Dopo una bella colazione da campioni direttamente ad un baldacchino di strada a base di chai, un uovo sodo ed una brioche siamo pronti per lo spostamento da Kathmandu a Pokhara, circa 210km percorsi in comode 7h30m….eh già!!! Sembra sia la normale tempistica per quella che è sicuramente la tratta più importante tra le due principali città del Nepal…peccato che il traffico e le condizioni della strada non consentano miglioramenti. Bisogna superare un passo montuoso tra pullman, camion soprattutto e auto; il viaggio è infinito ed il “comodo” scritto in precedenza è assolutamente in senso ironico visto i continui salti dovuti alle buche, lavori in corso ecc che rendono praticamente impossibile sia il dormire sia il leggere! Eccoci a Pokhara, base operativa per la partenza di tanti trekking sull’Himlaya (scopro qui che il significato in sanscrito di Himal è “neve o montagna”  e quindi alaya significa “dimora o casa” o per altri in modo più semplice “casa delle montagne”. Come risveglio muscolare dopo il bus optiamo per la camminata verso il lake-side zaino in spalla…camminata abbastanza lunga con il peso dello zaino addosso ed il caldo che aumenta  nelle ore centrali della giornata…dopo mezzoretta e una dozzina di domande per indicazioni stradali troviamo la guest house selezionata dalla Lonely Planet che si rivela una buona scelta e ottima base per visitare il lungo lago invaso dallo Street Festival; un evento sentitissimo dai locali che invadono strade della città con musica, danze tipiche ed intrattenimenti di vario genere. Passeggiando sul lungo lago di Pokhara penso che in questo posto ci sia tutto quello che un visitatore desidera…un po’ alla Thamel di Katmandhu descritta in precedenza…quindi con agenzie locali che organizzano attività, escursioni ed i famosi trekking sull’Himalaya (attrazione più importante della zona) poi non mancano negozietti di vario genere perfetti per intraprendere negoziazioni e spuntare al ribasso i prezzi di qualche rupia e soprattutto per socializzare per poi ricordarsi esattamente il momento ed il negoziante con il quale alla fine si conclude ogni affare…(classica frase a fine deal è: “if you are happy, I’m happy) e personalmente tutto questo a me piace e diverte molto! Ah ovviamente non mancano ristoranti e posticini molto carini con atmosfera di puro relax e chill-out sia per la cena con spesso gruppi locali di live music oppure per le adorabili continental breakfast a prezzi nepalesi…fantastico! L’unica grandissima differenza sostanziale rispetto al quartiere Thamel della capitale è l’assenza di auto, motorini e quindi di clacson…e credetemi…questo fa la differenza del mondo!

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Il giorno dopo la sveglia è puntata alle 5! Taxi prenotato che ci scarrozza per mezzoretta  su per la “collina” di Sarangkot (1600m circa). Viru, il nostro taxista, è molto curioso e la conversazione tra un sorpasso e l’altro su strade ovviamente in pessime condizioni è molto piacevole. Si scende e ci si incammina su un sentiero con gradoni e non senza qualche difficoltà eccoci dopo 10/15minuti al sunrise point…c’è ancora poca gente e scegliamo nel buio una buon punto di osservazione. Si intravedono solo le punte chiare innevate dell’Annapurna Himalayan Range (un gruppo montuoso composto da vette di 6000,7000 e 8000metri! ). La vista da qui è a 360°; di fronte 180° occupati dalle cime himalayane e dietro di noi il lato della valle lungo la città fino ad arrivare al lago di Pokhara. Il sole sorge su questo lato, ma quando ancora tutta la vallata è al buio, le cime delle grandi montagne si iniziano a schiarire ed ad illuminarsi fino ad arrossire ai primi raggi diretti del sole… poi a ruota tutta la vallata inizia a prendere luce e si nota l’immensità di questa città (non esiste solo il lungolago)…insomma lo spettacolo è davvero fantastico! Prima del rientro un bel chai in altura per godersi ancora questi momenti e soprattutto per far preoccupare Viru (il nostro taxista odierno) che ci viene a cercare su per la collina…peccato che quando noi siamo già scesi non lo incrociamo e lui sia lassù a cercarci…eheh…lo attendiamo per una decina di minuti ed effettivamente non la prende benissimo 😉

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Già attivi e carichi torniamo in città ed iniziamo a camminare sino alla diga del lago e da li proseguiamo per un sentiero non battuto dai turisti che si intrufola tra risaie e piccoli cantieri dove vediamo il popolo nepalese nella loro cruda e dura povera realtà. Finiamo fuori sentiero e per rimediare ci inerpichiamo su per la collina improvvisando un passaggio sicuramente non da consigliare al prossimo, ma un po’ di sana avventura ripaga lo sforzo e poco dopo ritroviamo traccia della strada principale e cosi dopo una buona oretta di salita eccoci sopra all’altra collina che domina il lago dal lato sud sino a raggiungere la bianca e raggiante Pagoda World Peace. Fa molto caldo e qui sulla spianata si ha un altro fantastico panorama che racchiude il lago, la città e l’Himalaya alle spalle che sovrasta Pokhara…che bello…una bella pausa in uno dei ristoranti panoramici è quello che ci vuole per rifiatare e contemplare questa superba vista del paesaggio. La discesa è agevole e ci si diverte improvvisando scorciatoie per tagliare i tornanti del sentiero sino ad arrivare alla periferia del centro dove facciamo tappa prima alle grotte dove osserviamo dall’interno del terreno le cascate di Devi…molto suggestivo il passaggio interno e vedere la caduta dell’acqua da una prospettiva insolita, come ad essere all’interno di una voragine nel suolo!

IMG_5705 IMG_5675IMG_5696IMG_5689 IMG_5721IMG_5720 Esausti dalla lunga giornata iniziata all’alba nel vero senso della parola, decidiamo di fare un ultimo stop verso un villaggio tibetano; sulla strada prima ci imbattiamo nell’uscita da scuola di tantissimi ragazzini che coi loro sorrisi ed il loro dolce Namastè ti danno energia positiva ed inoltre uno in particolare ci accompagna gentilmente sino alla scuola tibetana. Qui vediamo alcuni ragazzi che giocano in terra con dei sassi ( il mitico gioco delle 5 pietre…proprio quello che mio papa mi aveva fatto vedere una volta da ragazzino con delle nocciole anzichè i sassolini!) ed un altro gruppetto che gioca a calcio. Tempo 5 minuti di “ambientamento” ed ecco partita la sfida: Italy VS Tibet, 2 contro 2 ad una porta con portiere fisso. I tibetani forti del fattore campo si portano in vantaggio, ma subito dopo i due quotati e favoriti ragazzi italiani pareggiano…poi black-out italiano che sottovaluta i ragazzi tibetani che invece se la cavano meglio del previsto…ed in un amen siamo 4 a 1 per il Tibet….azz la partita si chiude ai cinque ed è proprio qui che l’arcigna difesa italiana si chiude e punisce in contropiede…4 a 4…la tensione sale, chi fa l’ultimo vince… ed alla fine con un guizzo di orgoglio e per salvare la patria riusciamo a spuntarla 5 a 4!  Mi sembra di rivivere la scena di Aldo,Giovanni e Giacomo nel film 3 Uomini E Una Gamba quando fanno la partita in spiaggia contro i marocchini…ehehe!…una bella foto di gruppo, un selfie (giusto per traviarli sulla futura moda) tanti sorrisi e un bel saluto ai ragazzi tibetani con i quali abbiamo condiviso questa bellissima esperienza! IMG_5730 20141231_154350IMG_5728 20150105_194735

In questa giornata incontro anche Ashiq, ragazzo del CouchSurfing che gestisce un piccolo shop di tappeti e sciarpe/pashmine con il quale si instaura subito un bel rapporto spiegandoci un bel po’ di realtà locali e dandoci buoni e utili consigli per la permanenza in Nepal. Questa giornata lunghissima è destinata a non finire, infatti oggi è il 31/12 e qui essendoci questo Street Festival tutti sono molto attivi e festeggiano alla grande in maniera “occidentale” l’arrivo del nuovo anno. E cosi dopo una bella mangiata di pesce (pesce di lago cucinato alla nepalese…fantastico! ) e qualche birretta finiamo in un club per lo scoccare della mezzanotte. Bellissima atmosfera di festa con musica dal vivo e tanti International tra cui Ricky Lee Venassi, un ragazzo inglese simpatico e chiacchierone in viaggio con Bruna, una bella ragazza brasiliana in compagnia di altre ragazze australiane. Tutto bello fino a che l’inglese vede Bruna con un altro ragazzo al bancone del bar dove ci stavamo dirigendo anche noi…e cosi senza alcun preavviso l’inglese lascia partire un destro dritto sul muso all’altro ragazzo che incassa e restituisce…ok è rissa…ed in pochi secondi le persone a fianco li dividono e animano la serata (anche l’anno prima in Giappone ho vissuto da spettatore in prima fila ad una scena simile sempre con un ragazzone inglese che molto umanamente dava una testata ad un euforico ragazzo giapponese…mmh forse la sera dell’ultimo dell’anno è tradizione per gli inglesi…). Ok è il momento di cambiare locale e chiudere poi la nottata al BLUES (un altro club nella zona del lago a nord…se siete nei paraggi, fateci un salto, non ve ne pentirete!).

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Il giorno seguente purtroppo è il primo giorno climaticamente un po’ storto con tante nuvole che si trasformano in pioggia leggera e cosi la giornata trascorre blanda tra le bancarelle del lungo lago e tra qualche piacevole conversazione con Ashiq, poi con Samir e poi con un maestro buddhista che ci spiega nel dettaglio l’arte dei bellissimi Thangka ( i dipinti usati per cerimonie religiose)…ho già tanti amici qui in Nepal J. Ultima serata a Pokhara tra qualche black-out qua e là, ottimo cibo in uno dei tanti bellissimi e rilassanti ristorantini all’aperto del lungolago prima di rientrare alla nostra guesthouse….ora è tempo di fare un po’ di stretching…domani si parte con il trekking, si va su, verso l’HIMALAYA!!!