Da Pokhara ci si sposta a Naya Pul (900m circa di altitudine) e dopo un’oretta abbondante di auto e sotto un cielo plumbeo consumiamo un’immancabile chai con qualche biscotto (ottimi i Good Day al cioccolato!) ad un baldacchino di strada, rapido check dell’attrezzatura tecnica, zaino e via, si parte a far andare le gambe.Alle ore 9 siamo pronti e ci si incammina attraversando subito dei villaggi locali molto carini, poi si oltrepassa un bel ponte pieno di bandierine di preghiera tibetane (le classiche multicolor che si vedono nelle foto dappertutto) e superiamo i controlli della polizia/guardia forestale che verifica i permessi per accedere nell’area dell’Himalaya. Ormai non si scherza più, la strada inizia a salire e come buon auspicio inizia a piovere…olè! Khrisna, la nostra guida nepalese, ribattezzata poi solo Chris, indossa un bel sacco di plastica come poncho che gli copre tutto lo zaino, la testa e tutto il corpo…non male la sua tattica! Attorno a mezzogiorno arriviamo al villaggio di Ulleri e ci sta una bella pausa per il pranzo. Belli bagnati e magnati si riparte poco dopo e incrociamo una coppia in jeans, camicia, maglione e Woolrich…(??? Non certo il miglior outfit per un trekking in montagna…poco dopo sentiamo le voci e solo delle lamentele…ok ecco un esempio da non imitare di italiani in viaggio L ). Subito dopo pranzo il sentiero risale nella foresta e si inerpica letteralmente con dei gradoni di pietra infiniti. Marco è in difficoltà con crampi e dolori vari, ma tiene duro e sotto una ormai leggera pioggia eccoci in un piccolo villaggio che sarà il nostro primo traguardo e dimora per la prima nottata. Siamo a 2200m circa, quando viene scuro la temperatura precipita e dopo una bella hot shower ci precipitiamo di corsa nella piccolissima living room che contiene un oggetto assai prezioso: la stufa! Ci disponiamo attorno all’unica fonte di calore di tutta la struttura e si fa conoscenza con Neyma, ragazzo tibetano, che gira tra i villaggi di montagna vendendo piccoli oggetti che suo padre costruisce, e poi Dan, ragazzone australiano in solitaria molto allegro ed un po’ tontolone nel senso buono del termine accompagnato come noi dalla sua guida nepalese. Si cena assieme in maniera più che dignitosa con il Dal Bat (classico piatto nepalese, simile all’indiano, con una manciata di riso, una zuppetta di lenticchie, qualche vegetables con patate abbastanza spicy e volendo in aggiunta del pollo al curry…il bello del mangiare tipico nepalese è che puoi chiedere bis/tris senza pagare nulla di più, e quindi con praticamente 2/3 $ si cena alla grandissima! ). Post cena c’è poco da fare e cosi accompagnati da un buon black tea parte un torneo di Connect (il nostro forza4). Marco esperto “nerd” del gioco distrugge il volenteroso Chris e l’ingenuo Dan (Italy WON Vs Nepal e Italy WON Vs Australia). La notte è fredda ma all’interno del sacco a pelo e con una bella coperta spessa sopra si sta bene….il problema è solo uscire fuori alla mattina…brrr!

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Breakfast abbondante come mi piace consumare e via di nuovo in cammino…siamo fortunati o cosi ci sembra, dopo una nottata con il rumore della pioggia incessante sulle coperture dei tetti, una bella schiarita apre la giornata…ma poi quando il sentiero si addentra nuovamente nella foresta ecco di nuovo la pioggia a farci compagnia! La foresta è composta principalmente da rododendri e Chris infatti ci dice che in Marzo ed Aprile la foresta è uno spettacolo perché tutta in fiore. Oggi il sentiero è più semplice del giorno precendete, anche se sarebbe meglio chiamarlo ‘mulattiera’ visto che incrociamo praticamente solo muli e bufali con abitanti locali che trasportano come se niente fosse grandi carichi di peso tra i villaggi su questi sentieri di pietra che sono l’unico mezzo e collegamento per le persone che vivono in queste aeree. Dopo circa due ore abbondanti sotto la pioggia arriviamo a Ghorepani, nostra destinazione di oggi a 2900m circa e che sarà la nostra base per questo secondo giorno.

20150103_104652Arrivando cosi presto c’è una nota molto negativa…la stufa è ancora spenta e tutta la stanza del soggiorno della guest house è freddissima. Dobbiamo anche far asciugare gli indumenti inzuppati e ci vuole parecchio prima che la legna buttata dentro in questo vecchio barilotto di cherosene faccia effetto e scaldi almeno un metro o due dell’area subito circostante la stufa. È impressionante come cambi la temperatura cambi quando ci si alzai per andare a sedersi ai tavoli distanti solo qualche metro dall’ambita stufa che fa iniziare una lotta furiosa per il posto man mano arrivano altri turisti. Nel tardo pomeriggio smette di piovere (finalmente!) e in un attimo ecco delle schiarite ed ecco le montagne innevate di fronte a noi, il massiccio dell’Annapurna è davvero vicino ed eccole le varie vette sopra i 7000 e qualche 8000! Dopo un bel giro del villaggio con Dan e parecchi Namasté conditi da quattro chiacchere con gli abitanti del luogo le luci del tramonto filtrano tra le nuvole ancora minacciose e ci fanno intravedere dalle varie terrazze panoramiche bellissimi squarci rossastri di Himalaya.

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Dopo il sunset si rientra per la cena a 18.30 ( eh si qui si segue la legge del sole e la giornata si spegne appena fa buio.) e subito dopo eccoci tutti attorno alla stufa; qualche sfida a forza4, un bel gioco di carte che ci insegna Dan (Go Fish!) e poi ad un certo punto Chris ci invita ad uscire al freddo e al gelo dicendoci che ci vuole presentare le montagne (???). Noi stupiti lo seguiamo ed ecco che davanti ai miei occhi si stampa una delle immagini che forse sarà la più bella di tutto il viaggio, di quelle che rimangono impresse nella mente e che associ subito nei ricordi di viaggio…l’Himalaya di notte…pazzesco! Le nuvole non ci sono più, il cielo è tutto stellato e la luce della Luna illumina in maniera incredibile tutte le vette innevate davanti a noi su 180°. Chris fa le presentazioni di rito elencando tutti i nomi e prima di rientrare resisto al freddo intenso e cerco di immortalare questi momenti anche con la macchina fotografica tra l’altro con buoni risultati e con anche qualche foto stupide!

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Sveglia presto ore 5 e carichi per vedere l’alba. Superato il momento tragico dell’uscita dal sacco a pelo, torcia in mano e via fuori all’aperto pronti per raggiungere Poon Hill (collina e postazione panoramica a 3200m). 30-40 minuti di scalini (tanto per cambiare!) ripidi e scivolosi con un po’ di ghiaccio. Cielo mannaggia un po’ coperto, ma arrivati a destinazione la luce del giorno inizia ad illuminare le vette dell’Annapurna e del Dhaulagiri…super suggestivo…ma poi un nuvolone si avvicina molto minaccioso e nel giro di pochi minuti boom, un muro grigio si prostra davanti alla folla giunta qui per ammirare il sunrise. Vabbeh poteva andare meglio, ma vediamo dal lato positivo del bicchiere mezzo pieno e ci sta anche cosi, sono comunque esperienze fantastiche da vivere.

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La nuvola minacciosa non solo ci nasconde le cime l’Himalayane, ma ci porta una bella nevicata che fa imbiancare anche tutto Ghorepani! Con Dan e le due guide nepalesi si riparte in cammino e dapprima si risale ancora per arrivare ad un passo a circa 3500m e poi di nuovo giù per la vallata; è il tratto più duro, ma anche il più divertente. La neve e il ghiaccio rendono scivolosi i passaggi tortuosi del bosco e non mancano gli “svoltoloni”, soprattutto Dan che scivola per 2/3 metri come una palla su una pista di bowling. Ci si rialza e non solo si riprende a camminare, ma si inizia a correre dei piccoli tratti urlando e facendo versi per ridere e scherzare…very funny! Incrociamo qualche sherpa e portatori con addosso circa 30kg di ritorno dal campo base dell’Annapurna, fanno davvero impressione essendo quasi tutti molto mingherlini con addosso questi enormi carichi trasportati con l’ausilio di una corda tesa sulla fronte della testa! Dopo queste 3 ore durissime arriviamo al villaggio di Tadapani (2600m) per l’ultimo lunch together ovviamente a base di Dal Bat e qualche lezione di lingua nepalese. Da qui Dan e la sua guida proseguiranno per altri giorni fino all’ABC, Annapurna Base Camp, mentre noi “purtroppo” proseguiremo la discesa che ci riporterà in due giorni verso Pokhara. (Dan mi farà sapere poi che lui ha raggiunto il base camp, mentre tante altre persone nei giorni prima di lui sono state recuperate dall’elicottero perché il sentiero era diventato troppo pericoloso con neve, ghiaccio e valanghe). Noi ripartiamo ed è solo discesa, ma con la pioggia scesa fino a poco fa, tutto è più scivoloso con fango ed i gradoni di pietra ti costringono a rimanere concentrato per tutto il tempo.

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Dopo circa 2ore arriviamo a Ghondruk (villaggio abbastanza grande dove solitamente ci si ferma per la notte in questo itinerario), ma noi proseguiamo perché ancora belli attivi e perché il giorno dopo vogliamo arrivare presto a Pokhara per poi fare il paragliding in giornata! Scendiamo ormai notevolmente di quota ed incrociamo cosi muli e bufali sulle antiche mulattiere attraversando villaggi abbarbicati sulle pendici delle montagne ricoperti di terrazzamenti di riso o di altre coltivazioni. Facciamo sosta in una di queste casettine isolate con il proprio piccolo aranceto e ci gustiamo dei bei mandarini (suntala in nepalese) che sono una manna dal cielo data la stanchezza fisica e le gambe che ormai girano solo per inerzia! Scopro che uno dei giochi popolari in nepal dei ragazzini e ragazzine è fare palleggi con l’interno del piede con dell foglie di erba raccolte in un elastico al centro.

IMG_5818Due bellissime sorelline ci mostrano la loro abilità palleggiando il mucchietto d’erba per 46 volte di seguito senza farla cadere…un fenomeno in confronto a me che mi fermo ad un deludente 3, forse 4! Dopo oltre due ore ed ormai senza gambe arriviamo a Siuly Bazaar (1100 m). Atmosfera pacifica in questo minuscolo e caratteristico villaggio adagiato sulle rive del fiume; bel gazebo sul river side dove celebriamo la fine del trekking con Khrisna…e con 7 birre Everest da 66cl che rendono molto più libera e divertente la conversazione. Nella saletta dove consumiamo la cena conosciamo Milo e Sandra, un iraqueno ed una ragazza mezza spagnola e mezza svedese danzatori e residenti a Goteborg appena tornati anche loro dal trekking del campo base dell’Annapurna. Altra bella chiacchierata e scambio di contatti per i nuovi amici di Goteborg! Il giorno dopo le nostre gambe risentono della lunghissima camminata del giorno precedente….alla fine più di 9ore di sgambata ierim, ma per fortuna il tratto pianeggiante ci accompagna all’ombra dei 7000m del Fish Tail in questa bella  giornata di sole per le ultime due ore prima di giungere di nuovo al punto di partenza dove un’auto ci riporta senza intoppi e ritardi in quel di Pokhara. Salutato calorosamente Krhis con un immancabile mancia e dedica per questa guida che si è trasformata in un amico sincero e leale.

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Non c’è troppo tempo di relax per celebrare la fine del trekking, rientrati in hotel subito un cambio veloce, si lavano due panni che si mettono in terrazza ad asciugare e via su un’altra auto…tocca adesso al parapendio! Purtroppo la giornata si annuvola un pochino e la veduta delle cime più alte è coperta, ma va bene cosi…il lancio è confermato e le emozioni sono comunque grandissime. Il vento è forte, due passi e via sono già in volo con il mio istruttore Peter (gallese)…saliamo subito alti sino a 2000m ( il punto di lancio era quasi a 1700m) ed è spettacolare godersi il panorama mozzafiato da questa prospettiva e ascoltare il fortissimo rumore del vento che ci solleva in mezzo ad altri tantissimi paragliding…la vista del lago e dei terrazzamenti attorno è fantastica…Pokhara è immensa da quassù…poi pian piano si scende e quando siamo vicino al lago Peter decide di comune accordo di divertirsi un po’ con avvitamenti e torsioni da capogiro! Prima urla di gioia e adrenalina…poi all’ennesima virata ecco il giramento di testa ( tipo quando si scende dall’Ikarus di Gardaland) e pochi attimi dopo l’atterraggio mi stendo al suolo per 10 minuti buoni evitando per un pelo di vomitare…mi consola il fatto che nei miei dieci minuti di stordimento un altro ragazzo atterra e nel mettare i piedi a terra rimette a “cascata” tutto quanto! Pollice alto verso Peter e orgoglioso per me stesso per essere riuscito a contenermi senza andare oltre il limite!

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La nostra avventura a Pokhara è ormai finita, in serata ci godiamo un meritato body massage per alleggerire le gambe a pezzi dopo il trekking e poi ultima cena con Ashiq in un locale tipico e tradizionale della cultura Newari sulla riva del lago. Tomorrow è tempo di fare tappa al parco nazionale di Chitwan per un safari nella giungla e poi ci sarà tempo per ributtarsi nella cultura e nella storia del Nepal concludendo il viaggio con la visita e l’esplorazione della valle di Kathmandu!