Quello che non ti aspetti da un tranquillo safari a dorso di elefante.

I safari asiatici non mi hanno mai conquistato del tutto…sarà un po’ la sfortuna, sarà un po’ la loro organizzazione a tratti rivedibile o sarà qualche altro motivo, ma dopo le esperienze in India e Sri Lanka ho l’occasione a portata di mano di provare anche un safari in Nepal, più precisamente un safari nella giungla nel Parco Nazionale di Chitwan, cittadina pianeggiante nel Sud del paese ai confini con l’India.

E’ una tappa intermedia di passaggio dopo la bellissima esperienza di Pokhara e prima di rientrare verso la Valle di Kathmandhu le tempistiche ci consentono di investire nuovamente 4 ore abbondanti per coprire circa 150km che dividono Chitwan a Pokhara con un bus locale piccolino con i bagagli e gli zaini legati sopra al soffitto del pullman. Il tragitto un po’ come al solito…impossibile leggere, impossibile dormire…bisogna solo saper ammortizzare i continui salti dovuti alle buche e osservare dal finestrino la vita che scorre della popolazione locale e i paesaggi che scivolano davanti e scorrono via nelle nostre menti. La bus station è isolata, nella campagna che qui circonda tutto il territorio, e quindi subito i procacciatori di guest house e venditori ambulanti assaltano senza pietà l’arrivo dei turisti. Il nostro hotel Parkside non è niente male ed è sistemato come un piccolo resort che superano nettamente gli standard di questo viaggio! Dopo un buon lunch ed un’oretta di ambientamento eccoci pronti per il SAFARI. Come anticipato non ho grandi aspettative a livello personale, il “boccone più grande” del tour sarebbe l’avvistamento della grande tigre del Bengala, ma anche qui senza creare troppa suspence posso già confermare che di tigri nemmeno un’impronta si è vista. Per visitare la giungla optiamo per il blasonato Elephant Safari a dorso di elefante. Vedere questi grandi pachidermi legati ed usati come taxi non è il massimo, ma l’attrattiva principale della zona è proprio questa e quindi ci adeguiamo al momento. Il portantino ospita me, Marco e due giovani ragazze nepalesi oltre ovviamente alla guida “mahout” che è seduto sul collo dell’elefante. Non abbiamo molta libertà d’azione essendo a cavalcioni della sella ed effettivamente il tour personalmente è abbastanza boring  con dei piccoli avvistamenti solo di pavoni, cerbiatti, cervi e tante piante che ci circondano un modesto paesaggio. Dopo un bel attraversamento di un fiume ci addentriamo in un punto con l’erba molto alta, circa 3m e noi dall’alto dell’elefante osserviamo la radura senza poter vedere bene cosa ci stia sotto. Siamo solo noi con il nostro elefante in questo tratto isolato quando ad un certo punto ecco che il safari si movimenta un attimo per un improvviso e forte barrito dell’elefante che ci fa osservare freneticamente quello che ci sta attorno. Il Mahout tira fuori l’arpione di ferro anziché il bastone e dopo un paio di colpi alla pelle dura dell’elefante riprende il controllo e prosegue in questo tratto con poca visibilità! Passata questa sorpresa, si riprende il cammino ma ecco dopo alcuni minuti nuovamente una frenata improvvisa dell’elefante, nuovamente un forte barrito e questa volta l’elefante inizia anche ad indietreggiare ed a roteare su se stesso…il mahout visibilmente preoccupato scalfisce aldtri duri colpi alla testa dell’elefante che anziché calmarsi è ormai out of control ed inizia a correre ( cazz se corre un’ elefante)…è ormai il panico, non capiamo cosa succede, ci giriamo continuamente per vedere e capire cosa sta succedendo, le due ragazze nepalesi iniziano a strillare e per dirla franca pure noi ci iniziamo un po’ a “cagare” addosso (per usare un francesismo per rendere meglio l’idea!). Dopo alcune urla anche del mahout rivolte all’elefante dopo 10minuti il pericolo rientra e con l’elefante rientriamo nella zona vicino alla base dove ci aggreghiamo fortunatamente ad una altro gruppo di elefanti in uscita stile carovana…insomma un safari dapprima troppo noioso ad uno troppo movimentato. Ancora una volta non ho avvistato la tigre, però qualcosa di adrenalinico ed un’esperienza da raccontare quella non me la toglie nessuno!

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Si rientra al resort e le emozioni a Chitwan non sono ancora finite…dopo una cena a buffet con piatti tipici in compagnia di altri turisti, per lo più tedeschi, andiamo nel piccolo paesino di campagna per assistere ad uno spettacolo di danza per promuovere la cultura Tharu, l’antico popolo originario della zona. All’interno di un piccolo teatro balli e danze tipiche riempiono una bella serata soprattutto con la stick dance davvero ben fatta e coinvolgente. Nel ritorno con la jeep aperta ecco che ci troviamo in una stradina buia e chi ci troviamo di fronte a noi?? Un bel rinoceronte on the road che ondeggia beatamente mostrando il suo culone passeggiando tranquillamente in mezzo alla strada…eheh…non l’avremo visto nel safari, ma “beccarlo” cosi di notte inaspettatamente rende questa tappa a Chitwan un esperienza che vale il prezzo del biglietto!

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Dopo la nottata la sveglia è sempre prima delle 7 AM, si prova anche il birdwatching già che ci siamo, e anche qui senza troppe pretese ne esce una bella e tranquilla passeggiata con una guida preparata che ci illustra qualche rara specie di uccello e ci fa visitare un centro di addestramento degli elefanti dove spiccano alcuni elefanti maschi davvero imponenti ed ancora con le lunghe zanne…inoltre sempre la guida ci spiega che nel parco ci sono ancora pochissimi elefanti selvatici, molto pericolosi per l’uomo e che i locali chiamano Ronaldo e Rivaldo…mah strani questi nepalesi! Non ci resta che gustarci un buon chai come colazione e dirigerci verso il bus dove conosciamo una simoatica coppia di toscani di mezza età che ci fa compagnia per le ormai consuete 7 ore sino alla capitale dove per noi hanno inizio gli ultimi giorni alla scoperta dei dintorni della valle di Kathmandu!

Quello che non ti aspetti da un tranquillo safari a dorso di elefante.ultima modifica: 2015-02-16T08:47:35+01:00da raz85
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