qui http://it.wikipedia.org/wiki/Marocco

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