Kerala, uno degli stati indiani più ricchi e più verdi situato all’estremo sud sulla costa ovest della penisola indiana. Noi ci muoveremo da Nord a Sud fino a toccare l’estrema punta meridionale dell’India(Cape Comorin).

Il nostro viaggio in Kerala parte da Fort Cochin, un’antica cittadina portuale di stampo portoghese sviluppata su più isole. Da vedere in realtà non c’è molto, nonostante le guide ne parlino molto bene, però la zona del porto è carina con le antiche ed ancora utilizzate reti da pesca cinesi: sono delle enormi piattaforme di legno con vecchi meccanismi di funzionamento e contrappesi in pietra per prendere i pesci vicino alla costa. Al Tramonto acquistano un notevole fascino data la loro strana e grande sagoma. Dopo di questo seguiamo in un piccolo teatro due avvenimenti tradizionali della cultura del Kerala: Kalapparyat e Kathakali. Il primo è un interessante dimostrazione di arti marziali con combattimenti di spade, bastoni e corpo libero. Sono molto bravi e pure violenti e guardandoli mi sembra di rivedere Neo e Morpheus in Matrix. Il secondo è altrettanto interessante e si tratta di una rappresentazione di canto-danza locale con costumi davvero suggestivi che racconta delle leggende storiche di divinità locali.

Da Cochin ci si sposta verso Allepey, base delle famose e blasonate backwaters; si tratta di navigare nelle innumerevoli acque interne tra piccoli e grandi canali con delle imbarcazioni locali fatte di legno di diversa dimensione. Personalmente mi aspettavo qualcosa di meglio, ma cmq è stata una giornata molto piacevole e rilassante immersi in questi corsi d’acqua circondati da palme e verdeggiante vegetazione. Belle anche alcune soste intermedie per vedere la vita dei villaggi locali, compreso anche la visita di una delle tante risaie, la raccolta con successivo assaggio delle noci di cocco e un pranzo in uno dei piccoli ristoranti locali in una delle tante lagune.

Terminate le backwaters, condivise con due amici francesi conosciuti a Delhi, ci si muove verso sud  versoi Varkala con un taxi driver a dir poco fenomenale per la guida veloce e spericolata ricca di sorpassi incredibili, infatti arriviamo a destinazione in anticipo: insomma qst autista sarebbe da presentare a Montezemolo! Varkala è una località di mare e l’impatto iniziale è buonissimo ed infatti si rivelerà uno dei miei posti preferiti di questo trip nel sud dell’India. Questo piccolo paese si sviluppa tra le solite tropicali palme sopra a delle alte scogliere a strapiombo che separano le bellissime spiagge dal resto dei vari negozietti  e ristorantini del paese. Già oltre alle belle spiagge qui il mare è molto meglio che nel Goa, l’acqua è bella trasparente con riflessi verdi nonostante ci sia sempre vento che crea delle onde niente male anche per divertirsi in acqua. Entra infatti di diritto nella mia classifica di mare+spiaggia al numero 1 anche se purtroppo non ho ancora molta concorrenza!

Anche qui troviamo una bella capanna di legno e bambù con al di fuori una comoda amaca per i momenti di puro relax. Il primo giorno scorre via quindi alla grande in questi magnifici posti tra giocate a frisbee( cavolo anche qui gli indiani non sono davvero male e fanno tiri incredibili!!!…Chube ti mostrerò i miglioramenti), qlk cocco o ananas bello fresco che non guasta mai e pure in spiaggia, oltre alle solite belle bambine e ragazzine locali, c’è chi ti porta il tradizionale chai!

Il tramonto in spiaggia è suggestivo anche da qst parti soprattutto perché si aggiungono moltissime persone che praticano yoga e meditazione oppure dei maestri di qlk arte marziale che con il bastone simulano combattimenti tra movenze assolutamente naturali e flessibili…impossibile non rimanerne affascinati. Trascorrono così 2 gg favolosi girovagando sui negozietti della scogliera, tra cui non dimenticherò alcuni sguardi di alcune splendide bambine indiane che vendono tanti piccoli oggetti e pure un simpaticissimo “scapolino” anziano da cui ho acquistato delle belle infradito in cuoio fatte al momento su misura!

Per l’ultima serata a Varkala riusciamo a fare una rimpatriata con tutti gli altri italiani (io,il broche,Fabio,Batta,Tao,Giulia e Silvia)+ i due francesi e così per cena andiamo in un ristorantino sulla scogliera gestito da una amichevolissima coppia italiana di Roma appena trasferitasi in India per la stagione estiva. Cena spettacolo. Mai mangiato così tanto e così buon pesce e senza poi parlare del prezzo…carpaccio di barracuda, fritto misto da paura, tagliatelle con granchio e spaghetti con aragosta…una cosa incredibile da quanto era buono…che roba!

Per l’ultimo giorno in India del Sud l’obiettivo è di arrivare all’estrema punta meridionale dell’isola (Cape Comorin o Kanya kumari) e così by taxi ci muove ancora verso sud visitando prima un bel tempio molto antico…uno dei palazzi di legno più grandi di tutta l’Asia. Fuori dal palazzo accade l’imprevisto…è in corso una specie di rituale religioso del posto per qualche festività e così per strada troviamo qst specie di processione con persone che danzano, elefanti e poi quello che i miei occhi faranno fatica a dimenticare…due persone letteralmente appese a dei ganci di un carretto della processione…una cosa terribile e sconcertante…Dopo questo “assurdo” spettacolo di strada raggiungiamo Kanyakumari…simbolicamente un posto speciale…è l’estremo sud…qui finisce la terra dell’India e di fronte solo oceano…anzi proprio qui si incontrano i tre mari (mare arabico,oceano indiano e golfo del bengala) e si riescono  a vedere leggermente colori e correnti diverse dei tre mari. In realtà questo paese è architettonicamente bruttino a parte due templi su due isolette di fronte alla costa ma si salva appunto per il suo valore simbolico….

E così finisce questo splendido viaggio con il fratellone nell’ India del Sud ed infatti dopo qlk ora di sonno è tempo di riprendere l’aereo e tornare a Delhi…da li a poco poi un altro aereo mi aspetta per rimpatriare in Italia…