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Vivir en VALENCIA

P1100698.JPGGiusto il tempo di arrivare a casa dopo il magnifico viaggio di laurea tra Thailandia, Laos e Cambogia e sono già “pronto” per la prossima imminente avventura. Si va in Spagna, più precisamente a Valencia! Eh si, sono stato selezionato (insieme ad altre tre ragazze con cui condividerò l’appartamento) nell’ambito del progetto Leonardo (Life Long Learning Programme) che prevede un periodo di stage di lavoro all’estero per 4 mesi e così sistemata e subito rifatta la valigia “vamos a ver” questa nuova esperienza spagnola.

 

Non descriverò nei dettagli tutto perché non è facile raccontare 4 mesi però ora che siamo già a più della metà qualcosa da raccontare c’è. Partiamo quindi da notizie di carattere generale e curiosità di Valencia, della Spagna e degli spagnoli. Già degli spagnoli si può dire subito che hanno cultura e costumi molto simili ai nostri per quanto riguarda stile di vita, posti e luoghi, modi di comportarsi e di relazionarsi con gli altri ecc…seppur ovviamente con qualche differenza…vediamo qualche esempio: quando si incontra una persona (anche non conoscente e anche a livello formale) non si da la mano, ma sempre due baci sulle guance (l’ho imparato con la mia responsabile di lavoro che mi ha sorpreso al primo giorno quando io lì bello pronto per stringere saldamente la mano visto che comunque era una persona di “grado superiore” e quindi mi sembrava giusto e ragionevole un saluto formale…invece no…come se fossimo amici di vecchia data, e poi ci si da reciprocamente del tu!…devo dire che comunque non è male…abbatte un po’ quelle che sono le barriere gerarchiche tra capi e dipendenti con un semplice gesto). Poi il saluto nazionale a qualsiasi persona e per qualsiasi occasione è il famosissimo HOLA e quando ci si saluta l’altrettanto famoso HASTA LUEGO (pronunciato molto abbreviato con la “o” finale pronunciata tipo cantilena!). Accennando alla lingua spagnola il primo periodo non è stato così facile come potrebbe sembrare…si pensa banalmente che spagnolo-italiano sia semplice da imparare e da parlare però non è stato proprio così…si chiaramente c’è da dire che come struttura, costruzione della frase e molte parole sono simili alla nostra lingua, se non uguali, e che per capire e farsi intendere diciamo che ci si riesce abbastanza anche senza aver studiato…però per saperlo parlare decentemente mi ci è voluto un attimo con tutte le forme verbali e irregolarità che ci sono! Per fortuna sin da subito avevamo organizzato dalla agenzia che ha gestito questo progetto un corso intensivo di spagnolo da seguire: quattro ore tutti i giorni per tre settimane…devo dire che è realmente servito tantissimo anche perché abbiamo avuto una professoressa davvero bravissima che da buona tipica spagnola non smetteva mai di parlare ed era sempre carichissima con il suo carismatico muy bien, muy bien, muy bien!!!

Altro argomento che sempre si discute qua con gli spagnoli relativo alla lingua è che qui loro sono molto orgogliosi del loro “idioma” ed infatti l’inglese lo snobbano e come! Innanzitutto poca gente lo parla e soprattutto se possono traducono tutte le parole comuni che anche da noi vengono mantenute in inglese e dove proprio non possono tradurre pronunciano la parola in inglese così come è scritta tralasciando la corretta pronuncia inglese!..(infatti un trucco è dimenticare tutto quello studiato della pronuncia inglese e leggere come la parola è scritta!)…tra gli esempi più clamorosi che a me personalmente fanno impazzire troviamo: il mio favorito rimane il mitico “perrito caliente”, cioè l’hot dog (che significherebbe cagnolino caldo, che a dir la verità non si può proprio sentire!). Altri esempi sono “el raton” (che sarebbe il mouse del computer), e computer che è tradotto a sua volta con “ordenador” e tutti altri termini informatici che sono quasi tutti tradotti…altra cosa che traducono molto sono i nomi dei film o meglio “pelicula”, infatti Inception diventa “Origen”, Shining qua è chiamato “El Resplendador”, A Beautiful Mind è “Una Mente Maravillosa” o The Butterfly Effect è “El efecto mariposa”…la serie Lost diventa “Perdidos” e potrei proseguire all’ infinità!!!

Ah piccola nota riguardo alla lingua…qui a Valencia si parla moltissimo il valenciano che è una derivazione ed è praticamente uguale al Catalano infatti si trovano canali televisi, stazioni radio, segnaletica in generale come i nomi delle vie o le indicazioni in questa lingua che è abbastanza differente dallo spagnolo ufficiale che è il Castellano. C’è da dire però che alcune parole sono simili all’italiano e se vuoi anche a qualcosa del francese e che quindi bene o male un po’ ci si capisce lo stesso però soprattutto all’inizio questa cosa ha creato parecchie incomprensioni non sapendo se ero io che non capivo lo spagnolo o erano loro che in realtà stavano parlando in valenciano…

Sempre riguardo gli spagnoli e alla cultura una cosa che mi ha colpito ovviamente è il ritmo della giornata. Semplicemente credo si possa dire che sia traslato di circa 2 ore avanti rispetto alle nostre abitudini: apertura negozi e inizio della vita in generale alle ore 10, poi alle 11 circa c’è il mitico “almuerzo” una sorta di istituzione qui che equivale alla nostra pausa caffè ma qui è molto + sentita e consistente (solitamente un bocadillo, cioè un panino imbottito, più bibita o caffe) dato che il “desayuno”, la colazione, è abbastanza leggera solitamente. Poi si arriva alla “comida” che ha luogo di solito tra le 14 e le 16 e la successiva “siesta” nella quale i negozi chiudono fino circa alle 17 fino ad arrivare alla cena che si consuma tranquillamente dalle 22 circa in poi!…nn è facile a volte resistere a questi orari, ma con qualche trucco, uno spuntino qua e là direi che poi alla fine ci si fa l’abitudine! Ah dimenticavo quando si esce la sera ovviamente ci sono i barettini tranquilli dove puoi trovare tranquillamente signore e signori di una certa età che bevono cocktail e bibite fino all’una di notte e poi se si vuole andare a ballare meglio andare verso le 3 perché altrimenti fareste come me la prima sera in discoteca dove dall’una alle tre eravamo ad aspettare gente praticamente solo con i baristi!

Per concludere una nota sulla città…beh…mica male davvero!…secondo me è una città molto carina ed adatta proprio per viverci…è abbastanza moderna e ci può trovare di tutto ma non è troppo grande e caotica infatti si può visitare e sfruttare la zona del centro tutta a piedi; efficiente nei trasporti pubblici e con spazi larghi e vivibili un po’ ovunque…spazi verdi e piste ciclabili per tutte le zone della città, il mitico Rio Turia che da fiume è stato trasformato in un immenso giardino e parco pubblico che circonda tutta la città e che termina con la modernissima ed imponente Ciudad de l’art y de la ciencias progettata da Santiago Calatrava…davvero spettacolare con tutti i suoi giochi di luce e riflessi da scoprire da ogni posizione!….e per finire il tocco finale…la playa!!!…che figata, immensa e funzionale con un bel lungo mare e zona porto sempre bella animata tra barettini, ristoranti e tante attività all’aria aperta…poi con il clima che c’è qua la si può sfruttare tranquillamente per tutto inverno…provare per credere!!!

 

Hasta la proxima!

CAMBOGIA e la meraviglia di Angkor…

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Si cambia di nuovo, siamo a Siem Reap (Cambogia)…all’aeroporto cambiamo i dollari nella loro valuta locale, il riel, anche se poi scopriremo che tutto quanto è in dollari americani e quindi questa volta questa mossa non è stata azzeccatissima. Per arrivare in centro dove ci sono le guesthouse optiamo per un trasporto abbastanza strano. Saliamo in sella a due motorini con lo zaino e tutto il resto e via all’aria aperta verso il centro. Già per le strade sventolano le bandiere cambogiane e si nota in tutto un ritmo lento tipo in Laos. Trovata sistemazione non perdiamo troppo tempo e già nel primo pomeriggio ci accordiamo col nostro driver di tuc-tuc Wa (che è anche il proprietario della guesthouse) per scarrozzarci in giro per due giorni per visitare i templi di Angkor. Piccola nota sui tuc-tuc cambogiani che si meritano il premio per la migliore comodità tra i tuc-tuc provati finora in tutto il sud-est asiatico, infatti sembra di stare in carrozza con il nostro simpatico e disponibile autista che ci aspetta per spostarci da un tempio all’altro e con il quale personalizziamo il nostro itinerario secondo le nostre esigenze per i due giorni di visita.

Ecco parlando di Angkor all’inizio eravamo molto spiazzati perché l’area del parco con i siti archeologici è a dir poco immensa….una città antica immersa or in una fitta foresta. Quindi molto importante è riuscire ad organizzarsi per capire e ottimizzare il “come” visitare Angkor. Noi partiamo con un pomeriggio abbastanza leggero iniziando con il Ta Prohm (che era stato il set cinematografico del film Tomb Raider con Lara Croft tanto per capire). Sembra di andare all’avventura all’esplorazione di un tempio perduto nella foresta…la cosa più impressionante sono gli alberi cresciuti all’interno delle rovine…difficile da descrivere e da fotografare per rendere l’idea, ma si cammina a bocca aperta meravigliandosi a 360° di quello che il binomio uomo-natura è riuscito a creare.

Dopo scaliamo, nel vero senso della parola, un altro tempio; il Ta Keo. Per arrivare in cima ci sono dei gradini strettissimi e ripidissimi, davvero faticoso e difficile raggiungere la sommità, ma ne vale la pena! Infine si conclude la giornata con il sunset su una collina con un tempio e con i soliti monaci buddisti che fanno da contorno per qualche bella foto. Il giorno seguente decidiamo essere la giornata piena in cui dobbiamo riuscire a visitare il più possibile e così sveglia presto e alle 5 siamo giù sul tuc-tuc per andare a vedere l’alba all’Angkor Wat (il tempio principale e il più famoso di tutta l’area). Si arriva ancora con il buio e il tutto è molto mistico: superato un lago artificiale che protegge l’area del tempio si percorre un vialone centrale in pietra con al fianco giardini e piscine sistemate in modo simmetrico (stile entrata al Taj Mahal in India per chi ci è stato!). Quando il cielo inizia a schiarirsi si creano bellissimi colori e riflessi grazie alle grandi pozze d’acqua di fronte che rispecchiano la classica sagoma del tempio con le sue pagode che svettano nel cielo. C’è una marea di gente, schiere di fotografi professionisti e non assiepati e pronti a catturare l’istante migliore…da sottofondo anche il tamburo dei monaci nella loro preghiera mattutina…scenario e atmosfera fantastastici!!!

Quando il sole è ormai sorto iniziamo il nostro tour de force riempiendo la giornata con una scorpacciata di templi e rovine che però non stufano mai perché ognuno comunque diverso da esplorare, da scalare, da fotografare…e nonostante il caldo opprimente , l’insistenza dei locali tra cui molte bambine bellissime che parlano un inglese perfetto e non solo dato il numero di turisti che c’è nel sito e soprattutto le camionate di tour organizzati (tra cui auguro di non trovare mai nelle visite i giapponesi che sono i più difficili da sopportare!). La stanchezza aumenta ma tutto il contesto di visita tra tuc-tuc e foresta è molto piacevole!!! Dopo 12 ore filate di visita siamo di nuovo di fronte all’Angkor Wat per il tramonto e tutto l’ambiente con i colori della giornata di oggi sono davvero stupendi. Esausti, distrutti fisicamente ma ancora meravigliati e soddisfatti della giornata impegnativa rientriamo alla guesthouse ormai con il buio. La sera il centro di Siem Reap è abbastanza movimentato tra viuzze piene di pub e ristorantini all’aperto e così ci concediamo di provare il barbecue fatto davanti ai nostri occhi con carne di serpente e coccodrillo! Giudizio: coccodrillo buono e saporito, serpente rivedibile…

L’ultimo giorno abbandoniamo il tuc-tuc e noleggiamo le biciclette per una visita eco-friendly del complesso. Ci rimane da visitare l’intero Angkor Wat, (detto niente!) il tempio prinicipale, testimonia dell’apice della potenza dell’impero Khmer nel XII – XIII secolo. Molto interessante e magnifici i basso rilievi delle mura esterna che misurano diversi chilometri! L’escursione in bici è altrettanto faticosa viste le distanze, il caldo e la stanchezza accumulata dal giorno precedente, ma è una degna conclusione della visita dei templi di Angkor… sicuramente una meraviglia del mondo difficle da raccontare, da fotografare ma assolutamente da visitare di persona!!!

 

Si chiude così anche questo bellissimo ed intenso viaggio di laurea visto che oggi 25 novembre, dopo 23 giorni in giro tra Thailandia, Laos e Cambogia, sono pronto per il mio decimo volo aereo da prendere…questa volta all’inverso….Bangkok-Helsinki-Milano e poi finalmente casa (piccolo dettaglio: ho “lasciato” un souvenir per ogni stato dimenticandomi una maglietta in Thailandia, un cappello in Laos e telefono cellulare con sim card thailandese in Cambogia…ma va bene così!)

 

…grazie davvero al fratellone…migliore regalo di laurea non ci poteva essere!!!

…alla prossima…

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Saibadee Laos :-) …(parte seconda)…

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Per continuare la nostra avventura alla scoperta del Laos decidiamo di spingerci ancora più a nord con tappa finale Muang Noi. Il paesino è in realtà un villaggio affacciato sul fiume Nam Ou ed è infatti raggiungibile solamente via fiume con la barca. Tra l’altro c’è solo una barca al giorno che va e che ritorna da dove si può arrivare con la strada via terra e quindi è buona cosa non arrivare in ritardo perché significherebbe rimanere bloccati ad aspettare la barca del giorno seguente. Quindi dopo un po’ di taxi e un po’ di boat raggiungiamo questo villaggio…è molto particolare, un po’ mistico direi; stradine sterrate circondate da colline verdi e dal fiume, da la sensazione di essere su un’isola appena scoperta ed incontaminata. Troviamo un bungalow molto spartano ma carino con amaca e vista fiume e così sistemati i nostri zaini facciamo un giretto nei dintorni trovando un campo aperto per giocare a frisbee e anche qui ben presto alcuni bambini ci fanno compagnia. Inoltre alle dieci circa la corrente non c’è più e quindi pure qui si segue il ritmo naturale della giornata e “grazie” ai galli e alle galline la sveglia è nuovamente per l’alba. Non male dato che andiamo sul piccolo fiume dove i locali danno il bagno e si lavano mentre il sole cresce tra le montagne nella vallata.

Per ritornare a sud optiamo per la slow boat che ridiscende il fiume in 6 ore circa. Il viaggio in barca non è troppo pesante e trascorre molto piacevolmente tra un po’ di musica e qualche lettura e così si arriva giusto giusto per un altro tramonto sul Mekong. Così dopo una breve sosta a Luang Prabang per una veloce cena ed immancabili crepes alla nutella prendiamo il VIP bus con destinazione Viang Vieng (sosta intermedia prima di arrivare nella capitale Vientane). Per fortuna che era un Vip bus!!! Viaggio notturno allucinante data la nebbia, le strade non perfette, il posto strettissimo e scomodissimo ed al vetro del finestrino che ad ogni buca sembra venire giù tutto. Anziché 5 ore come da tabella di marcia ce ne impieghiamo 7 e mezza e l’arrivo è ancora più sconcertante…sono quasi le 4 del mattino, siamo gli unici due a scendere dal pullmann e la fermata è nel nulla di una campagna dove ancora la nebbia la fa da padrone. C’è un solo tuc-tuc con un driver decisamente stronzo, dato che ci porta in una delle guesthouse dove tutti dormono, lui non ha il resto e vuol chiamare la polizia se non lo paghiamo…vabbè poi si risolve e si va a dormire in un letto finalemente!

Vang Vieng è una piccola cittadina sul fiume e tra le montagne diventata famosa per il tubing!!! Noi avendo solo una giornata a disposizione rinunciamo alle varie attività di trekking, caving, kayaking che abbiamo già fatto a nord e proviamo questo chiacchierato e discusso tubing. Praticamente si noleggia delle camerie ad aria dei tir, tipo ciambella, per scendere giù per il fiume. Niente di straordinario in sé e per sé (è anche la stagione secca e la portata dell’acqua del fiume non è irresistibile…probabilmente nella stagione delle piogge sarebbe un altro discorso) se non fosse che ai lati del fiume il tutto è contornato da stazioni dove fare una sosta, ma che in realtà sono bar o meglio capanne di legno e bambù con musica al massimo, free shots e corde o scivoli per tuffarsi nel fiume. Una sorta di acquapark sul fiume dove per spostarsi da un baretto all’altro si usa appunto il tubing e ,dato che è immanovrabile, per farti fermare ai loro bar ti viene tirata una corda a cui aggrapparsi per raggiungere la riva. L’idea di concetto è molto originale ed infatti questa “attività” è incredibilmente popolata da ragazzotti inglesi-americani-australiani di cui la maggior parte non finisce il tracciato, ma rimangono a riva tra un bar e l’altro!!

Finito il tubing qui la vita notturna è parecchio animata dagli stessi ragazzotti che fanno il dritto anche per la notte e così dopo un giretto e cena con carne beef fatta in Lao style ( tipo tagliata e molto gustosa) siamo pronti per l’ultima tappa laotiana: Vientane, la capitale.

Arrivati via bus nella capitale dopo altre quattro ore questa volta più piacevoli seguiamo subito l’itinerario turistico più classico andando a vedere qualche tempio con i soliti tanti Buddha ovviamente…carino…ma insomma niente di speciale.

Poi però nel pomeriggio ci spostiamo per vedere il Tat Luang (enorme stupa d’orato che è anche l’emblema della nazione). Scopriamo con piacevole sorpresa che essendo il 21 novembre, è l’ultimo giorno dei festeggiamenti per il fool moon, un festival religioso molto sentito qui nella nazione ed inoltre è il 450° anniversario di Vientane come capitale. Subito si nota un gran casino; persone, bancarelle, eventi (un misto tra il nostro S.Faustino a Brescia,Lunapark, sagra popolare per rendere l’idea). L’atmosfera è comunque coinvolgente e siamo tra i pochi turisti ad assistere a tutto questo…verso sera entriamo nel cortile per visitare da vicino questo enorme stupa d’orato e fortunatamente ci troviamo nel posto giusto nel momento giustissimo. Infatti dopo poco non fanno più entrare le persone all’interno del cortile per evitare troppa ressa di gente! Inizia così prima una sorta di sfilata con costumi locali e di tradizione e successivamente una specie di processione capeggiata da un gruppo di monaci buddhisti che tra canti, candele e luci gira attorno a questo monumento. Finita la processione partono anche dei fuochi di artificio e giochi di luce…che figata aver trovato tutto questo senza saperlo…e così assistiamo allo spettacolo in un angolino insieme a tanti fotografi professionistici!!…bel modo di concludere il viaggio alla scoperta del Laos…

 

…e adesso l’ultima tappa del viaggio: CAMBOGIA e soprattutto…Angkor Wat.

…Sabaidee… :-D

IMG_3827.JPG Per la prima vera giornata piena in Laos il programma è molto intenso: sveglia all’alba e si partecipa alla processione (questua) dei monaci buddhisti che raccolgono le offerte dei presenti (riso, banane..ecc) che poi redistribuiscono ai bambini per le strade. Poi, dopo una bella colazione con croissant, omelette ed il mitico Lao coffee che scopriamo essere molto buono, noleggiamo uno scooter per visitare i dintorni della città. Adoro girare in scooter per esplorare nuovi posti in piena libertà e autonomia essendo indipendenti dai soliti tour organizzati che la maggior parte di turisti sceglie. Inoltre si riesce ad ammirare meglio il territorio che è predominato di strade di campagna dove si susseguono piccoli villaggi sempre strapieni di bambini sorridenti pronti a salutarti con il loro classico “sabaidee” (lo impariamo presto anche noi assieme a kop jai che è l’equivalente del thank you dato che comunque qui l’inglese non lo parlano molto a parte le persone a contatto con i turisti!).

Dopo la prima tappa con visita di alcune caverne (con tantissime statuette di Buddha al loro interno) accessibili solo con le piccolissime e sottili barchette in legno che infrangono la superficie piatta del Mekong passiamo alla visita delle cascate Tat Sae che nonostante non siano di grosse dimensioni ci sono piaciute tantissimo! Sono in mezzo ad una foresta e sono caratterizzate da piccoli salti d’acqua multilivello che creano piccole lagune azzurre in cui fare il bagno. Di contorno ci sono anche gli elefanti che si rinfrescano e su cui si possono fare piccole passeggiate. Successivamente si passa ad altre cascate ben più note, le Kuang Xi, che sono molto più grandi e creano anche qui delle lagune dai bellissimi colori dove si può sguazzare in relax. Si può anche risalire la cascata principale tramite un ripido e bagnato sentiero molto all’avventura per osservarla dall’alto da dove inizia il grande salto…molto suggestivo!

Il giorno seguente ci affidiamo ad una delle tante proposte delle agenzie locali; una due-giorni con trekking, visita e pernottamento ad un villaggio locale e kayaking. Il simpatico venditore Pollo (così , italiano si dice “pollo” e lui sembra apprezzare…) ci convince e così si parte accompagnati dalla giovane guida locale Mee, io, il brother e Tosca (una avventurosa ragazza olandese in viaggio in solitaria; una delle tante belle storie che si incontrano viaggiando, come Ingrid…la nonnetta giramondo tedesca che ci raccontava essere in giro in solitaria da mesi per tutto il sud-est asiatico e che non aveva ancora programmato il rientro…grandissima!!). Si inizia con il trekking tra le campagne e le colline a nord di Luang Prabang; il caldo è opprimente ma i paesaggi e i colori che si affiancano al cielo azzurro sono bellissimi…così dopo aver attraversato piccoli corsi d’acqua, fatto piccole soste ed aver visto la vita dei lavoratori nelle campagne nei tantissimi campi di riso e malto sempre ben assistiti ed istruiti dalla guida Mee arriviamo dopo una faticosa salita al villaggio locale Hmong. Qui altro che salto indietro nel tempo…sembra di essere in un’altra era prima della vera civilizzazione delle società…siamo praticamente all’interno di una tribù (tra l’altro hanno anche una loro lingua locale diversa dal lao e anche la nostra guida fatica ad interagire) con piccole capanne di bambù, paglia e legno. Ci sono una marea di bambini e bambine e pochissimi adulti nei paraggi. Su un piccolo promontorio è situata la scuola dove questi piccoli bambini di questo villaggio e non solo vanno per imparare un po’ di lao e le altre principali materie. L’unica parola che conosciamo in comune con loro è “sabaidee”, ma già questo li rende felici e sorridenti. Per l’occasione io e mio fratello abbiamo portato il nostro frisbee e nonostante un inizio molto freddo (questi bambini non sono abituati a vedere stranieri e quindi sono molto vergognosi e diffidenti) piano piano iniziano a giocare e ad imparare con noi e sempre più bambini curiosi e felici arrivano a guardarci e a giocare con noi e bisogna dire che alcuni diventano anche molto bravi in fretta!!!

Dopo una buonissima cena preparata dalla nostra sempre più confidente guida Mee si fa scuro presto e non essendoci la corrente il cielo è parecchio stellato e soprattutto la luce della luna è impressionante dal chiaro che fa. Si va quindi a dormire presto in una delle capannine preparate per l’occasione dato che c’è poco da fare e si segue il ritmo naturale della giornata scandita dagli orari del sole. Infatti la mattina la sveglia presto è obbligatoria se non fosse per i galli del villaggio che dalle cinque iniziano il loro incessante “chicchiricchì”, così si va al promontorio a vedere l’alba….è fantastica…essendo in altura il sole cresce nella valle come una piccola palla rosso fuoco e ben presto spazza via l’umidità delle foreste attorno. Dopo colazione si visita tutti i bambini nella scuola facendo il “giro delle classi” e concludiamo la nostra visita facendoli ancora giocare un po’ e regalandogli alcune caramelle e cioccolatini comprati il giorno prima. Alla fine dopo tante foto e mille sorrisi li salutiamo donando loro il frisbee che tanto li divertiva.

Dopo ci incamminiamo per la discesa a valle dove ci aspetta il fiume ed il kayaking. Molto divertente dato che io e mio fratello riusciamo nell’impresa di ribaltarci due volte ed essere preda delle rapide del fiume. Dopodichè salgo sul kayak della guida, ma anche con lui riesco a ribaltarmi perdendo i viveri che avevamo per il pranzo lungo la corrente, ma che per fortuna riusciamo a recuperare!

Dopo circa tre ore si arriva alla fine del percorso e della giornata…fisicamente distrutto e ancora ricoperto dalla polvere e dalla terra dei villaggi, ma interiormente ricco di una nuova bellissima esperienza con nella testa ancora il sorriso e il sabaidee di quei fantastici bambini…

…discovering Laos…

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…di nuovo Bangkok ma questa volta con il fratello! Abbiamo un giorno a disposizione prima del volo per il LAOS e quindi lo investiamo per visitare qualcosa che nessuno dei due ha visto di questa città dato che tutti e due in tempi diversi ci siamo già stati. Si parte visitando il labirinto di stradine strette e vicoli di Chinatown. È davvero incasinata di persone, negozietti divisi per settore che vendono tendenzialmente roba inutile (chincaglierie si potrebbero chiamare) e quant’altro. Per fare una sosta optiamo un po’ audacemente per un tavolino di strada gestito da cinesi che non parlano neanche inglese e proviamo il loro caffè che si rivela ottimo ed energico. Per il pagamento creiamo un po’ di subbuglio visto che chiediamo il resto 2 volte (non ricordandoci che ce l’avevano appena dato) ed inizia una piccola discussione che era meglio evitare dato che siamo gli unici occidentali in questo vicoletto di strada pieno di cinesi…lasciamo stare provando a scusarci e cambiamo zona! Per il tramonto, sempre su suggerimento Lonely Planet, si va al Vertigo Bar situato all’aperto in cima ad uno dei più alti grattacieli di Bangkok. Saliamo al 59° piano e per accedere al bar bisogna essere vestiti “abbastanza” eleganti…ovviamente noi arriviamo allegri e tranzolli dalla calda giornata in infradito, bermuda e maglietta. Non ci fanno andare oltre, come previsto, ma ci invitano a seguirli in uno sgabuzzino dove ci prestano a nolo scarpe chiuse e pantalone lungo…così “belli” vestiti si va in cima mentre viene sera. Il posto è davvero esclusivo e la vista è pazzesca e si sovrasta tutta la città! Un paio di birre Chang in questa location sono davvero un ottimo modo per salutare Bangkok…

 

Dalla Thailandia al Laos, dalla cultura Thai a quella Lao, dai bath ai kip (il che è un bel casino all’inizio con la nuova valuta), insomma da Bangkok a Luang Prabang (città patrimonio dell’Unesco). L’impatto è abbastanza forte…rispetto alla frenetica Bangkok qui si percepisce subito una sensazione di pace e tranquillità…sembra un salto indietro nel tempo…il ritmo in generale della vita sembra molto più blando, compassato…le case e le costruzioni sono molto carine e tendenzialmente tutto in legno, il tutto comunque essendo circondati da verdi colline e comunque da un ambiente abbastanza tropicale. Inoltre nella parte vecchia della città scorrono due fiumi quasi paralleli, uno piccino e dall’altra parte il possente e calmo Mekong che contribuisce a rendere questa atmosfera molto rilassata. Dopo un pomeriggio di visita di ispezione della città e dei suoi templi, scopriamo piacevolmente che è ancora influenzata dal colonialismo francese (parlano forse più francese che inglese) e per nostra fortuna troviamo crepes, croissant, deliziosi ristorantini che in questo ambiente tropicale sono una manna dal cielo!…Per il tramonto ci si dirige sulla collina nel centro e finalmente ecco il primo vero sunset del viaggio…niente male il sole che scompare tra le colline facendo arrossire l’imponente Mekong e tutto il panorama. Nel complesso bellissimo impatto con questo paese….adesso si continua…discovering Laos…

…from West to East…waiting the brother

 

 

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Ultimo giorno a Phuket e, anche se il tempo e’ di nuovo tornato un po’ anonimo, con il gruppetto degli altri ragazzi italiani noleggiamo ancora il motorino e ci dirigiamo a sud dell’isola dove da li prendiamo una long tail boat (la classica barca da pesca di legno thailandese)

che ci porta non senza preoccupazioni (visto il mare un po’ mosso ed il conseguente ciondolamento) a Coral Island, un isoletta a sud di Phuket. Molto bella anche questa e passiamo una giornata di relax tra noci di cocco, un po’ di frisbee e una bella foto collettiva con salto ! Nel ritorno ci si ferma a mangiare dai cosidetti ‘zingari di mare’, gruppo di pescatori con bancarelle dove vendono il pesce fresco appena pescato. Si compra il pesce, te lo imbustano e dall’altra parte della strada ci sono i ristorantini che ti cucinano come tu vuoi il pesce che gli porti. Risultato : abbuffata pazzesca di pesce buonissimo a prezzi veramente competitivi per noi occidentali !!

La sera si chiude con un massaggio thai rinfrescante con aloe vera e poi, saluto tutti i ragazzi conosciuti in questi giorni perche’ sono di nuovo in partenza. Il mio personale programma prevede di spostarmi piano piano verso ovest facendo prima tappa by boat a Phi Phi Don per un paio di notti, poi una breve tappa a Railay ed infine spostamento a Ko Samui dove mi raggiungera’ il brother.

Phi Phi Don e’ l’isola maggiore delle Phi Phi Islands e l’unica con strutture ricettive per pernottare. Sceso dal traghetto, al molop

ci sono tantissimi procacciatori di affari che offrono le loro sistemazioni, ma tiro dritto, e alla prima scelta consigliata dalla Lonely Planet trovo una stanza libera…perfetto ! L’isola e’ relativamente piccola ed infatti si gira solo a piedi o in biciletta ed e’ un labirinto di stradine e vicoli con uno attaccato all’altro negozietti, locali,guesthouse,agenzie viaggi ecc… l’atmosfera e’ molto carina comunque se non fosse per il brutto tempo che mi fa saltare il tramonto e rende tutto un po’ infangato. Il giorno dopo non e’ ancora dei migliori per via del tempo, ma dopo una bella scarpinata arrivo al view point. C’e’ anche la foto after tsunami e al confronto e’ abbastanza impressionante…comunque il panorama e’ da cartolina…il sottile istmo di terra tiene collegata l’isola e crea due baie, una dal colore blu e l’altra turchese…spettacolare ! Le serate qua volendo sono molto movimentate…locali con la musica alta, incontri di box, competizioni di ogni genere e la spiaggia e’ animatissima con spettacoli con il fuoco (sono davvero bravi ed

e’ molto caratteristico !) e feste che vanno avanti tutta la notte per la gioia di tutti i turisti inglesi che su questa isola abbondano. Non sono troppo in vena pero’ ( un po’ di solitudine dopo tanti giorni in certi momenti c’e’ e qualcuno in particolare manca proprio) e cosi dopo un giretto serale rincaso abbastanza presto.

E’ tempo di salutare Ko Phi Phi e giusto due ore prima del traghetto con destinazione Railay ed ecco un bell’acquazzone tropicale dal nulla…mi rifugio nel retro del locale dove stavo pranzando visto che ho gia’ fatto il check out e non ho piu’ la mia guesthouse. Le stradine diventano presto mezze allagate e nel tragitto per arrivare al molo ne esco fradicio e come se non bastasse all’interno della nave aria condizionata al massimo…ole’ !! E non e’ ancora finita…per attraccare a Railay beach non c’e’ il molo e quindi per raggiungere la spiaggia bisogna trasferirsi dal traghetto sulla piccola long tail boat…ovviamente piove ancora forte. Finalmente sbarco da clandestino sulla spiaggia…e’ quasi sera ormai…le guesthouse non sono neanche sulla costa e bisogna fare un pezzo di giungla fangosa…alla prima sistemazione mi fiondo dentro…sono esausto ! Visto l’andazzo del tempo e in accordo con il brother scatto un piano B : non raggiungero ; Ko Samui e Ko Phan Gan come da programma ma mi spostero a Bangkok nuovamente per incontrare il fratello.

Archiviata la giornata NO, la mattina presto fortunatamente c’e’ un po’ di sole e il posto tanto odiato ieri allo sbarco e’ anche molto carino. E’ pieno di francesi e russi (o cmq est europa) e ci sono due o tre baiette caratterizzate da falesia e pareti di roccia che si innalzano dal nulla creando grotte e sporgenze da ammirare a testa in su. Il passaggio per raggiungere la spiaggia e’ animato da un gruppo di scimmie amichevoli in cerca di cibo tenute a bada dalla fionda di alcuni Thai. Peccato anche qua dicono che il tramonto sia spettacolare ma anche oggi cielo coperto (dai…sara’ una scusa per tornarci !)

Adesso pero ‘ taxi e poi volo last minute preso Krabi-Bangkok…li il nuovo meeting point…waiting the brother…

Thailandia fai-da-me e’ finita!!!…adesso si cambia…now…discovering LAOS!

THE BEACH…is like a dream…

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Sveglia di mattina presto e questa volta c’e’ anche gia’ un bel sole. Fino ad oggi tempo non splendido a dire la verita’, ma oggi si va di escursione in motoscafo con tappa finale alle Phi Phi Lay sulla spiaggia Maya Bay o come adesso chiamero’ sempre ‘The Beach’. E’ la famosa spiaggia che ha fatto da set cinematografico all’omonimo film di Leonardo Di Caprio! Gia’ spesso si guarda un film e ci si immedesima nel personaggio o si sogna di essere quel protagonista in quel determinato posto, beh a me il film, la storia e i paesaggi mi erano piaciuti tantissimo la prima volta che l’avevo visto e cosi’ quando ho deciso per il viaggio in Thailandia era un po’ come rivivere la stessa storia interpretata da Di Caprio; partito in solitaria, arrivato a Bangkok ed in cerca di avventura alla scoperta della spiaggia perfetta. In un certo senso mi sono ispirato a tutto questo e cosi’ oltre ad avere rivisto di recente il film; scaricato la colonna sonora e recuperato il libro in lingua originale si va, si va alla scoperta dio ‘The Beach’.
Escursione ancora una volta splendidamente organizzata che prima fa tappa ad alcune isole per un po’ di snorkeling(fantastico quando ci fanno nuotare in mezzo a centinaia di piccoli pesci con striscie gialle e nere oppure altri blu fluorescenti che appena gli butti da mangiare arrivano in massa letteralmente investendoti e passandoti sopra!) e relax su spiagge deserte con acqua cristallina. Poi dopo un idilliaco pranzo in un resort su un’isola ci si avvicina a Phi Phi Ley…l’eccitazione aumenta, prima si passa in una laguna interna che crea dei colori spettacolari e poi piano piano; aggirata una piccola montagna sul mare, davanti ai miei occhi appare questa piccola baia quasi chiusa e completamente circondata da questi enormi massi di roccia ricoperti di verde vegetazione. Scendo dalla barca gia’ con il sorriso ed il panorama a 360 gradi e’ straordinario: l’acqua cristallina color verde, le rocce a picco sul mare, sabbia bianca finissima e morbida…semplicemente The Beach…e’ il mio momento e talmente preso bene non sto fermo un attimo (l’isola e’ all’interno di un parco marino e si puo’ visitarla solo con escursioni a tempo, infatti e’ abbastanza affollata di barche e persone ma non importa), passeggio su tutta la striscia di sabbia, continuerei a scattare foto, fare video e stare immerso in questo paradiso…e’ decisamente la spiaggia piu’ bella che abbia mai visto…insomma come spesso si dice…il sogno e’ diventato realta’…