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ESPLORANDO LA LAPPONIA…AL CONFINE NORD TRA NORVEGIA E SVEZIA (parte 1)

Dopo la magica giornata precendente ed un’ora scarsa di sonno io & Matteo ci dirigiamo verso Narvik, ultima tappa norvegese e punto più a Nord del mio viaggio (latidudine 68° 26′ N). Prima di prendere il bus c’è tempo di rivedere e salutare con piacere Bruno (il ragazzo di Napoli) e notare che alle spalle gli hanno ritrovato il suo zaino smarrito dalla compagnia aerea. Trovo anche i due cinesi conosciuti sul battello e una coppia di americani conosciuti anche loro nei primi giorni sulle Lofoten…bello ritrovare casualmente la gente conosciuta qualche giorno prima in un altro luogo! Sul bus che in 6 ore ci porta a Narvik e prima di crollare dal sonno facciamo conoscenza con due ragazze svizzere anche loro con ns stessa destinazione verso il confine svedese….già Narvik è tappa obbligata perchè è il capolinea della linea ferroviaria svedese ed infatti subito dopo Narvik (ultima città Norvegese) si supera il confine e si ritorna in Svezia!

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Purtroppo l’unico treno è il mattino successivo e cosi siamo costretti a trascorrere una notte a Narvik che non ha nulla da offrire a livello turistico…e quindi dopo aver provato a vedere l’unico ostello della città (caro  e bruttino) decidiamo di optare per lil wild camping e trascorrere la notte in tenda (bravo Matteo ad avere una piccola tenda)…ci aggreghiamo cosi alle due svizzere e a tre ragazzi tedechi tutti interrailers conosciuti anche loro sul bus. Inzialmente si bivacca in un parco cittadino, ma poi dopo una piccola perlustraizone i ragazzi tedeschi trovano un piccolo colle isolato dal quale si ha una bellissima vista della città…andata!…picchetti e via…e cosi ecco tre tende montate e pronte x quella che si prevede una fredda nottata! Bellissima atmosfera tra un piccolo falò che non si riesce ad accendersi (troppo umido), cena spartana e poi tra un thè e qualcosa di caldo anche musica ‘live’ con chitarra dei tre tedeschi (minchia si stanno facendo l’interrail con chitarre al seguito e si fermano nelle varie città a cantare x strada!)…insomma una notte che doveva essere solo transitoria si trasforma in un’altra autentica e bellissima esperienza!

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 Io e Matteo partiamo presto la mattina, smontiamo la tenda e lasciamo un msg e un saluto ai tedeschi e svizzere con cui abbiamo condiviso l’ultima nottata…bye bye “cara” (in tutti i sensi!) Norvegia, ora è tempo di tornare in Svezia…e cosi tra laghi e foreste in un attimo siamo in LAPPONIA! Anche Matteo decide di fermarsi per una notte ad Abisko e cosi dal treno raggiungiamo qst ostello isolato e praticamente sui binari che però ha un grandissimo pregio… ha la sauna!…ostello in Lapponia con autentica sauna svedese…mica male! Dopo una pasta rifocillante e dopo aver conosciuto gli unici altri due ospiti dell’ostello (una coppia catalana di Barcellona) per la giornata ci inoltriamo nel parco naturale e subito ci incamminiamo per il primo pezzo del famoso Kungsleden (sentiero del Re, una sorta di Cammino di Santiago scandinavo che sembra molto conosciuto da queste parti!)…dopodichè tra le sterminate foreste di conifere costeggiamo un fiume che crea un bellissimo canyon tra le strette e levigate pareti di roccia! Per tornare all’ostello ci sono circa 2-3km e volutamente ci incamminiamo sulla strada principale, non certo trafficata, ma solo costeggiata dal mitico treno del ferro (questa zona è molta famosa per le miniere di ferro, e sull’unico binario passano in continuazione questi convogli che fanno da spola da un posto all altro.)…ci sta infatti una foto sui binari da veri interrailers ed in generale dall’atmosfera molto on the road! 

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IMG_3971.JPGArrivati all’ostello non ci resta che fare una bella sauna…ci stava alla grande dopo le fatiche ed i ritmi incessanti dei giorni precedenti…! Condividiamo la sauna con la coppia catalana, una coppia tedesca ed anche con il proproietario dell’ostello…ci sta anche questo!…poi belli stanchi e cotti la giornata si chiude con una bella cena condivisa con la coppia catalana…(si pensa magari ad un’altra aurora boreale???…mah…non potremo saperlo perchè la stanchezza si fa sentire e si va a dormire presto! Domani si inizia ad andare a Sud, non mi resta solo che attraversare tutta la Svezia…

Una giornata infinita dal Sud al Nord delle Lofoten…e poi l’AURORA BOREALE!

La mattina si saluta Å ed i suoi abitanti e si parte in direzione Stamsund, paesino a Nord delle Lofoten per passare l’ultima notte su queste isole. Sarà una giornata lunghissima ed indimenticabile.  Inizialmente sono dell’idea di incamminarmi, fare un’altra escursione nei dintorni e poi raggiungere in bus Stamsund…ed invece botta di culo…i due ragazzi di Forli (Roberto e Andrea) vanno anche loro verso Nord ed hanno la macchina a noleggio (non ha caso una Polo, data la latitudine 😉 e cosi io ed anche Matteo, l’altro ragazzo italiano che vive a Girona ci aggreghiamo a loro ed in quattro risaliamo tutte le Lofoten con tappe in completa libertà dove ci capita. Noleggiare una macchina su queste isole è l’ideale e sicuramente la miglior soluzione per visitarle andando liberamente dove si vuole scoprendo scorci inaspettati e suggestivi.

IMG_3815.JPGTra pecore, mari e monti decidiamo la prima tappa: Kvalvika. L’escursione come al solito non è ben segnalata ma seguendo le poche indicazioni ci incamminiamo in una vallata tra lago e montagna con sentiero che scompare e riappare in un acquitrino perenne. Dopo mezz’oretta il sentiero non ci convince, siamo gli unici a percorrerlo ed il pantano non diminuisce…dietro-front e ritorniamo alla macchina. Un po’ delusi si riparte ma poco dopo di sfuggita vediamo un’altra indicazione…eccolo il vero sentiero per Kvalvika!…prima avevamo toppato di brutto! Matteo non ha le scarpe adatte e rinuncia mentre io, Roby e Andrea ci inerpichiamo subito su questo che sembra subito un vero sentiero pur sempre un po’ fangoso! Dopo un’oretta ed un miglioramento graduale del meteo, ecco una visione…oltre il valico ecco una spiaggia…grande…una distesa di sabbia dove l’acqua pulita dell’oceano crea grandi onde che si infrangono in questa baia racchiusa tra due montagne dominanti. Si scende e ti trovi pure le pecore che mantengono un praticello verde come il “green” di un campo da golf perfettamente conservato. Bellissima escursione e baia nel complesso davvero favolosa!…unica nota negativa:  la temperatura dell’acqua; ma giustamente siamo comunque oltre il Circolo Polare Artico!

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IMG_3810bb.jpgSi riprende l’auto tra laghi,mare, vallate e montagne che cambiano completamente aspetto…è arrivato finalmente il sole…e addirittura non ci sono più nuvole…un miracolo visto i giorni precedenti! Ecco le magiche isole Lofoten, le montagne brillano e le diverse profondità di questi paesaggi prendono forme con colori e riflessi appunto…magici! Facciamo varie tappe tra Ramberg, Nusfjord ed in generale ti godi questo paesaggio (che fa ‘na pippa a Tolkien ed al suo Signore degli Anelli) e tra mille foto e chiaccherate arriviamo a Stamsund dove io e Matteo scendiamo e salutiamo Roby (amico del frisbee) e Andrea (studente di Trondheim)…grazie x il passaggio e x la bellissima giornata! Per me e                                                Matteo però la giornata  è ben lontana da essere finita! J

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IMG_3830a.jpgStamsund, tappa prescelta per il famoso Ostello della Gioventù ed il suo proprietario Roar decantato su tutte le guide. Purtroppo non lo conosceremo di persona, ma dovremo ringraziare alla fine la sua collaboratrice Cecilie che sarà protagonista di questa tappa! Questo ostello è situato alla fine del piccolo villaggio ovviamente di pescatori ed è costruito proprio sul molo in una struttura molto spartana. La figata è che a disposizione ci sono alcune piccole barchette di legno e dietro una piccola cauzione si possono utilizzare per uscire a pescare liberamente con tutta l’attrezzatura! Noi siamo arrivati un po’ tardi, saranno già le 20.00, e le barchette sono già tutte fuori…peccato! Poco male, subito dietro all’edificio principale c’è un piccolo colle da esplorare sino ad arrivare al faro da dove si gode di un panorama che difficilmente dimenticherò. La giornata è perfetta, i colori del tramonto iniziano a manifestarsi e le Lofoten mostrano tutta la loro bellezza tra le tantissime montagne sul mare (coperte solo in cima da un “cappuccio” formato da nuvole che si poggiano dolcemente sopra di esse) e poi tante piccole isolette con diverse profondità sino ad intravedere in lontananza la costa frastagliata della Norvegia continenantale…..aggiungi l’atmosfera, la pace assoluta, i gabbiani e questi colori…che sunset…che spettacolo!

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IMG_3853.JPGNel rientrare vediamo un gruppetto di ragazzi (italiani) indaffarati dopo una battuta di pesca: 12 maccarelli (tipo di sgombro). Dopo aver scambiato due parole e difeso il loro pescato dai voraci gabbiani del molo, si passa prima alla pulizia del pesce e poi alla cucina!…io e Matteo siamo gentilmente invitati a condividere il bottino e circa alle ore 23 la cena è servita! Conosciamo così meglio questo gruppetto di cinque amici di Roma (Tancredi, Agnese, Chiara, Simone e Mauro) diretti a Capo Nord. Dopo cena rimaniamo a lungo nella “living room” dell’ostello quando circa alle 2 di notte…la buona Cecilia entra nella stanza ( io pensavo ci dicesse di fare meno casino che la gente stava dormendo…) ed invece ci dice: “ There is Aurora Borealis that is developing!”…usciamo di corsa ed in realtà all’inizio si intravede solo una strano fascio verticale ma di colore ancora grigio come una “nuvola strana”…poi poco dopo ecco il colore verde (come si vede nelle cartoline) che inizia a manifestarsi e pian piano si sposta brillando in alcuni punti per poi scomparire. E’ un fenomeno davvero strano ma viverlo cosi totalmente inaspettato (solitamente l’aurora boreale si vede durante i mesi invernali) è davvero eccezionale ed eccitante, perchè nessuno sa esattamente come funziona e come si sviluppa nel cielo. Per circa mezz’ora/un’ora siamo tutti noi italiani più la mitica Cecilie con il naso all’insù meravigliandoci di questa luce verde che brilla davanti al cielo blu della notte e che si sposta da sx verso dx creando un arco gigante e poi in verticale colorando questa notte magica! Rientriamo in ostello, ma nessuno ha più sonno e quindi tra un thè e qualcosa da mangiare si va avanti a parlare realizzando che tutti noi abbiamo visto per la prima volta l’Aurora Boreale!…una bella sensazione ed una bellissima esperienza vissuta! (PS: bravo Matteo che riesce in parte a fotografarla!)

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Ma non è ancora finita questa giornata…il sonno se ne è andato del tutto e vista l’ottima situazione meteo qualcuno resiste e ci fermiamo pure ad aspettare l’alba!…il posto è già deciso, la collinetta dietro l’ostello è un ottimo punto di osservazione e cosi rimaniamo fino alla fine in tre ad attendere il sorgere del sole tra conversazioni, un po’ di freddo e alcune foto sceniche  sfruttando luci e colori di un sunrise altrettanto magnifico!

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Tempo di salutare i ragazzi romani e tempo di concludere questa magica giornata che chiude in modo perfetto questa esperienza su queste magiche isole Lofoten!

Oltre il Circolo Polare Artico…ecco le magiche isole LOFOTEN!

Bergen-Oslo-Trondheim-Bodo. Quasi una giornata intera trascorsa in treno ed in più ultimo tratto con night train (la ferrovie norvegesi regalano a tutti il kit per il sonno stile aereo internazionale: copertina, cuscino gonfiabile, tappi, mascherina per gli occhi) e poi ti svegli che sei già oltre il Circolo Polare Artico. Da Bodo si traghetta per circa 3 ore con destinazione Moskenes, molo d’arrivo delle isole Lofoten. Traversata da dimenticare…ora capisco cosa significa mal di mare! Mare mosso e battello che si muove su e giù sbattendo violentemente sulle onde…all’inizio sembra Gardaland, poi il Titanic con tantissime persone che si sentono male (tra cui anche io, trascorro infatti la maggior parte del tempo accovacciato vicino alla porta dal bagno).

IMG_3601.JPGHo la testa che gira ancora ma quando sbarco l’impatto sulle Lofoten aiuta a star meglio e dato che non ci sono più bus che collegano Moskenes ad Å (non è un errore, è il nome del paese che corrisponde all’ultima lettera dell’aalfabeto norvegese e si pronuncia “O” ) si decide per una camminata di 5km per raggiungere il paesino più meridionale delle isole, prima tappa per la visita di questo arcipelago. Sulla strada trovo altre persone che stanno andando ad Å: prima una coppia tedesca, poi un algerino, poi un genitore con figlia sempre tedeschi e quindi tutti assieme ci si incammina con zainone in spalla (tipo pellegrini durante il cammino di Santiago) e siamo padroni della strada in questi tratti deserti dato che sono circa le 8 di sera, il tempo è abb nuvoloso  ma il tramonto regala una luce particolare e  l’atmosfera che c’è è molto particolare e mistica.

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IMG_3702.JPGL’arrivo dalla strada in questo piccolo villaggio di pescatori con le caratteristiche capanne rosse sul mare contornato da montagne diventa magico con la leggera foschia che si crea ed il silenzio infranto solo dal rumore delle onde e dei gabbiani. Arrivo all’ostello che gestisce alcune di queste rorbuer sparse per il paesino (sono vecchie capanne/palafitte utilizzate anticamente dai pescatori che si sono trasforamte in accomodation per turisti)  e ottengo un upgrade della camera dato che da oggi (20/08/13) è il primo giorno della stagione invernale e molte rorbuer sono chiuse: stanzetta con finestra vista mare sul molo con abbaino e soppalco di legno.

IMG_3628.JPGSveglia, breakfast a buffet ottimo (mi faccio anche furtivamente laIMG_3618.JPG scorta per il lunch J con pane + merluzzo spalmabile, che diventerà il mio kit di sopravvivenza qui alle Lofoten…devo pur ammortizzare gli elevati costi norvegesi!) e giretto del paese sotto una leggera pioggia ed un forte vento. Trovo un cartello con scritto in italiano “Museo dello Stoccafisso”…eh si le Lofoten sono famose per il merluzzo e soprattutto per lo stoccafisso (l’Italia è infatti il principale importatore dalla Norvegia di questo prodotto), ci sono infatti strutture di legno ovunque dove vengono fatti essicare naturalmente i merluzzi pescati durante l’inverno. Dopo essermi fatto una cultura sul merluzzo, scambiato due chiacchere con una guida locale ed aver esplorato il paesino davvero minuscolo rientro in ostello perchè il tempaccio non da tregua e non riesco a ritrovare ne i tedeschi ne gli algerini. Verso sera avviene una leggera schiarita e subito mi proietto al molo per alcune foto panoramiche pazzesche con la luce del cielo che regala schiarite e poi di nuovo tratti neri prima di un altro acquazzone che nella fretta mi fa perdere dallo zaino il gilet di micropile di mio papa e le noccioline (Notti Frutti, lo student’s food norvegese)! L La mattina dopo tempo leggermente migliore (o cosi sembra dato che cambia molto rapidamente) e subito come prima missione ritrovare il gilet…eccolo impiombato d’acqua attaccato ad un palo di legno con noccioline nella tasca!…e bravi i norvegesi! J .

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Decido di prendere il pullmann per spostarmi in un altro paesino per fare qualche hiking e sul bus trovo una coppia milanese (Edoardo e Sara) conosciuti la sera prima al tramonto sul molo. IMG_3718.JPGOltre a loro ci sono altri due ragazzi italiani come me in viaggio in solitaria: Antonio o Bruno (quale è il vero nome?) da Napoli e Daniele, romanaccio DOC. Giornata splendida grazie all’ottima compagnia trovata. Nonostante il tempo faccia i capricci si va prima in spiaggia a Ramberg (mezzaluna di sabbia bianca fine e acqua pulitissima…siamo sicuri di essere oltre il circolo polare artico?) e poi tappa a Reine per affrontare il verticale Reinebringen (monte sopra il paesino di Reine da dove si gode di una delle viste panoramiche + famose delle Lofoten).

IMG_3730.JPGEdoardo e Sara ritornano verso Å  e rimaniamo noi tre viaggiatori in solitaria pronti per la sfidante risalita (dichiarata dalla guida: short but challenging) e come se lo sarà! Alla partenza leggera schiarita e qualche raggio di sole ma è solo un’illusione…dopo 10 minuti ecco la pioggia!…pronti via scivolo su un masso e la mia macchina fotografica ne risentirà di questa caduta…vetro del display rotto! (funziona ma non vedo più cosa sto fotografando L). Si risale prima nel bosco tra radici e massi bagnati, fango e tratti con la corda di appoggio per arrampicarsi letteralmente sul pendio. Ultimo pezzo sempre più tosto e ripido tra vari massi e fiumiciattoli che attraversano il sentiero…dopo un ora e mezz di fatica eccoci all’apice…purtroppo molte nubi, pioggia e vento anche se per poco ci sono schiarite e si nota il panorama fantastico dell’arcipelago! E’ comunque motivo di soddisfazione esserci arrivati ed aver conquistato la vetta!…ora solo un problemino…bisogna anche scendere ed in queste condizioni è molto più impegnativo della risalita…vero Bruno?…scivola più e più volte ricoprendosi di fango gli unici pantaloni di jeans che aveva (sta infatti aspettando il bagaglio smarrito dalla compagnia aerea!).

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Stanchi, sporchi ma più uniti e soddisfatti di aver superato queste difficoltà si rientra verso Å dove tutti assieme si conclude la giornata con una bella pasta per tutti!…per cena si aggregano anche due ragazzi di Forli e un ragazzo di Varese che vive a Girona appena arrivati anche loro nel villaggio. Tempo di salutare Daniele, Bruno, Edoardo e Sara che devono rientrare mentre io mi organizzo un attimo con i nuovi arrivati…l’intenzione per l’indomani è risalire le Lofoten da Sud a  Nord ed arrivare nell’ultima isola dell’arcipelago!… 

 

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…alla conquista del TROLLTUNGA!

Ogni tanto mi capita di trovare foto di paesaggi su internet piuttosto che su riviste o durante un film/documentario che ti colpiscono particolarmente, paesaggi e posti che nel vederli tra me e me mi fanno pensare “cazz io qui ci voglio andare!” “un giorno anchio sarò lì”ecc ecc… 

Già con il viaggio di laurea mi era capitata una cosa simile per quanto riguarda l’isola thailandese di Koh Phi-Phi, (meglio conosciuta grazie al film “the Beach”, che mi aveva cosi colpito tanto da organizzarci un intero viaggio attorno a questa visita che volevo assolutamente fare/vedere. E cosi questa volta navigando in  internet mi sono invaghito del Trolltunga (un’escursione che culmina su una lingua di roccia a strapiombo su un fiordo)…insomma io li ci volevo andare, salirci, godermi il panorama e mettermi a cavalcioni come ho visto in molte foto! …E cosi è stato… J

IMG_3413.JPGNon è stato facile. Il sentiero per l’escursione al Trolltunga parte in un paesino sperduto nell’entroterra tra Stavanger e Bergen e non è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Io ho avuto la “botta di culo” di aver conosciuto Samuel e cosi dato che anche lui non era mai andato, siamo riusciti ad organizzarci in quattro e quattrotto e partire da Stavanger con la sua macchina + tenda annessa, alcune scorte di cibo e l’essenziale per un due/tre giorni in montagna! Si parte verso sera del Venerdi e sfruttando le lunghe giornate scandinave si arriva attorno alle 22 di sera con ancora un po’ di luce del giorno. Prima si costeggia in macchina montagne e soprattutto cascate (è incredibile quante ce ne siano per strada, una cosa mai vista) e poi si sale nel nulla totale della foresta dove vicino ad un parcheggio decidiamo di fermarci e accamparci con la tenda, vicino ad un gruppo di ragazzi americani anche loro pronti alla salita del Trolltunga dell’indomani. Si parte risalendo una vecchia funicolare con più di mille gradini (piccoli tasselli di legno in realtà) con tratti molto ripidi e poi si prosegue per circa 11km tra su e giù attraversando panorami davvero spettacolari.

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Il tempo tiene ma il sentiero è lungo, dopo il primo pezzo non è troppo impegnativo ma è molto bagnato, sporco e quindi fangoso. Dopo circa 5/6 ore io e Samuel arriviamo al culmine dell’escursione…eccola questa lingua di roccia quasi surreale che si proietta e domina l’intero fiordo e tutte le montagne circostanti a circa 1200m di altezza. Che spettacolo! La gente fa la fila per salirci e godersi il proprio momento, scacciare ogni tipo di pensiero anche solo per un’istante che però ci si ricorderà per molto tempo. Le persone qui sono davvero craetive e c’è chi si fa fotografare nudo, chi ha portato il costume da Superman, chi fa acrobazie ecc… solo per avere una foto artistica sul Trolltunga e per documentare il “io ci sono stato”. Ecco il mio momento…me lo godo a pieno con un bel sospiro…sedersi a cavalcioni lassù sull’orlo ti regala una magnifica sensazione, ci si sente liberi, non pensi a nulla se non ad un po’ di paura e vertigine…ma che figata…e ci sta pure una bella foto con salto!!! Trolltunga à mission complete!

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Il rientro non è comunque tanto più facile della salita e soprattutto il pezzo finale nel ridiscendere i gradini della funicolare. Samuel infatti scivola e si fa leggermente male ad una gamba  data anche la stanchezza fisica…ma non fa niente…alla fine…we did it! Poi si campeggia nuovamente questa volta in un camping organizzato con servizi ecc e come vicini di tenda ritrovo Luca e Matteo (i tassisti di Milano conosciuti a Stoccolma!

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…bello rivederli anche in Norvegia) con i quali passiamo l’ultima sera sotto un forte diluvio che ci impiomba tutta la tenda al risveglio! Già detto che Samuel è stato davvero  gentile e disponibile, ma si supera dandomi uno strappo sino a Bergen (non proprio sulla strada per il rientro a Stavanger) e cosi si volta pagina salutando il buon Samuel ed anche i due ragazzi di Milano che invece proseguono anch’essi verso Stavanger. 

Due parole bisogna spenderle anche su Bergen, cittadina turistica e vera “capitale” dei fiordi norvegesi. Bella si, mi è piaciuta, a tratti fin troppo turistica ma davvero caratteristica tra il vecchio molo (il “Bryggen” patrimonio Unesco), la funicolare con vista superba della città, le case tipiche, il mercato del pesce costellato da ragazzi spagnoli e italiani, lavoratori (ben pagati!) per la stagione estiva. Ovviamente qui il tempo è famoso per cambiare rapidamente ed infatti dal sole si passa al vento+pioggia ma ci sta… nella testa bisogna avere sempre il detto norvegese…there isn’t bad weather, there is only bad clothes! Dopo aver fatto un giro serale con un ragazzo spagnolo conosciuto in ostello e una nice talking con due ragazzi cinesi, studenti a Milano al Politecnico, è già tempo di lasciare i fiordi…(tralascerò infatti la visita del famoso e turistico tour “Norway in a Nutshell” che combina treno+boat tra Flam-Myrdal e Bergen…ci sarà un’altra occasione!)…next destination: sorpassare il Circolo Polare Artico e poi verso Nord per raggiungere le isole LOFOTEN! 

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…LA NORVEGIA DEL SUD ED I SUOI FAMOSI FIORDI…

Treno Oslo-Stavanger. Wi-fi ovviamente gratis dopo registrazione sul sito delle ferrovie norvegesi e paesaggio dal finestrino fatto di laghi dalle acque blu scuro e tantissimi boschi inclusi nel biglietto del tragitto che mi seguono fino a Stavanger. Vera porta d’ingresso dei fiordi sud-occidentali della Norvegia e cittadina importante sviluppatasi grazie ai giacimenti petroliferi e di gas naturale scovati nel Mare del Nord (1° motivo per cui la Norvegia dagli anni 70’/‘80 ha stravolto la propria economia sfruttando questa scoperta ed ottenendo una crescita di ricchezza incredibile che perdura fino ai giorni nostri).

Ore  19 e arrivo alla stazione dei treni di Stavanger e qui ho l’appuntamento per la mia prima vera esperienza di couchsurfing (ne avevo già parlato durante il periodo a Valencia, qui il link http://raz85.myblog.it/archive/2011/03/07/quelli-del-couchsurfing.html ). Essenzialmente ho richiesto ospitalità di qualche sera tramite questa “comunità” di couchsurfers e il buon e gentile Samuel ha accolto la mia domanda e si è reso disponibile ad ospitarmi per qualche notte. All’arrivo non c’è nessuno però, fa freddo e piove…dopo 15 min senza avere notizia eccolo arrivare e subito si fa due chiacchere e conoscenza nel tragitto verso casa sua con la sua macchina. Quarantenne, nato in Germania e trasferitosi in Norway per lavorare come carpentiere in privato già da più di 10 anni e quindi norvegese a tutti gli effetti. La sua macchina è praticamente un ufficio con attrezzi (alcuni poco raccomandabili tipo una sega devastante in bella vista) e tavole di legno nel retro furgoncino; la sua casa sembra quella di mastro geppetto con lavori in corso ovunque tra assi di legno e spazi ristrettissimi. Lo stesso giorno è arrivato da lui anche un altro “couchsurfer” americano (Lee, 26 anni) anche lui in solitaria dopo un periodo di un anno trascorso in Ungheria ad insegnare inglese ai ragazzi più piccoli. Oltre a Lee, che sta cucinando salmone al mio arrivo J, faccio conoscenza con Christian, tedesco di 27 anni anche lui qui tramite il couchsurfing ma stabilito in pianta stabile da qualche settimana per terminare uno stage come medico/infermiere qui a Stavanger (ragazzo in gamba che però nell’esprimersi ripete spesso le parole per almeno tre volte… “cool cool cool, good good good”). Infine c’è anche un ragazzo somalo, compagno di Samuel, che appena sa che sono italiano mi saluta con un “ Ciao bello, come stai?”…scoprirò poi che ha vissuto per un anno a Bari…. insomma tanti personaggi racchiusi in 20m2 di casa! Bella compagnia ed in generale grandissima esperienza tra spazi condivisi: Io infatti dormirò per tre notti nel mio sacco a pelo posizionato sotto un tavolo di una cucina tra “gamba” del tavolo e credenza!! à insomma bisogna prendere il tutto con lo spirito giusto e adattarsi…this is couchsurfing!

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Il giorno dopo è tempo di iniziare qualche escursione (hiking o data la natura dei veri e propri trekking) per scoprire i famosi fiordi norvegesi. Si parte dalla più famosa e turistica escursione della zona: il Preikestolen, meglio conosciuto come “il Pulpito” facilmente comprensibile come nome data la sua posizione spettacolare sul fiordo. Avrò come compagno di avventura per questa escursione Lee, l’americano, e cosi Samuel nell’andare a lavoro ci recapita in zona del porto a 6.30 e noi dopo una colazione veloce + pane gratuito distribuito per una campagna elettorale della zona (lo chiamamo il “politician bread”) ci imbarchiamo per raggiungere l’inizio del sentiero. La partenza è di quelle toste con sentiero ripido ed “umidiccio”, ma la fatica iniziale è subito ripagata alla visione di questo possente e dominante masso vista fiordo… che spettacolo arrivarci da sopra, vedere le diverse prospettive e salirci in cima strisciando fino all’orlo per un po’ di brividi per la vertigine dello strapiombo! Il tempo è buono e dopo il meritato lunch consumato sul masso arriva tantissima gente (è l’escursione più famosa e turistica!) e noi per scendere dal sentiero sembra di essere in un videogame dove bisogna virare a dx e sx per evitare persone, cani, bambini, radici e sassi! 

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IMG_3254.JPGSi rientra poi in città e giro per la old Stavanger, casette bianche di legno tra viuzze ciotolate contornate da fiori colorati ( posto che sicuramente piacerà alla mamma!). Non riusciamo a visitare il museo del petrolio ed il museo delle sardine (peccato, sembravano interessanti) e rientriamo verso la nostra “casa” passando nella zona del molo nuovo tra negozi, bar e casette tutte colorate. Rientro in pullmann per 5 minuti di corsa 30 corone norvegesti = circa 4€! Per la cena cucino io la classica pasta italiana (anche questa con ingredienti veri portati da casa e la sua bella figura la fa sempre!. Si chiacchera poi in casa e si decide per il giorno dopo… io e Lee andremo a fare un’altra escursione sui fiordi, alla conquista del KjeragBolten. 

IMG_3348.JPGDopo il solito strappo in macchina di Samuel, solito coffee al 7eleven e spesa coop per il pranzo prendiamo il bus che ci porterà dopo circa 3 ore all’imbocco del senitero. Percorso molto suggestivo che sale dritto dritto su per la montagna costeggiando e facendo la cresta delle montagne al di sopra del fiordo. CI sono pezzi impegnativi con catena e corda di appoggio per tirarsi su, e dopo circa 2/3 ore di sentiero ecco una delle famose “cartoline” della Norvegia à KJERAG , questo masso rotondo sospeso tra due pareti rocciose a strapiombo per 1000m sulle acque del fiordo! Ovviamente immancabile foto da cartolina salendo sopra su questa palla di roccia con sospiro di sollievo quando si rientra sulla “terraferma”. Tutto lo scenario intorno è ancora una volta bellissimo tra rocce tagliate con la lama che si infrangono verticali nel mare. Nel chiedere di fare la foto ad un ragazzo incontrato li sul famoso masso, scopro che non solo è italiano, ma bensi di Gardone Val Trompia! (quanto è piccolo il mondo!). Cosi inizio la discesa a valle con Lee, Bruno(il ragazzo italiano di Gardone) e Lorenzo, ragazzo spagnolo di Madrid anche lui conosciuto poco prima. Discesa ripida ed impegnativa contornata da bellissimi scenari quasi lunari e una bella chiaccherata con le nuove conoscenze + scambio finale di contatti sicuramente per rivederci una volta tornati! !

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 Si rientra a casa Samuel per l’ultima notte da ospiti; Lee il domani rientra a Pittsburgh negli States, ed io non avendo programmi decido e mi organizzo con Samuel per un’ altra escursione per i prossimi due giorni per completare uno dei miei obiettivi del mio viaggio: raggiungere il TROLLTUNGA!…coming soon…

…from STOCCOLMA to OSLO…

08/08/13 à Si lavora fino a mezzogiorno e poi senza perdere troppo tempo verso sera eccoci in aeroporto per la partenza verso la mia prima tappa: Stoccolma (per l’andata ho scelto l’aereo per guadagnare un po’ di tempo avendo trovato una buona offerta low-cost di Ryanair).  Zaino imballato da 14,6kg alla pesatura ed eccolo poco dopo a Stoccolma tra i nastri dell’aeroporto. Primo problemino, carta prepagata non funziona per il biglietto del bus verso la città, secondo tentativo a buon fine. Subito si fa conoscenza con due ragazzi di Milano anche loro con zainone pronti all’avventura. Subito noto l’efficienza e la nota avanguardia nordica: sul bus c’è la connessione gratutita Wifi, all’arrivo in ostello tutto è già molto organizzato e mi danno un foglietto con un codice che cambia ogni giorno per ogni porta da aprire dell’ostello. E’ ormai notte e mi sistemo piano piano al buio nel mio letto a castello con separè all’interno di un dormitorio di 18 posti.

IMG_2967.JPGBuongiorno Stoccolma, e buongiorno anche alle due ragazze russe che mi trovo come vicine (poteva andare peggio). Esco subito per colazione e con gioia ritrovo il mitico 7 Eleven (tanto adorato in Thailandia). Breakfast immediato con caffè + croissant certamente non ai prezzi thailandesi, ma ancora accettabili! Dopo un giro alla stazione e all’uff.turistico per alcune info sulla città e sui treni per il prossimo spostamento (tutto anche qui molto efficiente ed organizzato), inizio a fare un giro della città vecchia (Gamla Stan) per assistere al cambio della guardia davanti al Palazzo Reale. Tanta gente per la “solita” sfilata con i soldati in uniforme più soldati a cavallo con la fanfara. Qui assisto credo alla prima volta ad un fuori programma dove un cavallo imbizzarrito crea confusione e fa cadere da cavallo il soldato a terra. Poi mi incontro per pranzo con i due ragazzi di Milano conosciuti la sera prima all’arrivo. Luca e Matteo, i tassisti o “taxisti”. Anche loro con zainone all’avventura + tenda tra Stoccoma, Oslo, Copenaghen e Amsterdam. Decidiamo di noleggiare la bicicletta e mai scelta fu più azzeccata per visitare Stoccolma. Città perfetta da girare in bici, il meteo è dalla nostra parte perchè dal freddo e piovoso della mattina si passa al sole del pomeriggio che ci scalda durante la visita dell’isola di Djungarten dove facciamo tappa prima al museo Vasa con la sua stupenda nave vichinga (merita davvero la visita) e poi a Skansen (il museo a cielo aperto sulla storia e non solo della Svezia ) che però è chiuso in parte dato l’orario e che quindi io visiterò il giorno successivo dato che avrò maggior tempo, mentre per Luca e Matteo è l’ultimo giorno e sono costretti a vederne almeno solo una parte. Rientro al tramonto con la bici e riesco a disorientarmi facilmente tra incroci per le ciclabili ed i vari ponti che collegano le varie isole facendomi fare un bel giro lungo prima di ritrovare la via dell’ostello. La sera ritrovo Matteo e Luca nel loro ostello-barca (ce ne sono tantissimi cosi qui a Stoccolma, tra cui il bellissimo AF Chapman) e facciamo una bella serata in compagnia con tanta gente locale del posto + live music.

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 La giornata successiva sono di nuovo in solitaria e sarà una giornata interamente dedicata alla bicicletta. Qui a Stoccolma ci sono ciclabili ovunque, tantissima gente la usa e la cosa bella è che ha la precedenza su tutto con semafori dedicati e corsie preferenziali. La giornata è bellissima ed è un piacere gironzolare pedalando prima per il centro storico, poi vado a  chiedere info nella zona dei batteli per eventuale tappa a Helsinki e Tallin (scopro che la traversata è troppo lunga, circa 18 ore e quindi abbandono l’idea) ed infine ritorno sull’isola per iniziare la visita al parco-museo di Skansen. Bella la zona zoo con renne, bisonti, orsi ecc…poi molto caratteristica e ben riprodotta la vita e la storia folkloristica svedese con villaggi rurali e atmosfera del 1800-1900. Un bel parco davvero ben fatto stile un po’ Gardaland per grandi e piccini. Sfrutto la bici al 100% e faccio anche un giro del perimetro di questa piacevole isoletta ed anche della piccola isola Skeppsholmen tra giardini, canali e tantissima gente che fa running (molte ragazze tutte vestite “tecniche”, qui confermo lo stereotipo delle ragazze bionde svedesi che sembrano tutte “barbies”). Nel rientrare mi ritrovo a passare in  mezzo a due/tre matrimoni organizzati sul mare ed in generale noto una marea di gente all’aperto per sfruttare le ultime ore di sole nei parchi, nei bar, al porto ecc…tempo di fare sosta ad un supermercato e poi a “casa” in ostello per la cena e ultima sera nella capitale svedese prima di trasferirci ad Oslo à NORVEGIA.

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Prima di andare a prendere il treno voglio sfruttare ancora la bicicletta a noleggio ed inoltre la giornata è ancora molto bella con già un bel sole di prima mattina e cosi sveglia presto e via si pedala fino all’isola di Dunjgarten, si parcheggia la bici e via di running per un’oretta tra i bellissimi percorsi accanto al mare ed immersi nel verde di questa bell’isola pieni di runners di tutte le età e di tutti i generi. Rientro in ostello, colazione meritata al 7eleven, doccia, un saluto ad un ragazzo di Verona e via alla stazione. Il treno ad alta velocità tra le due capitali sembra uno chalet, tutto rifinito in legno e modernissimo, con Wi-fi, carrozza ristorante e vagone dedicato a giochi per bambini… poi il paesaggio,  guardando fuori dal finestrino ti ritrovi ad un’infinità di laghi, boschi e tante casette isolate stile fattoria della prateria con i colori caratteristici del nord (rosso o giallo ocra con contorni e porte bianche). Arrivando in Norvegia molte case si colorano di bianco, molto “english cottage”, e quasi sempre noto nei giardini delle case le reti elastiche circolari per far giocare i bambini!  

Arrivo ad Oslo, e subito noto che tutti, dai negozianti alle persone comuni,  salutano con un informale Hey o spesso un doppio Hey-Hey! Mi piace, è molto allegro e spigliato come modo di salutare! Cerco e trovo subito il Burger King dove è previsto il mio meeting point con Mari, la ragazza norvegese che mi ospiterà nella sua casa per due notti. Jose e Javier, due miei amici di Panama conosciuti durante il periodo trascorso in Spagna a Valencia, parlando della Norvegia mi avevano detto di avere una buona amica molto gentile e disponibile che viveva ad Oslo e che se avevo bisogno di qualcosa di contattarla.IMG_3106bbbb.jpg E cosi prima di partire avevo iniziato a sentirla e dato il tipo di viaggio mi ha detto che se volevo non c’erano problemi per stare a casa sua per qualche notte. E cosi conosciuta di persona Mari, si va sul tram e si scende in un quartiere molto tranquillo ed elegante (stile zona residenziale di London) per arrivare alla sua casa condivisa con Andres, ragazzo messicano che lavora da parecchi anni ad Oslo come ingegnere per una società petrolifera. Dopo due chiacchere e conoscenza anche con una ragazza spagnola di Pamplona collega di Andres, preparo la cena con una classica pasta con ingredienti portati direttamente da casa + una sbrisolona nostrana spacciata come dolce tipico della mia città! 😉 …cucinare e mangiare la vera pasta italiana all’estero riscuote sempre un gran successo ed anche questa volta non fallisce la prova ed inoltre apprezzano moltissimo la sbrisolona!

Post cena con Mari facendo un salto al Vigeland Park, bellissimo parco della città con “strane” sculture e poi tappa in una birreria della città dove davanti ad una birra locale facciamo una piacevole chiacchierata (mi conferma la difficoltà di comprare l’ alcohool in Norvegia se non in negozi appositi aperti solo in alcuni orari e periodi, infatti mi dice l’abitudine dei locali di ubriacarsi pesantemente nel weekend mischiando di tutto diciamo per “ammortizzare” i costi proibitivi dell’alchool). Inoltre mi racconta molto della cultura e delle abitudini dei norvegesi, per esempio il fatto che sono molto sportivi, amano e sfruttano la natura come diritto di tutti (da qui la possibilità di campeggiare ovunque liberamente con la propria tenda). Mi lascia anche detto un proverbio norvegese che rispecchia un po’ il loro stile di vita da amanti della natura e delle attività all’area aperta e che quindi mi ha colpito molto positivamente: “In Norway there isn’t  the bad weather, there is only bad clothes”. Spiegazione: in Norvegia infatti spesso il tempo è piovoso e cambia rapidamente, ma non bisogna preoccuparsene troppo altrimenti non si fa nulla e quindi bisogna lo stesso andare, fare, rimanere attivi senza preoccuparsi del tempo climatico.

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Il giorno dopo mentre Mari e Andres sono regolarmente a lavoro, io lo dedico alla visita della città: prima di tutto all’Opera (struttura avveniristica a forma di prua di nave situata all’ingresso della città  nel porto. Inizialmente ero un po’ scettico ma si rivela una bellissima costruzione con impressionanti le vetrate e la distesa di marmo bianco di Carrara sino sul tetto!). Poi visito la zona centrale con la famosa via pedonale Karl Johan piena di persone fino ad arrivare alla zona del nuovo molo Aker Brygge. Un vero nuovo quartiere ultramoderno con una serie di costruzioni all’avanguardia con molta cura al design e diverse sculture a volte discutibili. Poi inizia a piovere e mi rifugio al museo del pittore Edward Munch. Museo piccolino, ma interessante scoprire la vita travagliata del poeta ed ovviamente ammirare il suo celebre quadro “ L’urlo” (relegato in un angolino nella sala d’esposizione). Poi smette di piovere e dietro suggerimento di Mari tra tram e metro arrivo all’Holmenkollen (piccolo monte dietro la città con una bella vista della baia di Oslo) sede del nuovissimo trampolino per il salto con gli sci. Costruzione avveniristica e vertigini pure risalendo e tutti gli scalini della rampa accanto alla pista di atterraggio!

L’appuntamento è alle 17 con Mari e lei mi aspetta per entrare in casa dato che mi ha dato le sue chiavi, ma io sono un po’ in ritardo e perdo la metro e quindi dopo una corsa tra bus, metro (rischio di perdere anche un po’ di robe dopo che mi accorgo di avere lo zainetto aperto) arrivo a 17.45 ma fortunatamente Mari è riuscita ad entrare in casa con le chiavi di Andres…mi scuso con un simpatico “Italians are always in late”. Cena con dei loro amici (mi aspetto una cena locale con norvegesi) e invece mi ritrovo in mezzo a 6 spagnoli (colleghi di Andres tutti engineers nella società petrolifera) bevendo vino Rioja y hablando espanol! La mattina dopo è tempo di ripartire, cosi saluto e ringrazio Mari e Andres per l’ospitalità e mi incammino verso la railway station…prossima tappa STAVANGER, porta d’accesso per i fiordi norvegesi!

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Thank you SCANDINAVIA!

Parti in solitaria all’avventura alla scoperta di terre nuove e nuovi posti da esplorare senza sapere cosa ti aspetta e soprattutto chi ti aspetta…. e poi ritorni con nella testa luoghi visti e vissuti che ti sembrano essere come la tua casa per quanto bene sono impressi dentro di te. Torni arricchito dentro te stesso per le cose viste, le esperienze vissute, le avventure e disavventure che ti hanno coinvolto ed in più con tante, tantissime nuove conoscenze e contatti che in poco tempo da perfetti sconosciuti sono già diventati tuoi amici o comunque persone vicine con cui hai condiviso una parte del tuo viaggio.

Questo vuol dire viaggiare…viaggiare nel vero senso della parola. I viaggi sono fatti di luoghi e posti da vedere e visitare ma soprattutto di persone , sia locali che non, che da ogni parte del mondo condividono con te anche piccole cose e che anche con piccoli gesti o azioni costruiscono assieme a te il tuo viaggio.

Giunto al termine di questo bellissimo viaggio voglio tirare alcune conclusioni ed impressioni finali sin da subito prima di raccontare più nel dettaglio ed in ordine cronologico questi 23 giorni vissuti.

Già 23 giorni intensissimi vissuti tra 3 nazioni visitate (dalla NORVEGIA del sud  dei meravigliosi fiordi arrivando all’estremo Nord con le magiche isole Lofoten oltre il Circolo Polare Artico, poi attraversando la SVEZIA dalla infinita Lapponia a nord scendendo fino alle città più note del sud del paese ed infine ultima tappa nella cosmopolita Copenhagen in DANIMARCA), 3 valute diverse, 11 notti passate in ostelli, 3 notti trascorse in treno, 5 notti ospite da “couschsurfers” e 3 notti in tenda facendo wild camping.

E’ stata davvero un’avventura come volevo che fosse tra imprevisti, coincidenze e cose inaspettate che poi spesso si rivelano fortune o per meglio dire “botte di culo” che trasformano in “speciali ed autentiche” alcune esperienze! Partire da solo per un viaggio (cosa che consiglio a tutti da provare almeno una volta) adattandosi a tutto quello che viene senza sapere bene a cosa ed a soprattutto a chi si va incontro rende ogni tipo di incontro molto più profondo dando vita ad un clima di totale condivisione creando cosi legami molto forti.

Questo periodo trascorso in viaggio è andato tutto bene ed inoltre serviva a me per ritrovare me stesso, che si era un po’ smarrito dopo le ultimi vicissitudini. Devo dire che ha funzionato dandomi nuova energia, più convinzione e sicurezza dentro di me e mi ha garantito momenti e spazi di pura riflessione di cui avevo bisogno per pensare su quello che è, su quello che è stato e su quello che sarà un po’ in generale….ovviamente nessuno può sapere cosa accadrà…però andare incontro a ciò con maggiore serenità e convinzione in noi stessi credo possa aiutare!

Tralasciando altre considerazioni “filosofiche” e per non allargarmi troppo ed andare fuori tema a seguire nei prossimi giorni e settimane nel blog cercherò di raccontare con le parole e con le foto questo viaggio ricostruendo in ordine cronologico le mie tappe e le mie esperienze.

Intanto un grazie alla Scandinavia per tutti i posti stupendi visitati ed alla gente conosciuta comunicando soprattutto in inglese, ma tantissimo anche in spagnolo (ecco cosa serve a studiare!) e poi inaspettatamente anche molte belle persone italiane incontrate in questi giorni!

…SCANDINAVIA INTO THE WILD...foto e racconti coming soon  

 

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SCANDINAVIA…Into the Wild…

Rieccoci qua per un’altra avventura. Avventura nel senso vero della parola, perché questa volta mi spingerò in solitaria alla scoperta del Nord Europa, più precisamente in Scandinavia per esplorare e visitare soprattutto la Norvegia e poi Svezia, Danimarca e forse una toccata e fuga in Finlandia + Estonia.

Già, in solitaria, come accadde per buona parte del mio viaggio di laurea tra Thailandia, Laos e Cambogia. Il periodo e questa fase di vita che sto vivendo si adattano bene a questo viaggio, o forse sarebbe meglio dire che questo viaggio si adatta a me stesso per il momento che sto vivendo. Per quanto riguarda me e le persone che mi sono vicine ci sono stati alcuni cambiamenti importanti dall’ultimo viaggio effettuato in Sri Lanka e cosi un po’ per voltare pagina e digerire alcune decisioni, un po’ per me stesso, un po’ per riflettere in generale, un po’ per piacere e un po’ per sfida e per la voglia di rimettersi in gioco, ho scelto e ho voluto affrontare un viaggio in solitaria.

Il tipo di viaggio è diciamo il mio “solito” fai-da-te e quindi da backpacker, zaino in spalla e via all’avventura! Anche se in aggiunta a questo e data la destinazione ho optato per  un Interrail (il pass Interrail è quel biglietto del treno che ti permette di viaggiare liberamente in quasi tutta Europa, per maggiori info www.interrail.eu ) Avevo già sfruttato questa bella opportunità dell’Interrail quando ai tempi delle superiori io e 5 amici eravamo andati a zonzo anche se per un breve periodo tra la costa della Francia e la costa della Spagna, facendo cosi la prima esperienza come viaggio all’estero auto-organizzato.

La destinazione Scandinavia non era diciamo tra mie primissime scelte in assoluto nella mia “top ten” dei viaggi da fare, ma essendomi informato un po’ a riguardo ho capito che poteva essere una destinazione molto valida sia per la stagione estiva adatta a questo tipo di viaggio e sia soprattutto per visitare liberamente sfruttando l’Interrail  muovendosi su e giù con i treni per 3 settimane. Poi una serie di eventi e coincidenze strane che ha volte di fanno capire come il mondo è piccolo e quindi eccomi qua a cercare info in Internet, studiare itinerari, nviare richieste con CouchSurfing, leggere racconti e recensioni di viaggio, i ecc…immancabile guida turistica comprata (questa volta non Lonely, ma Guide Routard) e quindi pronto o “quasi” a questa avventura con la A maiuscola nelle terre selvagge del Nord Europa…insomma parafrasando un noto e gran bel film di successo questo viaggio per me sarà un po’ … SCANDINAVIA Into the Wild …   

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  “ Finirai per trovarla la Via… se prima hai il coraggio di perderti. “  (T.Terzani)

SRI LANKA 3a parte e conclusioni: Il sud dell’isola tra spiagge ed oceano

Dopo aver salutato tutto il gruppone conosciuto alle pendici dell’Adam’s Peak, ovviamente con l’immancabile foto ricordo con l’85enne Biriynda, abbiamo programmato un lungo transfer di circa 6 ore con auto+driver che ci condurrà sino al mare di Mirissa per goderci gli ultimi giorni in Sri Lanka in totale relax in spiaggia.

IMG_2525.JPGFacciamo un percorso non battuto e assolutamente poco turistico con strade desolate interrotte solo da qualche sporadico villaggio e circondati ovviamente anche qui dalle immancabili piantagioni di tè. Però poi il paesaggio cambia radicalmente: ci stiamo dirigendo a sud e ci allontaniamo dall’Hill country abbandonando queste verdi colline e le sue tante cascate per avere in cambio nuovamente davanti al nostro sguardo tante risaie, tantissime palme oltre a percepire quel caldo umido che avevamo già assaporato a Negombo all’arrivo in Sri Lanka. Il tempo è ancora cosi e cosi (strano) ed infatti pioviggina ma quando arrivi lungo la costa e vedi l’oceano si ha una leggera scossa di euforia e il brutto tempo passa in secondo piano. La ricerca della guesthouse non è facile…ci sentiamo dire spesso “full, all booked, high season…” ma non demordiamo perché per le ultime due notti vorremmo stare in una guest house “front of the beach” e dopo 5-6 tentativi eccola: al primo piano, in mezzo alle palme con balcone che da direttamente sull’oceano, letto gigante a baldacchino con vetrata gigantesca vista spiaggia. E’ leggermente fuori budget visto la media in questi posti ma ci concediamo questo “lusso” per concludere in bellezza il nostro viaggio.

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Giù lo zaino e via un tuffo nell’Oceano Indiano, onde alte, gente che fa surf, atmosfera super chillin e rilassata a ritmo di reggae con un setting tipico da spiaggia tropicale e senza quelle orribili strutture in cemento (tipiche delle località turistiche europee), insomma tutto molto simile alle zone viste e vissute in India del Sud. Purtroppo è ancora nuvoloso e niente sunset ma poi quando per cena si va direttamente in costume su un tavolino con candelina delle tante guesthouse direttamente in spiaggia a pochi passi dalla riva e ti trovi il banco del pesce fresco da scegliere e cucinato al momento accompagnato da una birra Lion….wow…this is life!!!

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Sveglia presto…voglio vedere l’alba…ma purtroppo è ancora abbastanza nuvoloso e quindi niente sunrise… almeno non pioviggina più e poi a quest’ora la spiaggia è deserta e quindi ci sta una bella corsettina giusto per esplorare la spiaggia in tutta la sua lunghezza. C’è un isolotto collegato alla spiaggia da un sottile strato di sabbia che regala una bellissima vista di tutta la spiaggia, delle sue innumerevoli palme, coconut e tante strutture di legno piantate in acqua per lo stilt fishing (una delle immagini da cartoline e più famose dello Sri Lanka). Poi un meritato breakfast dove io&Alessandra ci godiamo uova, pancake, toast e marmellate in riva all’oceano ascoltando il fragoroso suono delle onde che si accartocciano in mare. Un po’ di lettura e relax e poi per il lunch stesso copione…calamari, tiger prawns, birra Lion a bordo spiaggia! J

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Nel pomeriggio facciamo tappa con uno dei tanti e anche qui spericolati bus locali a Galle, cittadina di domino prima portoghese e poi olandese che è molto caratteristica con tante botteghe artigianali, sale da tè e negozietti con prodotti tipici che differisce completamente con tutte le altre città viste fino ad ora…non a caso fa parte del Patrimonio Unesco dato anche il suo vecchio forte e le possenti mura che hanno resistito proteggendo la città antica dallo tsunami del 2004.

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Invevitabile shopping e tante contrattazioni per qualche regalo e poi di nuovo ritorno in bus dove incrociamo una coppia francese reduce dalla scalata all’Adam’s Peak! Tornati a Mirissa ancora una volta non registriamo nessun tramonto, e quindi direttamente a cena fuori questa volta con red snapper e jumbo prawns serviti dai tanti giovani locali che si credono Bob Marley e sono tutti in stile afro-rasta con capelli riccioloni lunghi un po’ trasandati!

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Ultimo giorno…sveglia ancora presto…e in extremis all’ultimo giorno abbiamo un’alba che si possa definira tale!…ci piazziamo sull’isolotto che è un ottimo sunrise/sunset point e ci godiamo il momento e la bella luce che si riflette sulla spiaggia. Immancabile foto con salto e poi di nuovo breakfast on the beach questa volta anche con un bel coconut appena tagliato giusto per rispettare il cartello del venditore ambulante di coconut: “one coconut a day keeps the doctor away!”.

Il sole sale e fa davvero caldo…ultimo bagno e poi il check-out…direzione railway station.

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IMG_2707.JPGRientriamo in treno lungo la costa tra villaggi rurali verso la capitale e poi ancora bus finale verso Negombo per l’ultimo saluto a Massimiliano (Alessandra doveva rendergli il termometro prestatole il primo giorno!) ed un ultima piacevolissima conversazione prima delll’ultima notte di appoggio prima di dirigerci in aeroporto scortati da un tuc tuc driver assoldato con una buona contrattazione la notte prima che ci porta puntuale all’airport di mattina presto dove ci attende il volo di rientro.

Il viaggio in treno scorre lento, con le caratteristiche porte aperte che ti permettono non solo di vedere ma di sentire e sentirti parte del paesaggio e dei luoghi che stai attraversando. Il viaggiar lento ti lascia il tempo di far scorrere dentro di te le immagini di questo bellissimo viaggio e di questa bellissima nazione…

SRI LANKA= “la lacrima dell’India”, molto simile direi al gigante vicino avendo molte cose in comune e che mi ha fatto rivivere il mio primo vero “viaggio” in India di qualche anno fa, ma comunque diversa a partire dalla gente un po’ più disinibita e forse più aperta e lanciata verso una cultura più occidentale rispetto ai vicini indiani. Dentro rimangono le immagini e il ricordo di molteplici paesaggi diversi l’uno dall’altro davvero stupendi e totalmente naturali, i tantissimi tè bevuti con le persone conosciute sul posto, i sorrisi e la disponibilità della gente locale, gli innumerevoli gradini per visitare templi, grotte, pagode, cascate, parchi naturali ecc…

Davvero un bellissimo viaggio dove ho accompagnato e affiancato la neolaureata Alessandra che ringrazio e che si è dimostrata ancora una volta un’ottima compagna di avventure, (nonostante la sfortuna di essere malata per i primi 2-3 gg). L’unica nota negativa, come già detto, rimane quel piccolo neo per la sfortunata giornata che non ci ha permesso di salire e vivere a pieno l’Adam’s Peak, ma come sempre dico…bisgona lasciare qualcosa “da fare e da visitare” in ogni posto per avere una buona scusa per tornarci…

bye bye SRI LANKA, alla prossima!    

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SRI LANKA 2a parte: la Hill Country

Salutiamo la sorridente Madam e owner del b&b di Habarana e partiamo in jeep con lo stesso driver del safari del giorno prima verso Sigirya per poi spostarsi successivamente a Dambulla entrambi siti patrimonio dell’Unesco. Percorriamo una strada alternativa e anche qui ci sono zone allagate, ma ormai ci siamo abituati. Arriviamo all’entrata del sito e si para di fronte ai nostri occhi questa enorme roccia che sembra poggiata su questa spianata di terra circondata da giungla. Tanto per cambiare per salire in cima a questo masso ci sono circa 1200 gradini umidi, bagnati  e ripidi che si inerpicano di fronte e sul fianco della roccia fino a raggiungere la sommità che ospita le rovine di una vecchia fortezza con resti di giardini acquatici che potrebbero ricordare un po’ il Macchu Picchu per dare un’idea. In cima il vento è forte ma la vista poi è notevole e ti da questa sensazione di possenza e dominanza che ti fa gustare il momento! Insomma l’entrata e la visita a questo sito archeologico vale davvero il prezzo del biglietto!

 

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Si riparte poi per Dambulla, la città è molto più caotica e arriviamo al Golden rock temple che ci lascia un po’ così con un Buddha gigante molto ma molto kitsch (costruzione recente in collaborazione con Japan e Thailand)…per fortuna poi si sale qualche rampa, ancora gradini tanto per cambiare, con tante tante scimmie che sono pronte a racimolare cibo dai bidoni e dai malcapitati turisti come una ragazza indiana che viene derubata nettamente della sua noce di cocco oppure dalla classica comitiva giapponese che si fa rubare dalla borsetta delle barrette di cioccolato! Il tempio da visitare non c’entra nulla con quello visto alla base (per fortuna direi!) ed anzi è davvero autentico perché dalla piccola entrata si spalancano dellle grotte che sono delle vere e proprie caverne contententi tantissime statue del Buddha, alcune gigantesche, nelle varie posizioni e sono tutte affrescate sui lati e sul soffitto in uno straordinario stato di conservazione.

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Al rientro a Dambulla salutiamo il premuroso driver Dytsa e prendiamo il bus pubblico to Kandy. Due ore diciamo non-confortable ma comunque sempre un’esperienza da provare per la velocità dei bus, per la tipica musica locale a tutto volume, per il clacson strombazzante e soprattutto per le lucine delle varie divinità sul “cruscotto” che si illuminano ad ogni tocco di freno dell’autobus…fantastico!

La ricerca della guesthouse a Kandy non è cosi facile un po’ perché la gente locale qui è un po’ più fighetta, più ricca e si sente un po’ più superiore rispetto alle altre zone della nazione e poi soprattutto perché è il 31 dicembre. Cavolo non sembra davvero l’ultimo dell’anno, forse sarà la temperatura mite oppure sarà che qui non viene festeggiato (per i buddisti il nuovo anno si celebra ad Aprile con l’arrivo del monsone) e quindi l’atmosfera sembra un giorno normalissimo di piena estate!IMG_2338.JPG Alla fine troviamo una guesthouse con una proprietaria anziana che si meriterà il titolo di persona “peggiore” di tutto lo Sri Lanka per la sua indisponenza. Non ci siamo troppo simpatici a prima vista ed io per rincarare la dose in camera provo a forzare una presa elettrica che non entra regolarmente e boom…corto circuito su tutto il piano! J

Il mattino facciamo la visita ad uno dei templi più sacri dello Sri Lanka; il tempio del dente di Buddha (struttura in stile un po’ giapponese/thailandese) dove assistiamo durante la poja mattutina (preghiera) a tantissimi locali in visita per la processione portando offerte e pregando vicino alla preziosa reliquia del Buddha.

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IMG_2366.JPGPronti via e ci spostiamo con la macchina verso Nuwara Eliya, paese nel cuore della Hill Country a quasi 2000m di altitudine. La strada poco dopo Kandy inizia ad inerpicarsi tra mille tornanti scoprendo pian piano colline ondulate totalmente ricoperte da piantagioni di tè perfettamente tenute e separate da aiuole di fiori e tante  piantagioni di gomma alternando anche alcune cascate per creare delle macchie bianche d’acqua a questo panorama spettacolare. Facciamo una prima tappa alle Ramboda Falls per un tè vista cascate e poi visita alla tea factory Labookellie, un vero e proprio impero, dove apprendiamo tutto il processo dalla raccolta alla produzione del tè conoscendo un gruppo di bambini singalesi che giocano liberamente nelle stanze dedicate alla fermentazione delle foglie da tè regalando alcune foto e tanti sorrisi. Poi per concludere la visita un altro tè in terrazza molto british con sfondo il verde delle piantagioni…paesaggio da cartolina!!!

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Arriviamo in serata nella tranquilla e verde Nuwara Eliya giusto il tempo per fare un giretto del centro e del mercato locale, speravo qualcosa meglio, poi una cenetta e l’accordo per l’escursione per il domani con il disponibilissimo e curioso gestore Lucky.

E cosi sveglia presto e alle 6 siamo già sulla jeep che ci conduce tra stretti e ripidi tornanti e sorpassando piccoli villaggi e piantagioni di tè fino ad arrivare al parco nazionale dell’Horton Plains, si tratta infatti di un altopiano a circa 2000m in cui bisogna arrivare presto per evitare la nebbia e vedere animali di specie protetta e fare alcuni sentieri per tranquilli trekking. Colazione take-away e via imbocchiamo un sentiero che è praticamente un anello di 9Km nel quale passeggiando incontriamo dei sambar (simili ai cervi) e il mitico macaco dalla barba bianca (una scimmia cicciottella con la lunga barba bianca!). La prima tappa è il little world’s end; in pratica l’altopiano si interrompe all’improvviso vicino al sentiero e regala un “burrone” da brividi dove è meglio non sporgersi troppo (scopriamo da alcuni racconti di viaggio che anni fa sono precipitati e morti due turisti). La seconda tappa è il più blasonato World’s End; 800 m di montagna praticamente spaccata che precipita nelle vallate circostanti….anche qui c’è una specie di piattaforma di legno e poi….il nulla! Ci sporgiamo per qualche foto sul ciglio ma con cautela però perché in effetti il vuoto è visibile e molto vicino ai nostri piedi! 

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Riprendiamo il sentiero e sotto un leggero sole che si scopre, e picchia parecchio quando esce, raggiungiamo la terza ed ultima tappa; le Baker’s fall. Prima troviamo un sentierino ripidissimo che scende fino alla bocca delle cascate…io lo provo a fare non senza fatica, soprattutto per la risalita e per il terreno umido e scivoloso (per fortuna ho le mie scarpe Quechua!…che acquisto!)…poi si scopre che c’è un ben più comodo sentiero a gradini che arriva dinanzi alla cascata a metà del salto per assaporare le goccioline d’acqua nell’aria e per essere avvolti dal fragoroso rumore dell’acqua!

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Ultimo sforzo per l’ultimo tratto di sentiero guadando piccoli ruscelli immersi nella natura per poi arrivare dopo circa tre ore complessive alla jeep che ci riporta alla base e che conclude così questa bellissima mattinata.

IMG_2471.JPGNel pomeriggio ci dirigiamo alla stazione dei bus…gente che urla le varie destinazioni, via vai pullmann che strombazzano ma nonostante questo sembra un “caos ordinato” e non è difficile trovare il pulmann giusto! Dopo pochi km raggiungiamo la Pedro Tea Estate dove facciamo una breve, semplice ed esaustiva visita della factory per poi immancabilmente chiudere con una tazza di tè nel salone non prima di essere finiti nelle piantagioni ed assistere alla fine della giornata per le povere donne raccoglitrici “women pickers” che rientrano con le loro ceste piene di foglie (devono raccogliere 20 Kg di foglie al giorno per avere circa un misero rimborso di 3$!!!).

 

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Concludiamo la giornata con una cena in un ristorante indiano ed una bella conversazione con Lucky che rimane ammirato e propone uno scambio con le mie scarpe leggere estive della decathlon e anche con gli Ali-Baba’s pants.

 

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Dopo una buona e ricca colazione preparata da Lucky ed un’ultima trattativa per le scarpe siamo di nuovo in stazione dei bus questa volta in direzione Hatton e qui successivamente, dopo aver superato ancora vallate di piantagioni di tè, laghi e cascate e superato praticamente un unico cantiere data la strada pessima e gli smottamenti causati dalle frane, un altro bus per arrivare a Dalhouise, un piccolo paesino isolato popolato solo da bancarelle e da guesthouse per chi come noi ha intenzione di salire all’Adam’s Peak. E’ la montagna più sacra dello Sri Lanka che domina le vallate sottostanti con la sua forma perfetta a triangolo dalla sua cima a quota 2300m raggiungibile superando e scalando circa 5200 gradini! Già sarebbe fico cosi, ma a rendere speciale questo posto è che è meta di pellegrinaggio e che l’ascensione per eccellenza si effettua durante la notte dato che il sentiero è illuminato per arrivare cosi dopo circa tre ore e godersi l’alba e il riflesso della sagoma montagna nella vallata da questo posto cosi religioso e cosi mistico allo stesso tempo.

IMG_2523.JPGArriviamo a Dalhouise, pioviggina, poi smette, poi ancora un pochino…conosciamo alla nostra guest house un ragazzo olandese in solitaria anche lui qui ovviamente per scalare l’Adam’s Peak. Durante la cena alla guest house siamo un bel gruppo e le aspettative e l’attesa sale, soprattutto per me che avevo fatto molto pressing psicologico ad Alessandra per venire in questo posto già ben prima di iniziare il viaggio; in tutto siamo noi due, l’olandese, un’altra coppia italiana, una tedesca, una francese, una ragazza francese con la zia, una famiglia inglese e soprattutto Biriynda, signora 85enne in gambissima che che lavora alla guesthouse, ex guida per la scalata e che ci rivela di aver fatto 79 volte su e giù dalla vetta. Prima di andare a riposare, la partenza è fissata per circa l’una e mezza-due AM, ci consigliano e ci danno un barattolino di sale e uno di pepe…non capiamo e così chiediamo info scoprendo che è il kit anti-sanguisughe che pare popolino la zona!…molto beneee!

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Sveglia puntata ma purtroppo mi alzo ben prima dell’orario previsto…il rumore della pioggia è incessante, esco a controllare e piove…tanto…mi rimetto a dormire posticipando di un oretta per vedere se diminuisce e invece macchè…piove ancora forte! Qualcuno va lo stesso, qualcuno è indeciso, qualcuno no…sicuramente non ci sarà nessun sunrise e quindi a malicuore e con tantissima delusione, soprattutto per me, desistiamo dalla scalata…peccato davvero. LLL

Si torna a dormire ancora un pochino, al risveglio piove ancora anche se leggermente meno, qualcuno lo vediamo tornare completamente bagnato…infatti niente sunrise e niente vista…solo il gusto di dire l’ho fatto. Certo già qualcosa ma sicuramente non quello che ci si aspettava. Insomma un occasione persa che spero possa ricapitare…davvero un gran peccato…ripeto…che delusione…

Per smaltire questo smacco non ci resta che ripartire…direzione sud…verso l’oceano…