Quel giorno che abbiamo bussato alla porta della Dimora degli Dei!! Avventura sul Monte Olimpo, il racconto!

Il Monte Olimpo c’è. Esiste davvero. Ora lo posso davvero confermare. Un nome che affascina, che attira l’attenzione, che stimola la fantasia ed accarezza suggestioni leggendarie e mitologiche. L’idea del viaggio estivo in Grecia è partita proprio da questo pensiero, da questa idea nella mia testa…”ma che bello sarebbe andare a conquistare il Monte Olimpo..” Scalare la vetta degli Dei, raggiungere simbolicamente Zeus (e perchè no anche la sua nipotina Pollon), o più concretamente raggiungere la cima più alta di tutta la Grecia. L’idea e la curiosità si sono poi sviluppate ed è nato l’itinerario di viaggio che tra i suoi highlights prevedeva appunto la scalata al Monte Olimpo, oltre all’esplorazione delle Meteore come scritto in precedenza e varie tappe a mare nel Peloponneso in avanscoperta lungo il  territorio ellenico.
20200809_165041-minE cosi la mattina del 9 Agosto ci si avvicina in auto all’abitato di Litochoro, poco distante dalla costa del Mar Egeo e porta di accesso al Parco Naturale dell’Olympus. Una prima opzione più onerosa in termini di tempo e di fatica è partire da qui con il trekking seguendo l’itinerario E4 lungo la valle dell’Enipeas oppure come faremo noi e la maggior parte di persone sceglie, l’opzione vincente è quella di raggiungere la località PRIONIA con il proprio mezzo e da qui partire per il cammino. Pronti via, da Litochoro dopo circa 15-20km tortuosi troviamo posto all’auto che abbandoneremo fino alla sera del giorno dopo ( sperando che il nostro pandino sopravviva indenne all’overnight e riparta regolaramente visto i problemi tecnici già avuti a Kastraki). Lasciamo trolley in auto e zaino in spalla si parte a camminare agganciando subito il percorso E4 che ci condurrà al rifugio Spillios Agapitos prenotato per la notte dall’Italia qualche settimana prima per onestissimi 13€ la notte con posto letto in dormitorio. Marta dopo alcuni dubbi nel briefing durante la scelta dell’attrezzatura lascia in macchina le racchette o bastoncini da trekking ( o le “batecche” come piace chiamarle a me ) ed a posteriori lei e soprattutto le sue gambe ne pagheranno le conseguenze…ergo, un buon consiglio è sicuramente: portate con voi la racchette da trekking!

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6km con 1000m di dislivello positivo. Sono queste le due cifre del primo giorno di trekking da Prionia al Rif. Agapitos Spillios, per gli amici semplicemente Refuge A. Nel bel mezzo si sale prima nel bosco molto rapidamente con molti gradoni seguendo il fiume Enipeas ( molto bella una cascatina proprio all’inizio del sentiero ), poi il sentiero si apre e si inerpica scoperto tra le rocce e gli alberi lasciano spazio a piccole zone verdi di macchia mediterranea dove Marta va a caccia di lamponi. Sono buonissimi, molto zuccherini…insomma per rimanere a tema direi…divini! Sempre per rimanere in tema un cane nero di media-grossa taglia ci segue per buona parte del percorso, anzi spesso ci precede mostrandoci la via…sarà mica la reincarnazione di Zeus a 4 zampe?? Arriviamo nel tardo pomeriggio/sera cosi alla nostra prima tappa e troviamo questo grande rifugio suddiviso in vari edifici e molto ben organizzato ( a pieno regime conta  circa 130 posti letto totali ). Vista la situazione Covid la capienza è dimezzata e cosi in una camerata da 6 troviamo solo come compagno un francese che sta affrontando il trek in solitaria. Oltre a lui, notiamo qualche gruppetto di ragazzi locali greci e qualche altro sporadico turista ( qualche inglese e qualche altro francese, italiani mi sa siamo gli unici) I piatti sono moolto abbondanti e facciamo il pieno di carboidrati con una più che generosa pasta al sugo di pomodoro. Per fortuna anche le coperte sono abbondanti visto che la camerata è molto fredda e più che altro molto umida, dato che qui appena cala il sole la colonnina dei gradi scende rapidamente…siamo pur sempre a circa 2000m!IMG-20200810-WA0030

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IMG-20200810-WA0048 Sveglia all’alba come giusto che sia in montagna e ci strofiniamo gli occhi ancora dormienti con l’ascensione del Sole che si alza dal mare proprio di fronte a noi e mostra i suoi primi raggi che scaldano corpo, cuore e testa. Che ottimo risveglio ed un buon modo per iniziare la giornata. Già…questa è La Giornata. L’obiettivo è uno solo ed è ben chiaro: andare a conquistare il Monte Olimpo, la vetta più alta di tutta la Grecia, la Dimora degli Dei. Per farlo ci sono di mezzo ancora ore di tempo, metri di dislivello, gocce di sudore e fatica e tanti pensieri che scorrono per la testa, che dovrà poi rimanere lucida ed impartire istruzioni ben precise di manovra a tutto il corpo.IMG-20200810-WA0049IMG-20200810-WA005020200810_071329-min

Dopo una buona colazione si parte, il cartello ci mostra la direzione da seguire “to the summits”, il menù prevede soli 3km di sviluppo kilometrico, ma con ben 1000m di dislivello positivo! Ormai dei numeri non interessa più nulla, siamo qui ora immersi pienamente in questo viaggio nel viaggio e quello che conta sono le immagini fuori che gli occhi raccolgono e le emozioni ed esperienze dentro che stiamo vivendo. Si sale a zig-zag, il sole crescente regala scorci ed una luce bellissima, intravediamo una Montagna rocciosa in lontananza, ma non sono sicuro sia La Montagna che stiamo andando a conquistare. L’ambiente è molto brullo ed arido, sbuca anche un camoscio in lontananza e da un versante vediamo anche una sagoma nera muoversi molto velocemente e scendere verso il sentiero che stiamo percorrendo…cazz è Zeus, cioè il cane nero che abbiamo ribattezzato Zeus e che ci aveva fatto compagnia il giorno prima. Una volta raggiunti inizia la salita con noi e ci accompagna in questo tratto molto tosto e molto ripido. Il panorama è sempre molto selvatico, il fondo è ghiaioso e ci ricorda un po’ la parte finale del Trekking in Ladakh ( anche se là eravamo a circa 5000m e qui saremo ora a circa 2700m). Saliamo di pari passo con Kostis, un franco-greco, che vive ad Atene e che finalmente ci spiega è riuscito a ritagliarsi un po’ di tempo per questo trekking ed è qui anche per lui per questa missione comune: raggiungere la vetta del Monte Olimpo.

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La temperatura poi si abbassa velocemente, alzando lo sguardo si nota solo tanto grigio, le nuvole coprono tutta la sommità e non si riesce a vedere bene quello che sta attorno a noi. Il vento gelido poi non aiuta e cosi non siamo più sicuri di aver raggiunto il famoso bivio di SKALA, che dovrebbe essere punto focale prima di svoltare per raggiungere la vetta più alta, la vetta Mytikas. Già perchè l’Olimpo non ha una sola cima ben distinta, pare ce ne siano molte tra le creste tra cui appunto Skala a 2866m ( che dato il tempaccio non capiamo se è stata raggiunta oppure no), Skolio 2912m e poi la Cima più alta, la mitica Mytikas sulla quale sventola la bandiera greca, ed è ovviamente li che vogliamo andare ed è il nostro obiettivo finale. A livello tecnico come ci era stato preannunciato infatti arrivare a Skala e Skolio non presenta particolari difficoltà tecniche di percorso se non appunto il notevole dislivello, mentre invece per raggiungere Mytikas pare ci sia una via alpinistica da seguire ed infatti l’esperta rifugista avvisa tutti gli escursionisti che comunque per lei si può fare anche senza imbrago/caschetto, ma è “un po’ challenging” a suo dire. Il sentiero e tutto quello attorno a noi è ormai avvolto dalle nubi e la visibilità è davvero molto scarsa, solo qualche decina di metri. Siamo ormai un gruppetto (noi due, Kostis, due ragazzi greci e altri due francesi ) e con parecchi dubbi sul percorso proseguiamo dubbiosi e ci chiediamo se abbiamo già passato o meno Skala. Consultiamo l’app MapsME  (sempre utilissima in fatto di sentieri ) e ci riusciamo finalmente ad orientare…cazz stiamo andando nella direzione sbagliata. Dietro front e poco dopo raggiungiamo Skolio che sarebbe la cima più panoramica, ma che ci regala alla vista solamente un bel muro grigio di nuvole! Ricompare anche il “nostro” cane, ormai una delle poche certezze del momento! Tornando al bivio che avevamo sorpassato in precedenza notiamo ora con attenzione una piccola freccia rossa dipinta in basso su una roccia che indica ‘Mytikas’…ecco il famoso bivio, ora ci siamo.

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C’è però molta indecisione, paura, insicurezza perchè il tratto roccioso precipita ripido verso il basso e scompare poi tra le nubi…mah…qualche sguardo di intesa per raccogliere le forze e rafforzare lo stato d’animo e ci si prova, alla fine siamo qui proprio per questo. I due francesi partono come apripista e scompaiono subito ai nostri occhi…tocca poi ai due greci e poi a noi che avanziamo con cautela utlizzando gambe, braccia e culo per scendere da questi ripidissimi roccioni seguendo dei bolloni rossi dipinti sul grigio delle rocce. Dopo la discesa ecco un bel traverso che sembra seguire la cresta e la certezza che almeno il percorso è quello giusto, però che percorso!…L’aggettivo “challenging” prende forma e mi sembra proprio ben azzeccato, forse anche un po’ sottostimato…aggiungerei infatti l’avverbio “molto” per rafforzare il concetto! Davanti a me riesco ad intravedere le sagome dei due greci, ora il traverso sale convinto e segue una cengia dove troviamo un attimo riposo e ne approffittiamo per qualche foto aerea. I guantini aiutamo a proseguire utilizzando le mani ad ogni appiglio possibile, poi d’un tratto le nuvole vengono spazzate via dal vento ed l’azzurro del cielo squarcia via qualche pezzetto di bianco e grigio mostrandoci meglio l’area attorno a noi…ecco…forse erano meglio i nuvoloni, forse era meglio non vedere. Ora ci è chiaro dove siamo cazzarola, stiamo proprio seguendo il profilo frastagliato della montagna lungo le sue creste e sotto di noi non c’è praticamente nulla…un bel canalone molto ripido…oook meglio guardare bene bene solo dove mettiamo i piedi!

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Ci sono comunque tanti appigli e procediamo con quel brivido di paura misto ad adrenalina, il panorama è comunque pazzesco e questo via e vai dei nuvoloni rende tutto molto epico…(per alleviare la testa e qualche brutto pensiero tra me e me penso…“certo che Zeus non poteva scegliersi una tranquilla casetta in campagna??”). Poi a proposito di Zeus chi compare ancora dietro di noi? Proprio lui, il nostro cane arrampicatore, un idolo assoluto, pazzesco dove sta andando con le sue zampe! In un tratto lo sentiamo piangere e non trovare gli appigli giusti per salire, ma poi eccolo di nuovo dietro di noi e se ce la fa lui, non vedo perchè non non possiamo riuscirci anche noi! Si sale ancora molto rapidamente dritto per dritto e poi ancora qualche discesa in stile “culo a culo” fino ad arrivare ad un punto che sembra non andare da nessuna parte e dove infatti vediamo i due greci titubanti. Li però, tra le nubi, vediamo dall’altra parte la bandiera, quella maledetta si fa vedere, ma non è ancora fatta, infatti l’ultimo pezzo si preannuncia ostico e molto crestoso. I due ragazzi mollano e tornano indietro ( potevano fare un ultimo sforzo ma non se la sentono, dicono che ci riproveranno un’altra volta). Noi arrivati qui ormai siamo in missione e vogliamo prenderci quella bandiera e ci proviamo superando un passaggio assai esposto e complicato, ma agevolato da una una fune metallica. Ora il più è fatto, ultima risalita facile ed ecco la mitica vetta Mytikas….oooh Yeaaah! Ce l’abbiamo fatta! Che soddisfazione e che bella sensazione di pura libertà e felicità per questa conquista! Siamo on the top, siamo sulla vetta più alta di tutta la Grecia e abbiamo raggiunto la Dimora degli Dei, the Summit of Pantheon!! Il padrone di casa non c’è, nessun palazzo di Zeus e nessuna colonna d’oro, purtoppo non c’è neanche Pollon, ma quello che rappresenta questa bandiera impiantata tra le rocce ha un significato molto intenso e profondo. Imprimere i nostri nomi sul libro di vetta èun’onore ed un bel premio ampiamente meritato. Oooo che figata tutto quanto!

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La testa ed il corpo ora sono svuotati ed appagati pienamente, ci sono i due francesi ed un gruppo di alpinisti greci completamente attrezzati che sono saliti da un’altra via, da li poco a arriva anche Kostis visibilmente provato e dietro di noi il nostro Zeus a quattro zampe, anche lui incredibilmente ce l’ha fatta!! Ci godiamo la cima, rilassandoci un attimo per godere il panorama che non è ovviamente limpido, ma che ci regala anche qualche raggio di sole che filtra timido tra le nubi. Insomma è una figata tutto quanto ed ovviamente immortaliamo il momento con qualche bella foto.IMG-20200810-WA0068IMG-20200810-WA0070

Ora non ci resta che ritornare e scendere…eh già non proprio una semplice passeggiata. Step by step e con molta attenzione si riparte per lo stesso percorso di salita e non è proprio una banalità, anzi alcuni passaggi sono anche più insidiosi ora. Senza nessuna fretta e con molte cautele raggiungiamo il bivio di Skala ed è un bel sospiro di sollievo, da qui la parte tecnica e difficile è terminata, ora non ci resta che camminare ancora per qualche oretta…eh già dai 2900m dobbiamo scendere ai 1100m di Prionia. Una bella pausa al rifugio per un pasto ed un cambio abiti rigenerante e poi di nuovo giù tra stanchezza, mal di quadricipiti e polpacci ( vero Marta??) e voglia di arrivare alla macchina. Già, la Panda…speriamo che prima di tutto ci sia ancora e che poi non faccia brutta scherzi alla ripartenza! Dopo più di sette ore effettive di cammino il destino ha pietà di noi e tutto va per il verso giusto, possiamo rientrare a Litochoro e goderci un meritato riposo ed una bella e buona cena a base di souvlaki e feta roasted “festeggiando” questa nostra impresa…alla tua Zeus, mission completed!!!

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PS: il mitico cane speriamo sia rientrato integro al rifugio, purtroppo dopo la cima non lo abbiamo più visto, ma non abbiamo dubbi che stia scodinzolando felice su qualche sentiero del Monte Olimpo!

Quel giorno che abbiamo bussato alla porta della Dimora degli Dei!! Avventura sul Monte Olimpo, il racconto!ultima modifica: 2020-10-02T16:56:52+02:00da raz85
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