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…verso il deserto del Sahara…Insha’Allah!!!

Dopo aver assorbito i primi due giorni molto intensi di Marrakesh il lunedi mattina siamo pronti per un escursione di tre giorni che ci porterà ad esplorare il marocco centrale verso est oltrepassando il monte Atlante, attraverso gole di roccia stile canyon, per poi percorrere la via delle mille kasbah (le antiche fortezze arabe) fino ad arrivare a pochi km dall’Algeria là dove comincia il grande deserto del Sahara!!!

Decidiamo di affidarci ad una delle tante agenzie locali che organizzano varie escursioni e cosi zaino in spalla di mattino presto ci troviamo su un piccolo furgoncino in compagnia di due messicane, uno spagnolo, un’allegra famiglia sudcoreana con figlia di 8-9 anni a seguito, una coppia di NewYork anche se lui di origine venezuelana e un’altra coppia greco-olandese! Aggiungiamo poi il driver marocchino che sa fare il suo mestiere ed infatti si destreggia in maniera disinvolta tra stradine strette, curve e precipizi niente male per raggiungere il passo di montagna del Tizi Tichka (2000m circa) che mostra però panorami e vedute bellissime dell’imponenete Atlante da cui spuntano le cime innevate delle montagne che raggiungono i 4000 metri! (eh già per chi non lo sapesse qui c’è la seconda montagna più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro e ci sono anche alcuni impianti sciistici!!!)

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Prima minitappa è la kasbah di Ait Benhaddou (anche questa inserita nella lista Unesco) ed inoltre set cinematografico di alcune scene del Gladiatore e di Lawrence d’Arabia. Davvero bellissima in una posizione spettacolare; poggiata alle pendici di una montagna di roccia rossa, raggiungibile solo traversando un fiumiciattolo o cn un piccolo ponticello e alla base le verdi palme che creano un contrasto di colori davvero magnifico! È bello anche esplolare questa antica fortezza di fango disabitata o quasi, dato che ci sono solo alcune persone che provano a venderti vari oggetti, e salire poi verso l’alto tra viuzze strette per vedere tutto quanto da una bella prospettiva.

Dopodichè sosta cibo (squisito tajine di pollo con prugne e mandorle) nella cittadina di Ouarzazate, questa cittadina niente di speciale però…utile per la sua posizione geografica e famosa per essere la Hollywood del Marocco, infatti ribatezzata Ouallywood! Nel pomeriggio inoltrato raggiungiamo le valle delle gole del Dades; una stretta valle di montagna dominata da pareti rocciose che si illuminano al calar del sole e che spesso si presentano con strane formazioni che lasciano un po’ di stupore. Dopo varie soste con il furgoncino per le varie foto di rito nella risalita della valle raggiungiamo il nostro “hotel” per la notte. Il freddo si fa sentire e soprattutto l’umidità siccome l’hotel è proprio incastonato nella valle buia tra due pareti rocciose ed un fiume al lato. Tutti quanti infreddoliti ci ritroviamo a mangiare ad una bella tavolata e si socializza col gruppone; scopriamo il buonissimo italiano del venezuelano dato che ha il padre di Roma, conosciamo meglio la famigliola coreana e ascoltiamo le strane storie del greco-olandese  (si scopre che è un’esperto di fossili e minerali ed infatti ha un museo a Rodi sotto il suo ristorante, ed è in Marocco per consegnare una foto ad una sua amica che non vede e non sente da 20 anni o qualcosa del genere…).                

Atlante, deserto, Sahara, kasbah, ait benhaddou, merzouga, cammello, dades, todra, canyon, gole, dune di sabbiaDopo la cena e la prima colazione si riparte ancora infreddoliti per raggiungere le altre gole poco distanti…Todra Gorges. Prima di raggiungerle si fa tappa e visita con una guida locale berbera ad un palmeto ed annesse coltivazioni + visita ad una famiglia locale fabbricanti di tappeti che ci spiegano e ci avvicinano un po’ alla cultura berbera imparando anche qualche parolina…(conosciamo infatti anche quella che poi sarà la frase del viaggio: Insha’ Allah = se dio vuole). Procedendo in questa vallata ad un certo punto si scende dal furgoncino e ci si accorge di essere nel bel mezzo di un vero canyon con le alte pareti verticali di roccia ai lati e la stradina in fondo appoggiata solamente da un corso d’acqua. Qui ci sta una foto con salto anche se il risultato non è un granchè, comunque ci godiamo il momento ripercorrendo a ritroso un pezzo della stradina lungo il fiume ed infatti mi sento molto Indiana Jones con il mio cappellino avventuriero da esploratore e tutto attorno l’arancio-rosso del canyon!!!

Di nuovo sul fugoncino si riparte nel pomeriggio…questa volta l’obiettivo si chiama deserto del Sahara!!! Per raggiungerlo superiamo la zona pre-sahariana composta essenzialmente da una desertica distesa di rocce con la sola strada dritta dritta a spezzare questo paesaggio stile film made in USA con le stradine nel nulla che si perdono all’orizzonte. Finalmente si intravedono le dune là in lontananza, sembrano montagne rosse morbidissime, piano piano si avvicinano a noi e la voglia di tutto il gruppo di buttarsi all’interno è crescente ogni metro che passa. Cosi giù dal furgoncino e su in sella ai cammelli (tecnicamente dromedari) partiamo accompagnati da due berberi per la carovana nel deserto. La partenza purtroppo è un po’ ritardata a parer mio e cosi non riusciamo a goderci a pieno il sunset nel deserto, però il fascino del deserto è talmente forte che è davvero una ficata “cammellare” tra queste alte dune di sabbia arrossite dall’ultimo sole della giornata. Le due nostre guide berbere già si rendono simpatiche; uno tira il gruppone e l’altro prende tutte le macchine fotografiche una ad una e corre di qua e di là come un matto sulla sabbia per scattare queste immagini che saranno poi un bel ricordo per tutti! La cammellata è abbastanza lunga, anche troppo direi, circa un’ora e trenta per raggiungere l’accampamento, però durante il percorso è bello abbandonarsi e godersi il momento…chiudere gli occhi per un istante…e poi quando li riapri ti rendi conto di essere in Africa, nel nulla del deserto più famoso del mondo e stai cammellando in mezzo a queste grandi dune…bello eh???…è li che ti realizzi e ci sta una battuta presa dal film Marrakesh Express:….guarda dove ti ho portato ah??? Arriviamo che ormai è sera, scopriamo al buio con l’aiuto di pile elettriche il nostro accampamento composto dalle varie tende e da un lungo tavolino basso su cui ci beviamo il consueto te alla menta di benvenuto. Mentre le nostre guide preparano la cena siamo tutti quanti sdraiati vicino al tavolo ad ammirare il cielo a 360 gradi…è pazzesco…le stelle la fanno da padrone riempiendo ogni quadratino del cielo e vediamo in diretta anche un paio di stelle cadenti…uno spettacolo! Dopo la cena il berbero ci intrattiene a ritmo di bonghi mischiando il suo spagnolo-inglese-francese e anche arabo con vari aneddoti e barzellette del tipo…come faccio a mettere un cammello nel frigo in tre mosse? E successivamente…come faccio a mettere un elefante nel frigo in 4 mosse? (a voi la soluzione…o come diceva lui con il suo vocione…give up???) L’atmosfera generale è davvero speciale e poco dopo il berbero ci invita a fare un giretto di notte nel deserto sulla grande duna vicino,o cosi sembrava…eh già…si intravede l’ombra della duna e si inizia a salire sulla cresta ma è parecchio faticoso; si sprofonda come quando si è nella neve fresca, fa freddo e c’è un forte vento essendo esposti, la salita è abbastanza ripida e poi non si capiscono bene le misure e le proporzioni. Ad un tratto il berbero ci invita a guardare in lontananza un lieve bagliore dietro ad una duna…fissiamo quel punto e nel giro di 5 minuti vediamo il sorgere della luna che cresce velocissima dal nulla e spazza via piano piano le tantissime stelle con la sua luce propria. Mai visto una cosa cosi e dopo aver tirato il fiato giù “a biruloni” dalla grande duna (i genitori koreani perdono letteralmente la loro bambina koreana…non male perdere la loro figlia di notte nel deserto, però non si scompongono più di tanto e dopo una ventina di minuti riappare scendendo saltellante dalla duna). Adesso non ci resta che dormire un po’ e noi due intrepidi scegliamo di non entrare nelle tende ma di stare a dormire all’aperto nel nostro sacco-lenzuolo avvolti però da 5-6 coperte…intrepidi si, ma mica stupidi!!! L’indomani la sveglia è di mattino presto circa alle 5 e neanche il tempo di “raccapezzolarsi” un attimo che siamo di nuovo in sella ai dromedari per fare ritorno alla base. È ancora buio, fa freddo e quando la giornata inizia a schiarirsi facciamo una sosta per gustarci l’alba e cosi giu dal dromedario siamo liberi di scorrazzare su e giù tra le dune ancora immacolate e pettinate solo dal vento…

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Dopo la meritata colazione salutiamo il deserto e salutiamo anche la coppia newyorkese che prosegue per Fez e il greco-olandese che si fermerà altri due giorni nel deserto in cerca dei suoi amati fossili!!! bah??? Eccoci pronti per il tappone Merzouga-Marrakesh, circa 12 ore di macchina che comunque via bene senza essere eccessivamente pesanti forse perchè parecchio stanchi o forse perchè abbiamo ancora nella testa le tante belle immagini di questi splendidi 3 gg!!!               

JAIPUR&PUSHKAR + Camel Fair Festival…

JAIPUR

Altro weekend e altro giro.Questa volta tocca a Jaipur e poi Pushkar per la Camel Fair Festival…si va quindi per la prima volta in Rajastan e si parte dalla capitale:Jaipur. Si parte col treno nuovamente ma questa volta siamo solo io e Fabio…alla stazione si fa subito conoscenza con un coraggioso viaggiatore argentino, Manuel, che sta visitando il nord dell’India in solitaria. Purtroppo lo perdiamo di vista dato che lui ha prenotato la sleeper class e noi siamo in seconda classe AC e data la folla di gente non riusciamo più a ritrovarci! Durante il confortevole viaggio in treno, si studia la mitica Lonely Planet che si rivelerà preziosissima e con consigli super azzeccati. Infatti l’hotel suggerito dalla guida è davvero bello; pulito, decorato e con un magnifico e buonissimo ristorante sul tetto con vista della città. Primo giorno si va subito alla stazione dei bus per prenotare il bus che ci porterà a pushkar la domenica mattina: la stazione dei bus è come al solito incasinata e dopo aver chiesto 4-5 volte al personale riusciamo finalmente a prenotare il bus per Pushkar. Il pomeriggio è dedicato alla visita della città vecchia. L’impatto con la città sembra molto simile a Delhi, con molto caos, traffico e polvere. La città vecchia è comunque molto interessante con le caratteristiche mura colore rosa-salmone(Jaipur=”città rosa) con al loro interno palazzi(il palazzo dei venti è bellissimo!)e tantissimi coloratissimi piccoli negozi tutti della stessa dimensione con i mercanti all’interno che assalgono i turisti per fare qualche affare. Molta gente locale parla anche l’italiano discretamente e quindi ci si ferma spesso a chiaccherare o a comprare qualcosina. Per il tramonto si visita il Monkey Palace che isolato su una collinetta ci regala una bella vista sulla città. La sera si gusta una buona cena di cibo indiano(Thali e Dal) sul tetto. Per il giorno dopo troviamo un giovane driver di autorisciò musulmano di nome Rincu che ci accompagnerà tipo taxi per tutta la giornata. E’ molto comodo e parla anche un buon inglese (cosa non molto diffusa tra i risciottari…) Prima si visita il regale City Palace(la residenza reale), poi la Jantar Mantar(osservatorio astronomico) molto simile a quello di Delhi e tenuto sicuramente meglio, ma meno divertente perchè la polizia è + severa e non ci permette di salire sopra le strane strutture. Dopodichè ci spostiamo prima per una breve sosta al Water Palace e poi verso il primo e più famoso forte che dominano la città: l’Amber Fort. E’ un palazzo-fortezza imponente e all’entrata guarda chi c’è: Manuel, l’argentino! visitiamo così con lui questo forte che è molto bello e dentro sembra un labirinto pieno di stanze e senza nessuna indicazione. Ci perdiamo così tra di noi decine di volte, ma poi ci ritroviamo senza sapere come da qualche altra parte. Dopo tocca al secondo forte, famoso in quanto ospita il cannone su ruote più grande al mondo! Purtroppo non si possono fare fotografie, ma comunque riesco a farne un paio di nascosto ma il poliziotto di guardia insospettito mi prende di mira e mi controlla poi in ogni movimento…oltre al cannone questo forte me lo ricorderò per l’elevato numero di scimmie bianche…sono tantissime e ad un certo punto non si pu proseguire sul sentiero perchè ce ne sono troppe tutte li intorno…una piccolina mi attacca pure saltandomi addosso da dietro attratta dallo zaino…ci giriamo indietro e si cambia strada! Ultimo forte della giornata è il Tiger Fort(…non si sa bene perchè si chiami così…), consigliato dalla Lonely da visitare al tramonto per godere la + bella vista su Jaipur…e così facciamo. Dalle mura delle forte il panorama è sensazionale…Jaipur è immensa, si estende a sinistra, a destra e davanti ai nostri occhi…la vista delle case si interrompe solo da una fitta nuvola causata probabilmente dallo smog e dall’inquinamento della città. Da qui si riesce a vedere anche abbastanza bene l’incendio che ha colpito un’industria di carburante causando decine di morti e che sta bruciando da giorni. Quando il sole cala e il cielo diventa rossastro è uno spettacolo e ci si gode una birra fresca dal ristorante del forte con veduta città in compagnia del nostro risciottaro Rincu e di Theryn, uno studente americano in India anche lui in viaggio in solitaria. La sera cena al nostro ristorante in compagnia dell’argentino e in teoria anche dell’americano (che però brucia la cena internazionale per problemi personali). Dopo cena si saluta tutti e poi a nanna presto…il bus mattutino per Pushkar ci attende…

PUSHKAR

…il bus da Jaipur ferma a Ajmer, una città a 10 Km da Pushkar e cos’ dobbiamo prendere un altro bus per raggiungere la città della Camel Fair! Si opta per i bus locali che sono frequenti e nel mezzo del casino troviamo fortunatamente da sedere sul pullmann…eh si qua tutti urlano e l’autista invita tutti i passanti a salire nonostante il bus sia già veramente pieno. Si fa conoscenza anche con una coppia di tedeschi molto simpatici ed increduli come noi di quello che accade su questo bus! L’hotel in Pushkar non è certo il massimo, le stanze sono ridotte all’essenziale e meno e tendezialmente sono molto sporche.(e l’abbiamo pagato di più di quello a Jaipur!!!). Ordiniamo anche la colazione al bar dell’hotel ma dopo una lunga attesa (solitamente i tempi sono molto lunghi ovunque) ma questa volta esagerano, per dei toast con burro e marmellata e del te aspettiamo più di mezzora…e così ci alziamo dal bar prima che arrivino e cambiamo posto!…Per visitare la città che è molto piccola(14000 persone che diventano più di 200000 durante la Camel Fair) noleggiamo due biciclette. Pessima idea!…dopo un primo tratto scorrevole ci troviamo imbottigliati nel traffico di persone per le strette vie della città (tipo S.Faustino a BS…ma molto peggio dato anche l’odore e il caldo per le strade) e così facciamo marcia indietro e riconsegnamo le bici al negozio. Ci si addentra così a piedi come tutti ed è un gran casino: la gente è ovunque, le strade sono strette, piene di tende mercatini e quello per più si rimane colpiti sono i colori. Soprattutto delle donne con i loro sari di tonalità accese…li indossano dalle bambine alle signore anziane e spesso vanno in giro in gruppo cosicchè ti ritrovi spesso in mezzo al rosso,arancio,giallo,verde e azzurro dei loro vestiti…considerando poi il deserto appena fuori della città e la polvere che è presente in giro il contrasto che si crea è molto bello. Dopo la ressa, gli ingorghi di gente e gli spintoni per le strade si arriva all’inizio della camel fair che si estende appena fuori la città nel semi-deserto(sabbia e alcuni arbusti). Cammelli, cavalli e persone dappertutto, mercatini che vendono roba per il bestiame e attrezzi del mestiere, giostre, e tanta gente che ti ferma e cerca di venderti o incassare qualche rupia. Ci sono anche vari spettacoli folcloristici in una specie di stadio ovale dove persone e animali si esibiscono. Insomma anche qua un gran bel casino. Il caldo e la folla sono strazianti e così dopo una sosta rigenerante in un bar li vicino…quando il sole inizia a calare ci si dirige nuovamente verso il deserto. Voglio ottenere la classica foto stereotipata del cammello al tramonto nel deserto. E così quando il cielo si arrossisce mi ritrovo nel deserto con dietro di me tanti fotografi professionali con enormi macchine fotografiche. Mi affianco a loro con la mia piccola fotocamera digitale e riesco a ottenere così le foto che volevo!!(vedi relativo album). La giornata è pesante e per cena ci spostiamo in un vicino ristorante “Little Italy” dove mangiamo una buona pizza con forno a legna. La mattina seguente la dedichiamo ad un giro turistico per la città. Pushkar è una città santa caratterizzata da un lago sacro(che in realtà è prosciugato quasi del tutto a causa della siccità) e da innumerevoli templi bianchi e ghat(le scalinate che percorrono i fedeli per arrivare nel “lago”). E’ quindi pieno di santoni, guru e pellegrini che arrivano qui in questo periodo sacro per le loro preghiere. Percorriamo così una camminata spirituale sulle sponde del “lago” e vediamo così i devoti nelle loro preghiere, gli odori di incenso e altro e anche qua tante mucche(alcune hanno 5 zampe…con una specie di zampa che esce dalla schiena dell’animale…fa davvero impressione!). Ora è tempo di lasciare Pushkar…prendiamo un taxi in compagnia di una giovane coppia di americani simpaticissimi che devono raggiungere anche loro la stazione dei treni di Ajmer. Viaggio ancora confortevole in treno in seconda classe…anche se non riesco molto a dormire per colpa di 4 vivaci bambini indiani tra cui, il più grande di 10 anni, parla molto bene l’inglese e così anche se non ho dormito molto…è stato molto piacevole chiaccherare a lungo con un bambino indiano.