Italia

Ultra Trail degli Dei….1a parte!

Di colli bolognesi, di luci notturne, di fango…di molto fango, di ristori gloriosi e del sorgere del sole. Di Emilia e di Toscana, di continui su e giù, di indicazioni errate, di dolori, di crisi e rinascite, di salite infinite, di sfide con te stesso e di persone incontrate e storie raccontate…

Attraversare la Storia. Una storia millenaria dagli Etruschi ai Romani che hanno lasciato tracce lungo questo cammino tra Bologna e Firenze. Già il fatto di poter percorrere questi sentieri storici che uniscono Emilia Romagna e Toscana e l’idea di partire a piedi da Bologna e raggiungere con solo le proprie gambe e le proprie forze il comune di Fiesole da dove ammirare Firenze dall’alto mi affascina e mi ispira. Qualcosa mi stuzzica dentro e la motivazione c’è…quindi Ok è deciso, andiamo a provare questa nuova avventura, un lungo viaggio chiamato “Ultra Trail Via degli Dei”. Una gara di Trail Running che in questi casi per come l’approccio io, diventa un viaggione esperenziale da portare a termine, una botta di vita intensa e profonda da provare sfidando i propri limiti. Per gli amanti dei numeri stiamo parlando di circa 130km con più o meno 5100metri di Dislivello Positivo immersi nella natura sugli Appennini Tosco-Emiliani seguendo appunto il Cammino storico denominato “la Via degli Dei”.

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Bologna Centro, ore 23.00. Siamo dietro il gonfiabile e siamo pronti a partire per questo viaggio. E’ appena terminato il Briefing tecnico da parte dell’organizzazione e causa inondazioni dei giorni scorsi ci sono state modifiche al percorso nella parte iniziale…purtroppo il piano B prevede un dislivello leggermente maggiore e più km di asfalto (circa 5km in più…quindi dai 126 circa del percorso originale diventeranno 131…insomma solo belle notizie!).  “Adosss” è il saluto che ci facciamo noi tre portacolori Orange dell’Atletica Franciacorta (Mattia e Cristian compagni di squadra con cui condividere il pre-partenza di questa avventura). Countdown e via…si parte. Percorriamo il centro di Bologna tra gli sguardi straniti delle persone in strada o fuori nei bar e ristoranti che vedono questi pazzi corricchiare con uno zainetto addosso, bastoncini da trekking pronti all’uso ed una torcia frontale in testa…da Piazza Maggiore si procede verso il Santuario di San Luca passando per la suggestiva via delle Luminarie con le frasi delle canzoni di Lucio Dalla e di Imagine di John Lennon (mi colpisce una in quel momento e mi scappa un sorrisetto amaro di buon auspicio per l’occasione quando leggo: “It’s Easy if you try“). Il clima è spettacolare e saliamo a San Luca sotto i suoi meravigliosi portici dove una volta in cima possiamo ammirare il cielo terso e la Luna che è li splendente e ci illumina la strada. Strada che diventa subito un continuo su e giù su asfalto parecchio noioso e ‘pericoloso’ perchè bisogna preservare le energie e soprattutto le gambe e dunque rallentare anche se il fisico vorrebbe aumentare la velocità. I km sono tanti e i cartelli stradali dei Colli Bolognesi mi fanno pensare che Cremonini aveva ragione e una bella Vespa su queste strade sarebbe proprio una figata. Dopo più di 20km ci ricongiungiamo con il Sentiero originale e qui iniziamo la vera Via degli Dei. E’ ormai notte fonda, facciamo conoscenza con il bosco freschino e umido e soprattutto con i primi tratti di fango…minchia tanto tanto fango…il percorso quando si abbassa vicino ai ruscelli e torrenti diventa a tratti impraticabile e inizia un’avventura parallela molto Jungle cercando di evitare il più possibile di riempirci le scarpe ed i piedi di fango. Il primo ristoro è una manna dal cielo notturno. C’è di tutto da bere e da mangiare e preso dalla foga io mi divoro due crostoni con salumi in un batter d’occhio ( in queste gare lunghe di endurance è fondamentale mangiare e bere tanto con regolarità e di certo non mi tiro indietro..).

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Ora iniziamo a salire in maniera più decisa e la prima cima è il Monte Adone. La salita non è lunga e quando sto per arrivare in vetta intravedo la Croce illuminata dal mio fascio di luce e poi le altre torce di altri atleti sparpagliate nell’oscurità…affascinante. Verso le ore 6 poco prima dell’alba il cielo poi inizia a schiarirsi, è l’Aurora ed è uno dei momenti che più mi piace e che mi rida energia. Vedere la luce ed i colori che mutano e piano piano prendono tono dopo aver vissuto tante ore di oscurità è sempre una cosa bellissima che sento di essermi meritato e guadagnato con il mio impegno e la mia fatica, e si sa che per le cose belle e vere bisogna faticare! Poi il sorgere vero e proprio del Sole e lo becco in un punto panoramico con vista sulle colline dai prati verdi di campagna di questa specie di altopiano chissadove dell’appenino Emiliano…poteva andare peggio insomma! Si corre e cammina e mi sento molto bene e pieno di energia. Arriva un altro ristoro e la testa gioisce. Mattia è poco più avanti, ma dopo le ore notturne trascorse assieme non lo beccherò più, con super Cristian invece ci si era già salutati in partenza essendo lui un super atleta di un altro livello. Ok ora so che da qui in avanti sarò solo con me stesso e si inizia sempre più di frequente e a fare due battute anche con gli altri atleti o con i volontari che si incrociano sul percorso. Il percorso ora sale prima al Monte Venere e rimane in quota sui circa 1000m di altitudine tra questi sentieri larghi che si fanno spazio nel fitto bosco, a tratti sempre belli infangati e sempre con ripetuti su e giù collinari. Si arriva al confine tra Emilia e Toscana e superato il “Poggiaccio” e le “Banditacce” siamo oltre la metà del percorso e siamo a 1200m di quota, punto più alto della Via degli Dei. Si inizia a discendere verso il famoso Passo della Futa e poco più avanti c’è l’attesissimo Checkpoint 4 Monte di Fò’ al km 70. Qui c’è la base-vita con la sacca personale che l’organizzazione ci ha trasportato per avere un cambio a disposizione. Lungo la discesa inizio a ragionare su quello che troverò e come/cosa cambiare come assetto visto che le temperature iniziano a farsi sentire e dopo la notte trascorsa ora il nemico può diventare il Sole e il caldo. La discesa è lunghetta, la stanchezza ed i primi dolorini più intensi a gambe e piedi si fanno sentire. La voglia di arrivare a questo ristoro è tanta perchè la testa ha bisogno di questo piccolo traguardo mentale oltre che fisico. Quando sbuco al Passo della Futa credo di essere arrivato in zona ristoro, ma un volontario mi dice: “adesso 2km di discesa ancora sull’asfalto e sei arrivato al ristoro”…questo tratto diventa cosi infinito, non solo non sono 2km, ma oltretutto ci sono anche delle salitine bastarde tagliagambe…sono da solo e la testa cosi inizia a fare un po’ i capricci…mi trascino finalmente fino al ristoro che vedo lassù su un pratone, altra salita cattiva sotto il sole…entro al ristoro bello svuotato e nel ritirare la mia sacca del cambio mi appoggio sulle panche di legno. Non sono lucidissimo, il morale è a terra e non so cosa fare prima se riposare un attimo, se mangiare ( ma mi sento lo stomaco chiuso ), se cambiarmi…oppure se ritirarmi…il pensiero mi sfiora ma cerco di tenerlo lontano…poi vedo i lettini dei massaggi e mi ci butto sopra…proviamo a farci dare una sistemata dai generosi fisioterapisti. Due battute in toscanaccio sono quelle che ci vogliono per risanare il morale. Poi il massaggio alle gambe e la sistemata ai piedi per prevenire delle infide vesciche che stavano per arrivare sono un toccasana pazzesco. Mi lavo e mi rinfresco alla bella e buona con una fontanina nel pratone e riacquisto un po’ di energia e fiducia in me. Mi cambio totalmente e riassetto lo zaino, purtroppo ho davanti un piatto di pasta e un bicchiere di coca-cola che non vanno giù, lo stomaco è ancora un po’ bloccato, ma con calma cerco di buttare giù qualcosa. Faccio alcune scorte di cibo e dopo un’ora abbondante di pausa sento questa mia defaillance “forse” alle spalle. Ringrazio e saluto e riparto quasi “nuovo” e “rigenerato”.  Dai cazz, ripartiamo, il cammino è ancora lungo, ma gli “Dei” so che mi aspettano ancora…IMG20230506023923-minIMG20230506032109-minIMG20230506040833-minIMG20230506052814-min IMG20230506060540-minIMG20230506061756-min IMG20230506061813-min
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ALLA SCOPERTA DELLE MARCHE!!!

In questo blog non avevo ancora raccontato nulla su destinazioni e piccoli viaggetti vissuti in Italia, fino ad adesso avevo scritto solamente su racconti di viaggi all’estero che attraggono per la diversità dei paesaggi, della cultura, della gente, delle tradizioni ecc…però credo che raccontare anche viaggi all’interno del nostro paese visitando di volta in volta le varie zone d’Italia sia molto interessante e spesso come mi è accaduto e mi sta accadendo ho trovato dei posti, storie, persone, luoghi davvero incantevoli degni di essere raccontati più nello specifico per le emozioni e riflessioni trasmesse.

 E cosi dopo un bellissimo weekend lungo trascorso a Settembre in Toscana, più specificamente in Val d’Orcia (purtroppo non ancora raccontato in questo blog, ma spero di poterlo fare presto) la prossima destinazione scelta sono la Marche (tecnicamente è un week-end scelto come regalo di compleanno per Alessandra).

Un viaggetto “on the road” che ci porterà in provincia di Ancona, più precisamente in una frazione di Arcevia tra le colline marchigiane e i suoi castelli e borghi medievali fino ad arrivare a due passi dal mare visitando le magnifiche Grotte di Frasassi e città d’arte come Urbino.

Ma partiamo con ordine…dopo circa 4 ore di macchina eccoci arrivare senza troppi problemi alla nostra casa per questi 3 giorni (Antico Borgo – country house) un agriturismo presso Castiglioni (frazione di Arcevia) davvero incantevole per struttura e location. L’edificio è tutto con pietre a vista che ricreano la vita di un piccolo borghetto medievale con stanze e viuzzole strette e su diversi livelli. Il paesaggio attorno poi è stupendo essendo isolato ed immerso nelle colline marchigiane che brillano per il loro verde acceso e per i pendii ripidissimi che formano “panettoni” morbidi da attraversare su e giù percorrendo questa bellissima zona in macchina o meglio ancora con una bella moto (per il momento ci si accontenta dell’auto!).

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Prima tappa obbligata alle celebri Grotte di Frasassi ad appena 20km dal “nostro” borgo. La struttura turistica è organizzata benissimo e cosi parcheggiato la macchina prendiamo il biglietto e il bus navetta che ci porta sotto alla Gola di Frasassi all’entrata delle grotte. Per la visita siamo fortunatamente un piccolo gruppetto (una quindicina di persone) e la nostra fortuna non finisce qui. Ci capita secondo me una guida che è davvero un gran personaggio! Il buon Maurizio è preparatissimo e allieta piacevolmente la visite delle Grotte con i suoi escursus, i nomi fantasiosi alle concrezioni ed alle formazioni rocciose e la chiarazza nelle spiegazioni (è precisissimo e a volte un po’ troppo in stile militare…”fila indiana e state sulla destra! Spostatevi e lasciate passare il gruppo sulla sinistra!Presto signori muovetevi, arrivano gli Unni!!”riferendosi alle scolaresche in arrivo ecc ecc). Forse finalmente grazie anche lui adesso ricorderò bene la distinzione di stalattite (dall’alto in basso) e stalagmite (dal basso in alto) eheh! Una cosa che ci ha colpito molto delle grotte è la percezione errata che si ha delle dimensioni e profondità…sbalorditivo. Nota negativa: non si possono fare nè foto né video…L anche se la tentazione era forte…ma forse è giusto cosi e comunque consiglio a tutti di andare a visitarle…sono bellissime ed è davvero interessante capire sia la loro formazione che la loro scoperta).  

Lasciate le grotte alle spalle facciamo tappa all’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, tenuta molto bene e molto bella per la sua posizione nella vallata sotto la gola. Qui entriamo in un museo adiacente e conosciamo un altro alquanto “strano” personaggio: Gilberto, protettore del fossile di ittiosauro (una specie di pescione-lucertola di milioni di anni fa) che ci invita ad iscriversi al suo gruppo di “facebukke” amici di Marta (nome dato al fossile per la somiglianza con la gallina di Lupo Alberto appunto Marta….bah?!).

Dopo questa piacevole sosta lasciamo la macchina sul ciglio dellla strada e ci incamminiamo per un sentiero in salita che conduce al Tempio del Valadier e al santuario della Madonna di Frasassi. Dopo circa 700m di piacevole stradina ecco nella cavità della montagna sbucare l’imponente tempio a pianta ottagonale. L’interno lascia un po’ a desiderare ma l’esterno è davvero suggestivo come struttura incastonata nella roccia e con alle spalle una grotta da esplorare. Accanto ad esso anche un piccolo santuario costruito nella roccia…piccolo e molto carino…Alessandra lascia anche una graziosa frase sul “libro dei visitatori”…carinaa J

 

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E’ tardo pomeriggio e rientriamo già soddisfatti della giornata verso il borgo passando per Genga (paesino deserto praticamente senza abitanti). Ora è tempo di goderci il nostro bel posticino scelto su internet e cosi durante un aperitivo con due generosi bicchieri di vini locali (un bianco Verdicchio e un rosso Conero) conosciamo meglio il proprietario Fabrizio con la moglie Samira che hanno vissuto per un periodo all’estero in Belgio + tre bambini oltre ad un cane ed un paio di gatti (la sera un gattino si incastrerà in una condotta e serviranno i vigili del fuoco fino al giorno dopo per liberarlo). Per concludere la giornata non poteva mancare la cena tipica sempre consumata nel borgo che è anche ristorante e cosi ci abbuffiamo di crescia (una specie di piadina-pizza-focaccia calda da gustare con salumi e formaggi del posto) e di altri tanti svariati cibi locali.

Il sabato mattina la sveglia è puntata presto e dopo una splendida colazione all’aperto oggi è una magnifica giornata e decidiamo cosi di fare tappa mare…destinazione Riviera del Conero con il suo parco naturale. Dopo un’ora di macchina arriviamo subito a Sirolo, un paesino a strapiombo accanto al monte Conero (circa 600 m) e cosi giù in picchiata alla spiaggia Urbani che si rivela ancora meglio di quanto visto nelle foto. Acqua cristallina, spiaggia quasi deserta e alle spalle da contorno le bianche rocce calcaree del monte a picco sul mare blu. Il sole è molto caldo e picchia forte e cosi ci scappa anche il primo bagno stagionale al mare…che figata! Dopo aver mangiato in spiaggia ci spostiamo a Numana per andare in traghetto alla spiaggia delle due sorelle (la più famosa del Conero) ma non è ancora stagione e non ci sono traghetti (peccato…ma la useremo come scusa per ritornarci) e cosi ci scappa la pennichella in spiaggia che poi la sera ci costerà cara e si trasformerà in quasi ustione!!! Prima di andare via ultima tappa a Sirolo centro per un gelatino in terrazza vista spiaggia e parco naturale del Conero e alla ricerca di una farmacia per le mie vesciche ai piedi post-partita di squash del giorno precedente!

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Il ritorno in macchina nell’entroterra marchigiano è sempre piacevole con le stradine che attraversano paesini come Montecarotto, Serra dei Conti e Castiglioni su e giù per questi ripidi panettoni verdi e superando le collinette con i vari borghi medievali dove il tempo si è fermato e la gente del posto (principalmente anziani) sono sempre contenti e felici di vedere visitatori e non si trattengono a raccontare qualcosa della loro vita.

La sera siamo cotti (in tutti i sensi visto anche il colore della pelle) e cosi ci fermiamo ancora al ristorante del borgo (ah il gattino nel frattempo è stato liberato) in compagnia di un’altra coppia in viaggio in moto nello stesso agriturismo. La mattina dopo un’altra abbondante colazione all’aperto e alcune foto di questo bellissimo posto siamo pronti per salutare i gentili e cordiali proprietari e cosi cartina alla mano partiamo per strade interne per visitare brevemente qualche altro borgo della zona (Castiglioni ed Arcevia in particolare) e dopo circa un’oretta di stradine interne e qualche bivio errato arriviamo ad Urbino, ultima tappa del nostro weekend marchigiano on the road.

Patrimonio dell’Unesco non a caso direi…la cittadina universitaria  è piena di turisti ed infatti essa fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano sotto la signoria di Federico dei Montefeltro, nonchè casa natia di Raffaello Sanzio. Trovato un parcheggio tattico (tecnicamente in divieto…ma ci andrà bene!) ci incamminiamo nel centro storico che si estende più verticalmente che orizzontalmente ed infatti le salite e le scalinate sono diciamo…interessanti! Sbuchiamo nella piazza principale con il duomo (non eccezionale) e il palazzo ducale…davvero enorme…e cosi scendiamo di un livello per un caffè in un bar all’aperto fronte palazzo con la sua facciata più classica e le sue torri a dominarci!  

Ultimi scatti qua e là per le viuzze storiche e poi via di ritorno alla macchina…un gran bel weekend…una regione secondo me molto sottovalutata ma ricca di paesaggi e luoghi stupendi che ci porteremo dentro e che meritano di essere visti e vissuti!

…quindi un consiglio…fateci un bel weekend o anche di più se si può…alla scoperta delle Marche!

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