Dopo circa 4 ore totali di viaggio da Tokyo scendiamo alla stazione di Miyajima dove in un classico ostello con stanza tipica giapponese con tatami e futon ci riposiamo per l’indomani visto che il paesino non offre davvero nulla per la serata, anzi veniamo rifiutati da tutti e quattro i ristoranti che circa alle 9e mezza di sera iniziano a chiudere i battenti. In queste occasioni capiamo il gesto tipico dei giapponesi quando vogliono dire che il locale è chiuso o comunque vogliono respingerti…. una bella “X” con le braccia conserte che si incrociano! Mattina presto e pigliamo il battello verso l’isoletta di Miyajima dove veniamo accolti da tantissimi cervi ( con le corna tagliate) che vagano liberamente e che sembrano non curarsi della presenza dei tantissimi turisti… bellissimo il cervo in coda davanti all’entrata di un bar! Simbolo di quest’isola è il gigantesco Torii rosso galleggiante, simbolo shintoista che segnala l’entrata nella zona religiosa. Molto bello e molto bello anche il santuario con i vari edifici galleggianti con l’alta marea, mentre con la bassa marea il mare si ritrae ed i vari tempietti sono stabili sul terreno…(diciamo un Mont Saint Michel giapponese!).

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Oltre a questo cè un bel santuario shintoista raggiungibile con una serie di rampe di scale dove ci ricorderemo le tantissime statuette di varie divinità “abbellite” da guanti, sciarpe ed indumenti vari posti sulle statue per augurarsi buona salute e protezione per la famiglia. Per fortuna noi visitiamo il tutto la mattina presto perchè poi essendo domenica sull’isola si fa fatica a camminare in quanto viene invasa da un’incredibile folla di giapponesi in pellegrinaggio con barconi che rilasciano centinatia di persone ad ogni sbarco. Nel tornare sul viale dei negozietti e ristoranti ci imbattiamo anche in uno spettacolo con una scimmietta danzante e giocoliera..strepitosa!  Lasciamo il nostro ostello non prima di aver visto e provato il distributore di salviette che bensi non eroga salviette per il bagno come appare nelle immagini, ma un ticket da consegnare al personale della reception posizionata giusto un metro dietro il distributore….mmh e chiedere direttamente alla reception???…mmh giusto siamo in Giappone e alcune domande e meglio non porsele… 😉

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Ad Hiroshima vale la pena andarci. Il significato e la consapevolezza di essere fisicamente in un luogo dove si è consumata con molta probabilità la peggior catastrofe causata dall’uomo pesa molto e quindi abbiamo fatto davvero bene ad esserci passati ed essere testimoni di essere stati ad Hiroshima. Un museo davvero ben fatto e ben spiegato che ti fa incollare ad ogni pannello informativo, video e ricostruzione con spiegazione dei fatti che ti fanno rivivere la storia davvero da vicino per capire come sono andate le cose e che comqunque ti colpisce per il significato profondo e riesce a toccarti in fondo nell’anima e da un senso forte alla vita e all’esistenza umana. Da parte dei giapponesi è ben visibile comunque l’orgoglio nazionale e l’idea di sponsorizzare e promuovere iniziative per la pace nel mondo e per il disarmo nucleare delle nazioni. Molto bella anche la storia e il memorial di Sasaki Sadako (la ragazzina contagiata dalle radiazioni della bomba ed inseguito morta prima di completare i suoi mille gru di carta con la tecnica di origami ( a thousand paper cranes), completati poi dalle compagne di scuola e che ha poi trasformato il simbolo della “gru” di carta in icona di pace).

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Passeggiamo zainone in spalla per il Memorial Park dove è rimasto il A-Bomb Dome, l’unico edificio sopravvisuto all’esplosione ( avvenuta a circa 600m di altezza) e poi ancora toccati dalla forte esperienza ci incamminiamo verso la stazione e recuperiamo lo zaino piccolo lasciato in deposito ai coin lockers e da li ripartiamo col treno shinkansen verso Kyoto!