Baktapur, Patan, Bodnath, Pashupatinath, Dakshinkali, Swayambhunath, Changu Narayan…e altri ancora…no no no sto dando nomi a caso tra l’altro molto difficli da pronunciare; sono i principali templi / città da visitare nella valle di Kathmandu, in un’area racchiusa di storia e di cultura del Nepal, dagli splendori dell’antica cultura Newari alle cerimonie ed usanze religiose e non solo, ancora presenti e molto forti ed importanti  in questo straordinario paese. Ma andiamo con ordine per riscoprire queste bellezze:

–         Baktapur: “sbarcare” nell’antica capitale dopo le soilte 7 terribli ore di autobus (partenza da Chitwan ) attraversando interamente la caotica Kathmandu già è stata una liberazione ed una sensazione piacevole. Se poi ti catapulti direttamente in una realtà medioevale arrivando nella città in orario serale con il sole che spegne la giornata e fa piombare l’oscurità di tutti questi vicoli e queste viuzze strette in mezzo alle rovine di mattoni per le strade. Insomma l’impatto a Baktapur è affascinante, si entra nella Durbar Square ( 15 $ per entrare nell’area protetta dal governo) e la luce artificiale è assente, incrociamo una processione hinduista che al ritmo di tamburelli e illuminata solo tramite candele pervade una piccola piazza accanto ad uno dei templi più importanti della città. Insomma vale davvero il prezzo del biglietto. La scelta della nostra Guesthouse si rivela infelice e cosi dopo aver consumato la cena al Namaste Cafè (assolutamente da andarci) e “coccolati” dal cameriere più gentile che abbia mai trovato si rientra per questa nottata e l’indomani con la luce del giorno prima di tutto si cambia guesthouse trovando casualmente un’ottima sistemazione in pieno centro con del personale davvero simpatico e disponibile ( Guesthouse Tashidelek).

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Da qui iniziamo a perlustrare la città e ci affidiamo all’itinerario a piedi della Lonely Planet, bello e completo per chi ha poco tempo e tanta voglia di scoprire e di camminare…però un altro “trucco”potrebbe essere di andare a caso e perdersi tra questi vicoli e godere della vita di altri tempi di questa fantastica città. Facciamo conoscenza con un gruppo di italiani a passeggio e scopriamo che fanno parte dell’associazione “Viaggi Avventure Nel Mondo” e guidati dal simpatico coordinatore Marco stanno scoprendo anche loro il Nepal. In dotazione c’è anche una loro guida nepalese molto preparata e disponibile, e cosi ci aggreghiamo per alcune visite  e condividiamo con loro assaggi di food street tra cui il famoso yogurt di Yak, la visita al tempio di Changu Narayan e poi la scoperta della città di Thimi ( non nei nostri programmi), una piacevolissima deviazione che ci fa comprendere l’arte e la lavorazione della terracotta in questo posto poco turistico e molto local style. Li salutiamo ringraziandoli per il passaggio e con un bus locale rientriamo a Baktapur dove prima di concludere la giornata non mi resta che andare da Dinesh, venditore dei famosi “Thangka” ( dipinti buddhisti, mandala) per iniziare la contrattazione più entusiasmante di tutto il viaggio….rinominata THE DEAL. Obiettivo è portare a casa un mandala da regalare alla mamma e uno personale come ricordo personale del viaggio. Oggetto della contrattazione è ormai già deciso avendolo già visto il giorno precedente, è solo una questione di prezzo e mimando il gesto di Rocky siamo pronti al combattimento. Si parte seduti, si “smezza” il prezzo proposto dal venditore, si tentenna, si aspetta, si rinuncia fingendo disinteresse…rilancio aggressivo indicando la cifra sulla calcolatrice, risate ironiche e conversazione che varia per distogliere l’attenzione dalla trattativa. Le parti sono ancora lontane anche se il gap tra domanda e offerta si è ormai ridotto… il simpatico venditore Dinesh e la sua assistente ci offrono un chai per smorzare la tensione…dopo la pausa ormai nessuno è più seduto sugli sgabelli , si tratta con onestà e rispetto faccia a faccia e dopo circa un’ora eccoci…affare concluso…stretta di mano, foto di rito per quello che sarà il The Deal del viaggio. ( Quando le parti sono soddisfatte entrambe è stato un buon affare e quind.  ci si congeda con il diplomatico if you are happy, I’m Happy).

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–          Pashupatinath: sito Hindu più importante del Nepal e luogo dove avvengono le cremazioni lungo il fiume. Una sorta di Varanasi indiana. Il concetto è infatti molto simile con le scalinate del tempio, i ghat, che si immergono sulle rive del fiume e dove vengono erette le pire funerarie dei defunti. Il sito richiama alla preghiera tantissimi pellegrini hindu che arrivano da ogni parte del Nepal e che attribuiscono a questo tempio un’importante e forte impronta culturale.

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–          Bodnath: dopo una piacevole passeggiata nei sobborghi della capitale, da Pashupatinath si raggiunge in una mezzoretta il quartiere di Bodnath. Superata la soglia si entra completamente in un mondo nuovo, si respira un’aria diversa che si oppone completamente allo smog, rumori e traffico di Kathmandhu. Siamo nella zona tibetana e l’immenso stupa bianco al centro della piazza contornato da migliaia di bandierine colorate di preghiera è un luogo fantastico da vivere e da assaporare magari da una piccola terrazza panoramica con un buon lassi per rinfrescarsi dal forte sole invernale che si riflette nel bianco dello stupa sooto gli occhi del Buddha. Se poi nei vicoli laterali alla grande piazza ti trovi i monaci tibetani intenti nelle loro preghiere e poi ci aggiungi una visita ad uno dei monasteri e delle scuole buddhiste dei dintorni ecco fatto, la magia è completa.

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–          Dakshinkali: è Sabato, e perchè non approffitare del giorno sacro degli hindu per andare ad assistere e capire un po’ della cultura nel tempio dedicato alla Dea Kali, versione sanguinaria di Parvati, moglie di Shiva, dove per soddisfare la sete della Dea vengono fatti sacrifici animali. Il luogo ambientato in una bella location di montagna è carico di spiritualità anche se poco comprensibile dal nostro punto di vista occidentale. Prima di entrare nell’area del tempio ci sono bancarelle di strada che oltre a vendere i vari oggetti come fiori, frutta, ornamenti da portare in dono alla Dea offrono anche animali vivi come polli e capre tenuti “al guinzaglio” in piccole gabbie. Ecco qualcuno che si piglia l’animale, si mette in coda e nel retro del tempio riusciamo a sbirciare il sacrificio dove macellai incuranti dell’igiene sgozzano vivi gli animali e danno l’avvio a quello che l’intero processo della catena alimentare passando da chi fa bollire l’animale, chi elimina il pelo superficiale, chi taglia a pezzi ecc… alla fine di tutto al proprietario gli vengono restituiti i pezzi dell’animale “consacrato” in una comoda borsina di plastica pronta all’uso per una simpatica grigliata nei boschi, stile nostra Pasquetta.

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–          Patan: dal tempio hindu ci rimane un’ultima tappa nella nostra scaletta ed è la visita di quella che è un’altra vecchia capitale, Patan; molto simile alla Durbar Square di Baktapur per i diversi stili architettonici. Sicuramente un ricordo che rimarrà vivo per molto tempo è un bar minuscolo proprio adiacente alla piazza principale e completamente nascosto. Grazie ad un ragazzo nepalese studente di Giurisprudenza e praticante avvocato, conosciuto sul bus locale scopriamo questo tipico bar dove si mangia senza fondo e si beve senza limite (soprattutto la birra bianca di riso!) in mezzo a tantissimi nepalesi che rapportati allo spazio di questo locale sicuramente non era possibile farceli stare. Noi lasciamo fare al nostro avvocato che ci accompagna in tutta la giornata facendoci assaggiare a me,Marco e Francisco (ragazzo romano in solitaria conosciuto anche lui sul bus e reduce dal trekking al campo base dell’Everest…grande!) tantissimi spuntini tipici nepalesi accompagnati da quantità eccessive di questa birra di riso che va per la maggiore e che viene servita in un “tolotto” di 2lt per volta! La posizione di queto posto è spettacolare e ci riporta nel medioevo, soprattutto al tramonto quando il sole illumina con gli ultimi raggi i mattoni rossi dei templi circostanti.

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Non resta che l’ultima notte a Kathmandu, in pieno Thamel, trovando una guesthouse volante alla bellezza di 500 rupie a stanza per notte (cioè 2,5$ a testa…) Ecco ultima scelta molto border line, essendo un posto senza insegne, non ci è richiesto nessun documento e neanche un nominativo, il “padrone” non si è mai visto, stanza molto brutta, bagno in comune molto peggio, unico punto a favore la posizione che ci permette di uscire subito dal caos e raggiungere rapidamente l’aeroporto.

Nepal, this is the end…un gran viaggio…le montagne, la gentilezza delle persone, i sorrisi dei bambini e la pace dei luoghi e dei paesaggi che regala questo meraviglioso paese. Non ci resta che finire come ho iniziato con un bel Namastè Nepal e riscrivendo il suo acronimo:…Never End Peace And Love…