Sabbia, sabbia e ancora sabbia…poi c’è il Vento che, senza pietà, ne solleva un bel po’ e te la sbatte in faccia, la senti nelle orecchie, senti i granelli tra i denti e non ti resta che cercare un riparo abbassando lo sguardo e alzando un braccio come fosse uno scudo di protezione. Siamo nel Deserto, siamo nel Sahara, siamo in Tunisia. Quando ripenso a questo viaggio, la mente si sposta subito qui nel Deserto. Un luogo in Natura che sempre mi affascina. E’ solo sabbia e vento appunto e cosi appare ai nostri occhi…nudo e crudo. È li fermo davanti a noi, ma è in continuo mutamento. Sta a noi adattarci e decidere come approcciarlo.

Il Nostro primo contatto con il Sahara tunisino non è stato certo idilliaco. Siamo appena arrivati qui al nostro accampamento con la nostra auto a noleggio (la mitica Suzuki Baleno) dopo km e km di nulla totale rallentati da queste raffiche di vento che creano sulla strada dei mucchietti di sabbia e un effetto vortice danzante sull’asfalto a tratti quasi ipnotico. All’arrivo al campo tendato il caldo è potente, quasi asfissiante e la sabbia è entrata pure nelle tende…un bel benvenuto insomma. Ogni attività qui è impensabile con queste condizioni…e il morale è abbastanza a terra. Per fortuna dopo qualche ora il vento si placa e questo luogo da  inospitale inizia a mostrare il suo lato più attraente. Noi decidiamo di optare per un giro in 4×4 per addentrarci meglio tra le dune e dopo un po’ di su e giù in modalità montagne russe, scendiamo dal veicolo, togliamo le scarpe e qui inizia la magia…camminare a piedi nudi su questa sabbia fine, morbida e fresca è una sensazione bellissima…lasciarsi sprofondare, accennare una corsa in risalita sulla cresta di una duna, buttarsi poi giù dolcemente ascoltando il silenzio. A volte fa quasi “spavento” fermarsi un attimo, ascoltare il vero silenzio e contemplare questo momento tutto per noi. Il sole inizia a calare, le dune si arrossiscono e la magia del Deserto inizia a manifestarsi (anche se il tramonto non è dei migliori visto che il cielo non è ancora nitido e c’è una foschia che ovatta un po’ tutto il panorama). Il sole cala, il buio aumenta…le stelle iniziano a punteggiare il Cielo…ecco ancora un po’ di magia…

La Tunisia non è solo il Deserto del Sahara, è ovviamente molto di più ed in generale è stato un viaggio che personalmente mi ha sorpreso positivamente per i paesaggi e per questo feeling “wild” che mi ha regalato durante i tanti km percorsi, soprattutto attraversando il profondo Sud Tunisino. Alla fine del giro saranno circa 1700km in 8giorni a bordo della nostra Suzuki Baleno che ben si è comportata per questo Road Trip e ci ha fatto scoprire un altro pezzetto in più di questo meraviglioso Mondo.

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Partiamo dall’itinerario. Per questo viaggio un po’ improvvisato e organizzato al volo in pochissimo tempo (sarà il nostro primo vero viaggio in 2 e 1/2), Io&Marta ci siamo riusciti a ritagliare 9giorni e dunque 8notti da trascorrere in Tunisia in questo periodo a cavallo di Pasqua. Unica nota da tenere in considerazione come monito per viaggi futuri in queste zone arabiche e musulmane è il periodo del Ramadan che ci ha condizionato parecchio per quanto riguardi i pasti ed anche sul discorso di aperture/chiusure di alcuni luoghi e negozietti per esempio. Ma anche questo fa parte del viaggio, e adattarsi modificando tappe, itinerari, abitudini fa parte del gioco ed è comunque un’esperienza da vivere e da raccontare.

In sintesi noi abbiamo passato la prima notte a Tunisi (aeroporto comodo e vicino a soli 10km dal centro ). Una prima mezza giornata a girovagare tra mercati e souk della capitale e poi nel pomeriggio siamo tornati zona aeroporto per ritirare l’auto a noleggio (prenotata dall’Italia con CamelCar, un nome una garanzia ehehe). Siamo scesi verso la costa e abbiamo fatto la seconda notte a Hergla, una tranquilla,anche troppo, cittadella sul mare. Abbiamo poi  macinato km verso l’entroterra facendo prima una tappa culturale a Kairouan (la città dei tappeti) e poi siamo andati quasi a toccare il confine con l’Algeria scoprendo bellissime oasi e canyon di montagna tenendo come base per due notti Tozeur. Abbiamo poi trascorso la notte nel Deserto vicino a Douz e siamo transitati anche nella zona Orientale del Sahara all’Oasi di Ksar Ghilane sfuggendo appunto ai forti venti e alla sabbia e scappando anche dalle mosche che qui ci hanno assalito durante la nostra pausa pranzo. Gli ultimi due/tre giorni ci siamo spinti ancora più a sud e siamo andati alla scoperta di villaggi berberi abbandonati, case e grotte troglodite e ammirato i vari Ksar (fortezze adibite a granai collettivi e costruite in posizioni panoramiche tra altipiani desertici e rocciosi). Una zona bellissima, selvaggia e ormai quasi disabitata ma che ci ha regalato forse le migliori esperienze di questo viaggio ( Chenini, Douiret, Toujane, Matmata per nominare alcune di queste suggestive tappe ). Il rientro è stato una bella tirata di km per tornare a Nord, ma lungo la costa corre un’autostrada comoda e veloce che ci ha permesso di arrivare bene per l’ultima notte a Sidi Bou Said, un villaggetto tipico dove il colore bianco delle case si alterna all’intenso colore blu delle porte e finestre delle case ed al blu del Mediterraneo. È stata una giusta e rilassante tappa finale per chiudere questo gran bel giro, un road trip tunisino sorprendente e affascinante. Una destinazione turistica probabilmente sottovalutata per certi aspetti (non c’è nenache la LonelyPlanet della Tunisia!), ma che non ha nulla da invidiare ai paesi vicini e può vantare  certi paesaggi simili a Marocco, Giordania, Oman…un mondo arabo/mediorientale che personalmente mi è piaciuto molto, chiaramente con certe cose diciamo “negative” come potrebbe essere l’insistenza delle persone locali che appena ti vedono a km di distanza fiutano il turista e saltano fuori in mille modi e ti propongo una visita del posto con loro, un giro di qua e di là cercando di procacciare un affare per loro…li a volte certe situazioni sono un po’ pesanti, ma la mia esperienza è stata alla fine positiva e non troppo stressante anche sotto questo punto di vista! Come sempre ci sarebbe ancora tanto da vivere e da visitare di un Paese (molti scelgono la Tunisia solo per la costa e per il mare, come la rinomata Djerba o per le sue importati rovine storiche/archeologiche), ma credo sempre che per vivere a pieno e capire meglio un Paese bisogna cercare di andare nelle sue viscere, vivere esperienze locali a tutto tondo e lasciarsi ispirare e trasportare dagli usi e costumi del posto adattandosi alla diversità del loro Mondo. Solo cosi per me si può dire di aver visitato davvero un Paese nuovo. Una “V” di Viaggio e non di Vacanza insomma che nelle prossime pagine racconterò in maniera più dettagliata per condividere questa nuova e bella esperienza vissuta…è andato tutto benissimo ed è stato davvero un bel Viaggio! Grazie Tunisia, o meglio Shukran!

“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”

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