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ULTRA TRAIL DOLOMITES…che gran viaggio e che spettacolo!!

Ore 00.01 lo START: Bon voyage!! Andiamo e “godiamoci” questa esperienza di vita..

Ore 18.59 la FINISH LINE: è stato un lunghissimo viaggio, duro, sofferto, caldo, infinito…un’avventura intensa e meravigliosa condivisa con un collega, compagno, amico e con chi da “remoto” ci seguiva.

Bressanone 01/07/22. Due gocce di pioggia e vento fresco a spaventare noi trailrunners pronti a partire. Il fascino della notte con la frontale in testa ad illuminare la via. Poi subito caldo e umidità del bosco. Si suda subito e ogni tanto ci si perde qualche bivio e deviazione nel buio (non segnata benissimo in alcuni tratti..) ma fa parte del gioco e siamo qui per “giocare”. Si sale e con i primi passaggi alpinistici sale anche l’attenzione e la concentrazione. La pausa pipi con vista sulle sagome delle Dolomiti che iniziano a prendere forma alle prime luci nella Val di Funes. Ci meritiamo una spettacolosa alba al cospetto delle Grandi Odle ed è magnifica. La colazione con zuppa e birretta al Rif.Genova. Il sole che illumina le vallate verdi e lo sguardo che vede quel sentierino di roccia che si infila lassù nel Gruppo del Puez. La salita dura e cruda a zig zag sulla forcella…tanto poi spiana no??. E poi boom un’altra vallata e le Dolomiti di prima viste da “dietro”, forse ancora più belle, posti davvero pazzeschi e arrivare li sopra e guadagnarsi questa vista con le proprie gambe è impagabile. Il Rif. Puez che non arriva più ( chi l’ha spostato? ). Quelle maledette pecore carnivore che si mangiano il panino con speck. La gente che ti saluta (in crucco rigorosamente) e che ti vede un po’ come un marziano correre con attaccato un pettorale lungo i sentieri. Poi il canalino e la lunga discesa spaccagambe sino a Longiarù, e poi su su di nuovo, quella maledetta salita dei Mulini, un ‘vertical’ sotto il sole cocente di mezzogiorno che mi fa barcollare non poco con l’acqua che ormai scarseggia e la fatica che domina, poi spiana un pochino questa volta per davvero e sbuchiamo tra colline verdi e strade bianche dove spuntano qua e là delle Malghe da cartolina a cui non possiamo rinunciare, via le scarpe per far respirare i piedi gonfi ed affaticati e via di birrozza e caffettino al seguito. Il ristoro abusivo più azzeccato di sempre. Ora la svolta. Le energie ritornano e si ricomincia a corricchiare su e giù tra questi altopiani da cartolina sotto lo sguardo del Sas Putia. Poi arriva il Ristoro più bello del mondo secondo Fabio e come dargli torto. Una bella pastasciutta, ci riempiamo per bene con acqua e cibo e in compagnia di altre coppie siamo di nuovo nella “bagarre”. In discesa recuperiamo e siamo al Passo delle Erbe. Non ci resta che risalire alla Plose e osservare dall’alto Bressanone che è ancora troppo giù. Siamo al 70km piu o meno e colpo basso dell’organizzazione che lascia l’ultimo ristoro senza personale e senza cibo con la beffa di un anguria gigante che ci mangiamo solo con gli occhi però…ora manca “solo” la discesa finale, i nostri 5000m circa di dislivello positivo li abbiamo ormai fatti. Una picchiata senza fine verso il centro di Bressanone con la calura che aumenta. Il limite di gara sono le 20ore e dovremmo starci dentro le 19ore totali calcoliamo ma dobbiamo fare i conti con la stanchezza, con una discesa troppo lunga e sconnessa, pratoni ripidi della mitica pista da sci Plose, un po’ di asfalto ogni tanto e pure con l’illusione di essere arrivati a Brixen alla vista dei primi tetti di case ed invece siamo solo a S.Andrea. Psicologicamente una bella batosta perché ci sono altri 5km ancora giù in picchiata di corsa. Ad ogni fontanella o ruscello è un bagno rinfrescante e poi ecco finalmente Bressanone… ecco il km 84…ecco che anche qui le indicazioni per l’arrivo scompaiono e dobbiamo chiedere a dei passanti dove è l’entrata di Piazza Duomo…eheh…ma ormai ci siamo, ecco il tappeto rosso e la Finish Line…il Team NOTTAMBULI DELLA FRANCIACORTA ce l’ha fatta…mamma mia che bello! Si finisce con una stretta di mano e un abbraccio vigoroso al compagno di avventura, il bacio di chi è li ad aspettarti e poi si chiude il sipario con le gambe immerse nella Fontana di Piazza Duomo, una fetta di anguria tra le mani, una medaglia al collo e un sorriso dentro e fuori con la consapevolezza di aver portato a casa una grande avventura e un’esperienza memorabile!

ULTRA TRAIL DOLOMITES…che gran bel viaggio e che spettacolo!!

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Dove cavolo sono finiti i miei sottoguanti?? Avventure Oltre il Circolo Polare Artico!

“Dove cavolo sono i miei sottoguanti?”…qui in Lapponia è l’indumento per eccellenza che scompare ogni volta…un po’ come il classico calzino misterioso che scompare uscito dalla lavatrice…insomma uno di quei misteri del Mondo che resistono senza trovare una soluzione certa e concreta! Si torna fuori ancora…e chi vorrebbe andare a dormire stasera…c’è anche la Luna, ci siamo noi e c’è Lei…l’Aurora Boreale. Anche se fa freddo, anche se siamo stanchi…non ci si può tirare indietro. Vedere ed ammirare l’Aurora è un’esperienza assoluta e siamo davvero grati per essere qui in questo istante in una location pazzesca a vivere e goderci questo momento che sicuramente rimarrà indimenticabile. La Lapponia è anche molto altro e non è solo l’Aurora…ci sono gli huskies, le renne, i paesaggi fiabeschi e gli orizzonti bianchi ed infiniti. C’è la Cultura e le tradizioni del popolo dei Sami con le loro capanne. C’è il freddo artico, la sauna finlandese, le altre attività invernali e quelle belle casette di legno. Ci sono i laghi ghiacciati, gli hamburger di renna e pure la pizza con salame di renna e poi c’è la sfida, la caccia, la fortuna e soprattutto il “culo” che ti può permettere di vedere l’Aurora Boreale. Ripensando all’Aurora Borealis o Northern Lights la testa si colora di sfumature verdi e la mente ritorna proprio li in quella serata..

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..La cena è finita e ora può iniziare lo Spettacolo! Diamo un occhiata fuori…non sono ancora le 20 e già riusciamo a scorgere bene le prime “Northern Lights”..eh già..un po’ nell’incredulità vediamo queste sfumature grigio/verdi sopra la nostre teste…wow! Stupiti e carichi rientriamo velocemente per sistemare le ultime cose e siamo prontissimi per il “trasferimento” sul lago! Il programma è bellissimo e l’idea geniale di Esko è appunto far dormire i propri clienti in queste casette tipiche di legno rosso strettissime che hanno praticamente sotto due “sci” per scorrere sulla neve ed essere trainate cosi dalla motoslitta che infatti ci trascina letteralmente fino in mezzo al lago ghiacchiato! Una FIGATA insomma. Siamo gli unici tra l’altro…il che rende tutto più magico. Nella nostra casetta abbiamo un letto da 150cm pari alla larghezza della casa, una stufetta che funziona solo quando la casa è alla base e attaccata all’energia elettrica e due bocchettoni dove esce aria calda per il periodo di tempo che la casetta è sul lago, quindi dalle 20 alle 8…ah poi c’è una chicca sotto il letto…il bagno chimico portatile…un cubotto da estrarre all’occorrenza per improvvise necessità fisiologiche se non si vuole andare fuori al freddo! In effetti fresco è fresco…il termometro segna -22. Ti diranno che è un freddo diverso…si, vero. Più secco e meno umido vero…ma sono pur sempre -20gradi e soprattutto le estremità mani e piedi ne soffriranno e non poco. Ma la serata è speciale e il freddo si supera anche grazie alle tutone nordiche con mille tasche che per fortuna prendiamo a noleggio per affrontare la nottata e per uscire all’aperto ad ammirare la protagonista della serata. Lei…l’Aurora Boreale. La Dama Verde  inizia a danzare sopra le nostre teste a destra e a sinistra, davanti e dietro…a volte si guarda una porzione di cielo e dopo pochi attimi in un’altra porzione di cielo c’è uno spettacolo in corso ancora più grande e più verde e di altre forme…mamma mia…pazzesco! Poi addirittura il bordo inferiore si vede a occhio nudo che non è verde ma è quasi giallo con sfumature rosa…poi sembra un arcobaleno completo che riempie tutta la volta celeste e si sposta a diverse velocità…davvero incredibile la Natura. E’ davvero freddo e bisogna dosare bene e gestire gli attimi in cui ci si toglie il guantone per utilizzare telefono e macchina fotografica per le foto…poi si rientra “al caldo” per alternare e per osservare dalle vetrate panoramiche lo show. Quando ci si è riacclimatati si esce di nuovo fuori ed immancabilmente prima dell’uscita sorge la domanda: “ma dove cavolo sono finiti i miei sottoguanti?? Eheh….e non sarà ne la prima ne l’ultima volta…il ciclo si ripete insomma, ma quello che rimane inalterato è la meraviglia dell’Aurora e lo spettacolo della Natura che ci ha regalato questa nottata davvero magica ed indimenticabile!!

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Sicilia Bedda!!

La granita siciliana alla mattina ce la siamo mangiata…rigorosamente accompagnata con la brioscia.

A Bronte nella città del pistacchio abbiamo provato il gelato, assaporato la crema e degustato al naturale questo “oro verde”.

Abbiamo brindato con un bel bicchiere di vino a Marsala.

A Marzamemi nella patria del tonno rosso, abbiamo assaggiato diversi prodotti e abbiamo fatto shopping gastronomico nelle antiche tonnare.

Nella provincia di Pachino una semplice pasta con il ciliegino è già di per se un capolavoro. Vai poi a Mazara e aggiungici dei gamberi rossi…che Qualitè!

Non ci siamo fatti poi mancare un buon cioccolatino a Modica nella più antica cioccolateria siciliana.

Nei vicoletti medievali di Erice abbiamo fatto la coda attratti dal profumo di un genovese ericino appena sfornato…e ne è valsa la pena!

Lungo la Riviera dei Ciclopi abbiamo provato i diversi tipi di arancini (o arancine) con vista faraglioni. Poi, sempre con vista mare, lungo le spiagge nel Trapanese bisogna provare una pausa pranzo a base di Pane Cunzato!

Il cannolo?!…Beh non serve neanche parlarne…qui è ovviamente d’obbligo…e che bontà!!

Oltre al gusto ed al buon cibo c’è anche tanto da fare e da visitare….per esempio:

Gironzolare nella romantica Ortigia, Fare un tuffo nelle mille sfumature di blu a Favignana, Ammirare il tramonto tra saline e mulini a vento nella zone di Trapani e Marsala tra sfumature di bianco e rosa. Rinfrescarsi i piedi con la testa all’insù andando controcorrente nelle acque gelide delle Gole dell’Alcantara. Esplorare la macchia mediterranea camminando lungo i sentieri naturalistici delle Riserve di Vendicari e Riserva dello Zingaro scoprendo calette naturali per alternare bagni di qualità tra piccoli pesci e relax in un mare fantastico. Ritornare al passato nella storia con la visita di maestosi templi come Segesta. Attraversare gli stretti vicoli di piccole cittadine barocche impreziosite dalle tante ceramiche colorate ed essere parte del via vai della gente tra i venditori ambulanti dei mercati.  In 10 giorni abbiamo guidato tanto e girato quasi interamente questa bellissima isola “circumnavigandola” fino a raggiungere il punto più a Sud Italia dove si incontrano le correnti tra Mar Ionio e Mar Mediterraneo! Ci siamo infine riempiti con gioia le scarpe e le calze di nero tra sabbia e cenere vulcanica risalendo i pendii di Sua Maestà l’Etna sino ad arrivare a 3000m sui suoi crateri sommitali….una figata pazzesca!

Abbiamo anche visto purtroppo il “decadentismo” siciliano: costruzioni abbandonate e lasciate andare al degrado, spazzatura a bordo strada, posti incantevoli e prodotti d’eccellenza non valorizzati…anche questo però fa parte della Sicilia.

Insomma tutto questo e molto di più è stata la nostra Sicily…davvero una Sicilia Bedda! Un mare di robe da fare e vedere per tutti i gusti. Devo dire che ho sempre apprezzato e voluto di più viaggiare all’estero e andare alla ricerca del “diverso”, di nuovi posti e di nuove nazioni…e rimango convinto che un viaggio in un paese diverso dal proprio, in un’altra cultura sia un arricchimento personale impareggiabile e regali quel qualcosa in più che ti porti dentro a lungo, ma devo ammettere e riconfermare che in Italia oltre ad un clima mediterraneo fantastico abbiamo dei luoghi FAVOLOSI con delle bellezze naturali stupende, tanti posti vissuti ricchi di STORIA e una varietà di ECCELLENZE e di prodotti TOP da far invidia a tutto il Mondo. E quindi si la priorità rimane per me il viaggiare e girovagare per il Mondo, ma un viaggio in Italia come per esempio in Sicilia, è un’esperienza bellissima ed è assolutamente una cosa che s’ha da fare!

Ciao Ciao Sicilia…A presto!!

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AFRICA. Poesia selvaggia, sporca ed impolverata. Magica.

Sabbia. Polvere. Nelle scarpe, dentro le calze. Fino ai denti. Il vento dell’Est soffia forte, molto forte ed è quasi impossibile ripararsi da questa tormenta. A ripensarci bene mi dava fastidio addirittura sorridere, le labbra manco a dirlo non erano screpolate, erano quasi lacerate. Dentro però il sorriso c’era. Eccome se c’era. Siamo in Namibia e piano a piano si inizia a realizzare che siamo in Africa, siamo in Viaggio, siamo liberi e felici…e molto contenti aggiungerei. Un periodo davvero intenso, pieno e vivo. Un mix di emozioni da montagne russe e di momenti indimenticabili. Ora siamo qui però a goderci il nostro Viaggio Speciale. La Namibia è cosi, polvere e sabbia, tanta. Paese straordinario dove la Natura è la padrona indiscussa e gli animali selvatici regnano incontrastati e probabilmente superano abbondantemente in numero gli umani. Noi siamo visitatori e sottostiamo alle loro regole. Osserviamo in rigoroso silenzio e rispetto il via vai di elefanti, giraffe, zebre, antilopi e addirittura di rinoceronti, leoni, leopardi, ghepardi e molti altri di cui neanche conoscevamo l’esistenza. Alla fine facciamo un bilancio nero su bianco della nostra “caccia” e contiamo 31 specie di animali selvatici visti e fotografati. Un bel gruzzolo al di sopra di ogni aspettativa. Oltre ai numeri ovviamente ci sono le emozioni.

Che spettacolo stare in una delle bellissime terrazze di qualche lodge immerso nel paesaggio circostante e vedere gli animali che si abbeverano ad una pozza, osservare le loro abitudini e regole del branco. Essere spettatori e un po’protagonisti facendo parte di quel ‘Cerchio della Vita’ cantato da Ivana Spagna nel Re Leone. A proposito, che spettacolo i panorami immensi ed infiniti di queste regioni semi desertiche. Immergersi totalmente nella Savana ed in location che davvero ti trasportano e ti sembra di essere nel set del famoso cartone animato e film della Disney, con colonna sonora inclusa! Lo abbiamo anche visto bene poi lui, il Re indiscusso, lo abbiamo ascoltato ( e ci siamo cagati addosso ogni tanto..) con qualche rumore “sospetto”. Quel ruggito del Re della savana nella Riserva dell’Hobatere ancora risuona. Altri rumori sospetti sono ancora ben presenti nella mente. Il risveglio con il ‘grugnito’ di qualche facocero, il suono dei babbuini in lotta, l’elefante che si abbevera e si fa il bagno in una pozza di acqua e fango o il rinoceronte che si struscia contro un cartello stradale. Che spettacolo poi il cielo africano, i tramonti intensi da favola vissuti ed ammirati tutti i giorni ed i cieli stellati mai visti cosi pieni e cosi luminosi. Che spettacolo quando le dune dorate del Deserto incontrano il blu profondo dell’Oceano. Che spettacolo la wildlife in generale. Quella vista e vissuta a bordo della nostra 4×4 con tenda sul tetto. Dormire isolati nella savana è emozione pura. Arrangiarsi con un bel barbecue a regola d’arte brindando con vino sudafricano. Essere poi ospiti in questi Lodge da favola è stato un privilegio e diciamocelo…sono proprio una figata. Anche il solo guidare semplicemente nel bel mezzo del nulla per centinaia e centinaia di kilometri è bellissimo per me e fermarsi per esempio ogni tanto quando l’occhio intravede il collo di una giraffa all’orizzonte. Un nulla che ti sorprende e che ti emoziona…come le dune rosse del Namib Desert esplorate con i propri passi che sprofondavano all’interno e poi ammirate dall’alto sorvolandole a bordo di un elicottero. Un Road trip intenso fatto di strade infinite, paesaggi sconfinati, Natura selvaggia e incontri local con villaggi autentici come con la tribù degli Himba ed i San boscimani osservando le loro abitudini e la loro cultura ed ascoltando stupiti i loro ‘schiocchi’ primitivi nel linguaggio. Alla fine saranno più di 3000km in 13giorni, ma anche qui i numeri contano poi poco, perché la vita non è matematica, ma è pura poesia. Poesia selvaggia, sporca ed impolverata. Magica. Poesia dell’essere viaggiatori dentro e fuori. Ovunque. Sempre.

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Dalla Repubblica della Namibia alla Repubblica del Mozambico o meglio República de Moçambique per dirla all’originale in Portoghese. Dall’Oceano Atlantico si passa al più mite Oceano Indiano. Siamo sempre in Africa e la sabbia è un fattore comune. Qui il vento è piacevole e la sabbia è fine ed è una sabbia che “suona”. I passi lungo le spiagge di Bazaruto risuonano per davvero come una lieve trombetta quando i piedi vengono trascinati sotto il manto sabbioso. Il mare calmo, placido e beato. Non c’è più il vento forte Namibiano. Qui ci si gode una brezza leggera e rilassante. Si cammina molto e si osserva la vita dei pescatori locali, uomini, donne, ragazzini, tutti colorati e variopinti che tra vari “Bom Dia” e “Boa Tarde” si gettano in mare con la bassa marea ogni mattina al sorgere del sole e tirano le reti catturando gli infiniti pesci che popolano questo bellissimo mare.

Nel correre e passeggiare bisogna stare attenti alle conchiglie e alle Stelle Marine: “Occhio a quella li rossa”, “Attenziona a quella gialla”, ”Guarda che bella quella li arancio”, “Questa ha 8 braccia”, si esclama! Quando si arriva in cima ad una piccola collina o ad una duna di sabbia si ammira questo bellissimo posto; da un lato il verde interno dell’isola, poi le dune di sabbia dorate ed infine le sfumature di azzurro e blu dell’Oceano e del cielo. Mettici poi anche la mano del Sole al tramonto che trasferisce calore e colori con gli ultimi raggi ad illuminare queste lingue di sabbia e mare che si fondono tra loro ed è uno spettacolo. Ci siamo emozionati ovviamente per la bellezza di questi posti, per il godere del nostro bungalow sulla spiaggia e ci siamo anche parecchio divertiti facendo sandboarding scendendo le dune su di una tavola di legno, pagaiato al largo su un kayak, esplorato l’isola ed i vilaggi locals in bici “gareggiando” con i bambini del posto. Ci siamo regalati un ultimo tramonto sul mare veleggiando con tanto di brindisi finale su un Dhow, una delle tipiche imbarcazioni dei pescherecci di legno colorato. E che dire del cibo? Anche il gusto vuole la sua parte e rimarranno memorabili le colazioni vista mare, la cena speciale in spiaggia, le grigliate reali di pesce fresco. Aggiungi anche la gentilezza ed il sorriso dietro di una mascherina dei disponibilissimi camerieri mozambicani e sempre con sfondo quei paesaggi tropicali che di solito vengono immortalati sui monitor del Desktop di qualche pc. É che qui era tutto vero, tutto reale. Tutto veramente bellissimo. Tanti momenti da ricordare ed esperienze che abbiamo creato e vissuto pienamente. Ovviamente tantissime foto e video perché è sempre tanta la voglia di immortalare quella meraviglia che si percepisce nel cuore e che si vede con i nostri occhi.

Obrigado Mozambico! Thank you Namibia! Grazie…la Nostra Africa.

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Dai che torniamo a viaggiare….e che Viaggio!!!

Torneremo presto a viaggiare si diceva…Sicuramente una bella frase, uno slogan bello, ma forse anche se ce lo si diceva,  proprio al 100% non ci si credeva neanche tra i piú ottimisti. Insomma prima che tutto fosse di nuovo realizzabile ne passava ancora parecchio di tempo, tra dubbi, incertezze ( e tamponi…).

Se si vuole una cosa peró bisogna fare di tutto per ottenerla no?? E così ci abbiamo creduto, abbiamo iniziato a sognare ad occhi aperti, progettato e pianificato nero su bianco un itinerario a nostra misura e che si adattasse all’attuale situazione globale e che appunto potesse essere realizzabile in qualche modo. Questa volta il viaggio sará meno spartano e con qualche lusso in più del solito, ma con la solita voglia di girovagare, scoprire posti,  persone, culture nuove e meravigliarci nuovamente della bellezza del mondo!

Eh sì, il viaggio a questo giro ha un nome e cognome preciso: VIAGGIO DI NOZZE o HONEYMOON per essere più fighi ed International! Eh sì, io e Marta ci siamo sposati e la compagna di viaggio è diventata anche compagna di vita, ma in fondo poi la vita è un viaggio meraviglioso e quindi ora bisogna sfruttare a pieno il presente e godercelo Qui e Ora!

Si parte, sembra incredibile. Periodo intenso e bellissimo. Non c’è tempo neanche di riorganizzarsi e vedere tutte le foto e video del 17 Luglio 2021, rispondere ai messaggi e riordinare le idee, ma forse è anche bello cosí, lasciare questo bel casino e mix di emozioni ed immagini impresse nella testa e scolpite nel cuore.

Ora si parte davvero…testa alle prossime destinazioni: Namibia e Mozambico. Safari, Deserti, isole Paradisiache, avventure, disavventure e quindi sicuramente nuove esperienze da vivere di nuovo intensamente. Come diceva lo speaker delle Giostre dei bambini….SI VOLA, SI VOLA, SI VOLA!!! Con le gambe, con la testa e con il cuore!IMG-20210720-WA0071

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Alla scoperta della Grecia Continentale on the road!

Finestrini abbassati, vento in faccia. Profumo di selvatico, profumo di libertà. Libertà che fa rima con felicità. Tornare a Viaggiare nel senso più puro ed autentico di questa parola è semplicemente bellissimo. Essere te stesso senza le maschere della quotidianità ( ma con la mascherina pronta all’uso nei luoghi chiusi, incapace però di nascondere il sorriso che ci sta sotto). Non sapere più che giorno della settimana è, il giorno esatto del calendario, rimanere disconessi e rientrare la sera cotti sprofondando nel sonno dopo aver gironzolato tutto il giorno. Vivere nel qui ed ora, vivere al 100% e non solo sopravvivere come spesso accade nella routine quotidiana tra abitudini, comfort zone e mondo “virtuale”. Sono esperienze ed emozioni che rimangono, che hanno un valore altissimo, più di qualsiasi bene materiale che si possa comprare. Questa Grecia Continentale tutta da scoprire in stile On the Road con un itinerario fai da te abbozzato e programmato pochissimi giorni prima della partenza, è stato tutto questo ed ovviamente anche molto di più. Sono stati 10 giorni intensi, 2100km in lungo ed in largo per scoprire il territorio ellenico, ma oltre ai numeri è stata, è, e sarà, una bellissima esperienza di vita…

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Da Atene ci si addentra nella Grecia Centrale e lì c’è subito la meraviglia delle Meteore, “Sospesi nell’aria” come insegna il significato della parola. Monasteri aggrappati a queste strane formazioni rocciose che si stagliano nel cielo. Location bellissima che consiglio di visitare a piedi lungo i sentieri poco tracciati per scoprire punti panoramici mozzafiato e prospettive diverse per ammirare questo magnifico spettacolo creato dalla Natura e dall’Uomo (bravi davvero i Monaci a “scegliere” sempre luoghi remoti e pazzeschi!).

Poi la bussola è andata ancora più a Nord alla ricerca di quella sfida, ovviamente fisica, ma soprattutto mentale ed affascinante: conquistare la vetta più alta di tutta la Grecia, il mitico Monte Olimpo. Ci sarà modo di approfondire in maniera dettagliata questa ascesa e questa esperienza bella tosta. Tra le nubi, noi intanto al cospetto di Zeus ( e di Pollon!) a 2918mt sulla mitica cima Mytikas del Mount Olympus ci siamo arrivati e quella bandiera in cima alla montagna l’abbiamo conquistata con merito. Non una semplice montagna appunto…è la Dimora degli Dei, the Summit of Pantheon.

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The Road Trip

Successivamente un lungo trasferimento verso Sud con tappe di storia e mitologia qua e là ( Marathon, Termopili, Sparta ). Luoghi e personaggi in cui si respira il mito e si evoca la leggenda. Dall’imponente ponte di Patrasso siamo sbucati nel Peloponneso e abbiamo assaporato un’insolita destinazione poco conosciuta nel villaggio montano di Kalavrita percorrendo a ritroso a piedi lungo i suoi binari il trenino a cremagliera lungo la gola del Vouraikos che da Diakopto ci ha poi riportato nuovamente a Kalavrita.

Sempre più giù, fino alle dita del Peloponneso, esploriamo il dito centrale ( si…il dito medio!), la selvaggia Penisola del Mani. Uno spettacolo guidare su e giù per queste strade. Ulivi a volontà, profumi di erbe aromatiche, calette da esplorare, grotte marine ed un pacifico mare verde tra piccoli villaggi e torrette di pietra testimoni del forte ed orgoglioso popolo maniota. Il villaggio di Limeni rimarrà quel luogo dove ci si lascia un pezzetto di cuore. Un balcone spaziale sul mare, notte e colazione con solo il rumore delle onde come sottofondo mentre lo sguardo vaga libero ed il corpo e la mente sono pienamente appagati. E poi ancora tante seggiole di legno colorate che popolano taverne vista mare, tra sapori di carne alla griglia e pesce fresco. Non può mancare anche una puntata al punto più a Sud della Grecia continentale e della penisola balcanica, cape Matapan o Capo Tenaro, dove leggenda vuole ci siano state le Grotte dell’Ade, l’ingresso del Regno degli Inferi. Oggi solo qualche rovina, ma gustarsi un magnifico tramonto con il sole che casca nel mare dopo una bella escursione al faro rimarrà un bellissimo momento da ricordare.20200814_184822-minInfine ci si sposta nel primo dito, quello più Orientale dove tra gli infiniti uliveti ed anche le tantissime piante di arance ci dirigiamo verso la punta per scoprire la bellezza pura e selvaggia di Elafonisis, una destinazione da “WOW”, una tappa che da sola merita il viaggio. Mare cristallino tutto da godersi, una collinetta arida dalla quale osservare queste due immense baie separate da un istmo di sabbia che le unisce…poi, sulla morbida spiaggia, una capannina di paglia isolata per dare quel tocco wild a tutta questa bellezza. Per chiudere due chicche da visitare come le cittadine di Monemvasia e Napflio affacciate sul mare e consumare cosi in qualche vicolo di pietra sconnesso di una delle tante taverne all’aperto le ultime specialità local come gli onnipresenti souvlaki, feta grilled, gyros pita, moussaka o freschissimi gamberetti e calamari!

Durante il lockdown si diceva spesso “torneremo presto a viaggiare, e sarà bellissimo”….beh è stato davvero così per fortuna (e per volontà di volere davvero tornare a farlo senza farsi dominare da scuse facili e comode visto il periodo!). Non il solito lungo e viaggione estivo in qualche destinazione lontana ed esotica dall’altra parte del mondo. Come spesso accade a volte non conta poi cosi tanto la destinazione, ma il viaggio in sè e la mentalità di come lo si affronta. E così è stata un’occasione di scoprire ed esplorare zone non troppo lontane da casa e magari ingiustamente trascurate. Un’occasione di tornare a sognare, ad emozionarsi per davvero. Tanti tanti sorrisi e risate sparse qua e là, avventure e disavventure come naturalmente ci dovevano essere. Qualche tensione, imprevisti e situazioni nuove a cui bisogna adattarsi, ma che alla fine in ogni modo ti portano ad intraprendere un percorso continuo di crescita personale, davvero un gran bel percorso ed una gran bella scoperta!

ευχαριστώ, efcharistó Grecia!
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“Torneremo a viaggiare”…ooh YESS! Next Trip GRECIA!!

Mi sembra sia già passato tantissimo tempo dal famoso Lockdown. Tutti chiusi in casa in quarantena, un periodo davvero strano oltre che drammatico purtroppo. In quei giorni la testa vagava spesso osservando le foto appese sui muri di casa, leggendo libri e racconti, riguardando gli album fotografici e cercando così di viaggiare con la testa e sognando il giorno in cui si sarebbe potuto ricominciare a viaggiare ( link all’articolo precedente: https://raz85.myblog.it/n-modi-per-viaggiare-rimanendo-fermi ). C’era tanta voglia di tornare a vivere veramente al 100% e di emozionarsi. L’emozione di quell’attimo in cui si compra un biglietto aereo, quando si inizia a pianificare concretamente un itinerario, oppure quando si cominicia a riempire uno zaino…Si diceva “torneremo a viaggiare” ed un po’ ci si credeva davvero, un po’ era un segnale di speranza e ottimismo, anche se regnava tanta tanta incertezza e lo scenario peggiore era appunto il non poter viaggiare per lungo tempo, addiritttura fino al 2021. Ora è Agosto, tempo di ferie e per me significa principalmente solo una cosa…tempo di Viaggiare. Non che in Italia non si possa viaggiare con la “V” maiuscola ( paese straordinario e bellissimo il nostro in cui c’è tantissimo da visitare e per tutti i gusti), ma secondo me quel fascino di andare in un paese nuovo è un’altra cosa, mettere i piedi in una nazione diversa dalla tua patria, girovagare in una nuova città incontrando persone che parlano un’altra lingua, che si vestono a loro modo osservando e curiosando tra sguardi ed abitudini diverse dalle tue, il bello di esplorare ed abbracciare il diverso, la ricchezza di entrare a contatto con culture differenti, adattarsi a situazioni impreviste ed infine il crescere a livello personale…perchè il viaggio poi non finisce mai. Tutto questo e molto altro significa davvero “viaggiare” e c’è tanta voglia di tornare a farlo.

E cosi ci siamo, la scintilla per far scattare quell’emozione è già partita. La testa sta già girovagando all’impazzata ed i piedi sono pronti a sbarcare verso nuovi orizzonti, pronti ad esplorare nuovi posti. Non è stato facile, oggi più che mai siamo circondati da tante incertezze, preoccupazioni e soprattutto tante restrizioni. Non si poteva andare ovunque ovviamente ed il raggio per visitare un nuovo paese era molto ristretto, diciamo solo i paesi dell’UE per non avere troppe complicazioni. Ma la voglia di quel “tornare a viaggiare” era tanta e con un pizzico di “coraggio” e consapevolezza dei rischi e varie limitazioni, oltre ad una buona dose di sbattimento in fase ricerca informazioni e di pianificazione, ecco la soluzione last-minute: un’ottima occasione con un bel volo su Atene ed ecco il piano: noleggiamo una macchina e ci giriamo on the road la Grecia Continentale. Un po’ nel Centro-Nord tra montagne, rovine e patrimoni Unesco, ed un po’ il sud nel selvaggio Peloponneso tra storia, mitologia, piccoli villaggi locali e tanto mare! L’idea ed un itinerario di massima ormai c’è, i biglietti pure, il bagaglio è ormai pronto ed ora ci siamo. Ripartiamo per scoprire questo Mondo, questa estate è il turno di scoprire la Grecia Continentale!

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Come si può viaggiare stando fermi?

24130392_10155335971789811_547511236257101810_oQuarantena 2020, Giorno X. In questo periodo mi capita sempre più spesso di non sapere che giorno della settimana sia e neanche la data del calendario. È una sensazione strana, che paradossalmente mi capita spesso anche in un tipo di momenti molto diversi da quelli che stiamo vivendo ora: durante i viaggi. Sì, esatto: quando si è talmente trasportati con anima e corpo nel Viaggio e si vive così intensamente il momento da non accorgersi nemmeno che ora è del giorno.  Quanto mi piacerebbe tornare a viaggiare.

È uno dei miei punti già citati nei “quaranta pensieri ricorrenti da quarantena” raccontati nel mio precedente articolo del blog e dunque un chiodo fisso impiantato nella mia testa. Me lo chiedo, e ci sono anche delle vaghe risposte come quella scritta da Ilaria qualche tempo fa, ma nessuna che mi soddisfi abbastanza in questo momento di incertezze. E allora dentro di me nasce questa domanda creativa ed alternativa: “Come si può viaggiare stando fermi?

Capture2Viaggiare stando fermi è solo un paradosso?  Ho provato a rispondere a questa domanda e puoi leggere l’articolo completo QUI!

Grazie a Ilaria di ViaggioSoloAndata per l’ispirazione e per il contributo a questo articolo!

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OMAN! Alla scoperta del Sultanato

OMAN Last Minute e viaaa si parte all’avventura!!

aDSC_00Che bello è prenotare un volo e dopo circa una settimana essere in aeroporto con il boarding pass nelle mani? Solitamente tra l’acquisto del volo aereo e la partenza trascorrono mesi. Mesi di pianificazione, di ricerca di informazioni e di viaggi interiori sull’itinerario, sulle cose da vedere, da fare ecc.. una fase che personalmente mi piace moltissimo che lascia spazio alla creatività, ma che diventa molto metodica ed importante nella stesura del migliore itinerario adatto al tipo di viaggio. La Lonely Planet è sempre una fidata alleata e di ottimo aiuto in questa fase organizzativa.

Invece questa volta niente di tutto questo…o meglio i soliti mesi di attesa sono diventati pochi giorni e dunque nel brevissimo tempo c’è da informarsi e c’è da decidere già il da farsi in maniera concreta. Un viaggio ed una destinazione che salta fuori di punto in bianco quando finalmente Marta ha la conferma dei suoi giorni di ferie e cosi senza perdere più tempo riusciamo a trovare su Skyscanner un buon volo per Muscat ancora ad un prezzo accessibile. Con la solita gioia mischiata a tanti sentimenti diversi acquistiamo due biglietti con la Qatar Airways. Partenza il 24/12 sera e ritorno in Italia l’1 Gennaio mattina…per noi perfetto…si prenota! Ok quindi tra 10gg si va in Oman allora, noleggiamo una macchina e ce lo giriamo per 7giorni pieni…OK??!! Viaaaa…Andata!

Lonely Planet alla mano, si sfogliano racconti vari, si consultano blog, web e social per creare un planning ragionato per essere pronti e cosi diventa subito tutto molto intenso anche se si “rischia” di dimenticarsi qualcosa…per esempio scopriamo solo 3gg prima della partenza che il visto non si può fare all’arrivo in aeroporto, ma bisogna farlo online ed i tempi di elaborazione della richiesta dicono siano tra le 24h e le 72h…mmmh bene! Facciamo subito click ed E-Visa acquistato! Il giorno dopo abbiamo la nostra conferma in mano…benissimo. Ora non resta che definire meglio l’itinerairo e sciogliere gli ultimi dubbi tipo: macchina 4×4 Si o No? Prima facciamo il Sud e poi risaliamo al Nord o viceversa? Deserto Rosso o Deserto Bianco, quale visitiamo? Purtroppo dobbiamo fare delle scelte e scartare alcuni posti che meriterebbero sicuramente la visita, ma il tempo a disposizione è quello che è…sarebbe bello avere qualche giorno e un po’ di tempo in più come sempre, ma non lamentiamoci..abbiamo queste tempistiche ed esigenze e dunque dobbiamo cercare di sfruttare al meglio il nostro tempo qui e ora!   Ormai ci siamo, è la vigilia di Natale e stiamo preparando i bagagli ( avendo la macchina ed una settimana abbandoniamo il fidato zainone backpacker)…dai che si parteee!DSC01311aacDSC01562aDSC01461ADSC01658aaa

Oman…che bellissimo paese e che fantastico viaggio! É il 31 Dicembre, siamo in spiaggia ed è un buon momento per vagare con la testa prima del rientro pensando a questo intenso e bellissmo viaggio con tutte le bellezze viste ed esperienze vissute. Un paese sorprendente e personalmente davvero bellissimo da scoprire ed esplorare così un po’ on the road e un po’ all’avventura girovagando tra bellissime spiagge, wadi e canyon, deserti e cieli stellati, cittadelle in rovina immerse nei palmeti, mercati del pesce, souq locali. Emozionarsi durante la deposizione in notturna delle tartarughe e salvare una piccola tartarughina smarrita e poi come sempre succede durante un viaggio del genere tante tantissime piccole cose che rendono il viaggiare una ricchissima esperienza di vita. In sintesi le ultime parole spettano a Marta ed al suo post di fine viaggio:

E poi nel giro di pochi gg decidiamo d’andare a scoprire l’Oman e..
Ci siamo emozionati nel vedere una tartaruga deporre 80/100 uova di notte, in spiaggia sotto un cielo illuminato solo da stelle..
Salvato e riportato in mare una piccolina di tartaruga che si era persa..
Passato la mattina di Natale con i piedi nella sabbia (e magliette rigorosamente a tema natalizio)..
Insabbiato l’auto a 50m dalla guest house..(e chiesto aiuto ad un beduino di passaggio)..
mangiato un panettone in costume in riva al mare (le tradizioni si esportano) ..
Esplorato diversi wadi (che sono dei canyon desertici che nascondono piscine naturali d’acqua turchese)..
Fatto il bagno come i musulmani, vestiti.. (solo io)..
Attraversato grotte piccolissime a nuoto..
Visto cammelli attraversare la strada o nei cassoni delle macchine (ed uno anche investito…)..
Scoperto paesini disabitati con case di fango..
Passeggiato nei palmeti..
Visto un tramonto ed un’alba nel deserto che sono impossibili da dimenticare..
Fatto rally tra le dune di sabbia..
Visto stelle cadenti nel cielo del deserto..(la quantità di stelle che si vedono alzando gli occhi è indescrivibile)
Pranzato in posti locali dove i menù erano solo scritti in arabo..
Assistito ad un asta del pesce..
Ci siamo persi tra le bancarelle dei souq…
Fatto il pieno di “banana milk” ad ogni pasto (colazione, pranzo, cena)..
Siamo entrati in un barbiere locale (con tanto di barba per Andrea)..
Guidato per 1400km per le strade omanite..
Passato la notte della vigilia di Natale in volo..
Fatto il “pranzone” dell’ultimo dell’anno con pesce appena pescato..
brindato a mezzanotte in volo con un “orange juice” (e guardato i fuochi dal finestrino)..
…e…
Abbiamo riso tanto!
Il nostro Oman 2019 ❤

OMAN

NEW YORK MARATHON! Il racconto

BOOM!! Il Cannone suona un colpo fragoroso che si staglia nel cielo azzurro di New York CIty. Pochi attimi prima risuona l’inno degli Stati Uniti d’America e le note di New York New York di Frank Sinatra….Occhi lucidi, un fiume in piena di gente carica ed emozionata dai mille colori. Se ci penso sono ancora brividi, istanti intensi che precedono e seguono ad altrettante emozioni di una bellissima esperienza che rimarrà indimenticabile, anche per me che preferisco sempre i sentieri del trail rispetto ai km sull’asfalto.

Once upon a time in America…Domenica 3 Novembre, ore  9.40. È il preciso istante che qui sul Ponte di Verrazzano inizia un lungo viaggio emozionante ed elettrizzante di 42km e 195mt. A dire il vero questo viaggio inizia molto prima e non sono sicuro sia ancora finito…cazz abbiamo partecipato alla New York City Marathon, la MARATONA per eccellenza ed ora sono testimone diretto ed ho capito il perchè di tanta fama e di tanto fascino. Ho capito perchè tanta gente da tutte le parti del mondo viene una volta nella vita (e spesso ci ritorna anche anno dopo anno) per vivere questa esperienza nonostante i costi enormi che ruotano attorno a questo mega evento. Si perchè è davvero un evento gigantesco, una festa enorme che paralizza e coinvolge tutta la città…e stiamo parlando non di una città qualunque, si sta parlando di NEW YORK CITY!  É tanta roba, c’è di tutto ed è tutto tanto ( gli americani in queste cose sono davvero bravi ad organizzare, gestire, promuovere questi tipi di manifestazioni a 360° ).

Che viaggio appunto…inizia tutto nei tre giorni che precedono la Maratona e le premesse già ti caricano di entusiasmo e al tempo stesso fanno aumentare l’ansia, la voglia di arrivare allo Start e la speranza che che vada tutto bene fino alla famosa Finish Line di Central Park. Il Village/Expo dove ritirare il pettorale è il paese dei balocchi per ogni runner, vedere il proprio nome ed il numero da portare sul petto è un primo step emozionante, poi guardi soddisfatto e con orgoglio la maglia con scritto ‘Marathoner’ ed il logo della NYC Marathon, ed infine il tuo nome stampato sull’immenso e lunghissimo Wall con l’elenco di tutti i partecipanti. La frase sopra recita “Find your Runner” e tu cerchi il tuo cognome e nome in mezzo a questo ‘geroglifico’ con di più di 50000 nomi…eccolo! Sei semplicemente felice ed è d’obbligo una foto di rito. Poi i tanti gadget e campioni di prova, gli sponsor, merchandising di ogni tipo, espositori ed intrattenimenti interattivi che ti fanno entrare nel giusto mood della gara.

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Prima del grande evento la città è sorprendente. All’arrivo si entra subito in atmosfera americana seguendo la partecipatissima parata di Halloween ( una figata!). Poi cammini per le vie di New York e realizzi che sei davvero in un film e questa volta sei tu l’attore protagonista e lo stai vivendo ora in prima persona. Dalle grandi cose come quel bellissimo skyline di Manhattan che hai già visto in foto mille volte e dunque sai più o meno cosa ti aspetta, ma quando sei davvero lì ti sorprende comunque e ti realizza. Poi scoprire man mano le tante piccole cose ed alcuni dettagli che ti sembra di aver già vissuto ( il suono delle sirene delle ambulanze del 911, i poliziotti NYPD cattivi e grossi, il fumo dei tombini, i mitici taxi gialli, la Subway e molto altro). Osservare poi i grattacieli e questi “canyon di acciaio e vetro” dal basso verso l’alto e vivere la vita di tutti di giorni di questa grande metropoli. Un mix incredibile proprio come ci siamo abituati a vedere nel mondo del cinema e della tv. La città è elettrizzante e personalmente mi ha stupito positivamente in tutto e dato una carica pazzesca e tanta voglia di viverla e di scoprirla in ogni suo angolo, in ogni sua luce ed insegna luminosa ( per la testa mi chiedo come e quanta energia serva per por alimentare tutta questa metropoli?? Qualcuno a riguardo lo ha già analizzato qui http://blog.acotelnet.com/energia-9alimentare32-new-york-infografica/ ). Insomma c’è poco tempo e vorresti fare, provare, visitare  di tutto…alla faccia del riposo pre-gara…


IMG-20191104-WA0006Poi arriva il giorno della gara. È Domenica e giusto per mettere un pizzico di ansia in più c’è pure il cambio dell’ora e si insinuano dubbi sul fatto che orologio e GPS si aggiornino oppure no. Per fortuna viene in aiuto la ‘Wake Up call” dell’hotel fissata per le ore 4AM. Ti svegli e scopri che la foto scattata con Marta durante il ritiro del pettorale ed inviata poi sul gruppo whattsap dei bresciani a New York è stata scelta tra le tante ricevute ed è finita dritta dritta in prima pagina del Giornale Di Brescia con tanto di notizie e commenti al seguito! Azz…ancora più ansia da prestazione!

Ore 4.30AM breakfast. Primi sguardi di intesa con altri runner li come te nella stessa situazione e si salutano i compagni di viaggio Giordano ed Irene + Burlotti familty.

Ore 5AM gli ultimi preparativi in camera e la vestizione con abbondanti vestiti pesanti che verranno poi lasciati prima della partenza nelle apposite Donation Box (il cielo è sereno fortunatamente ma il clima è bello fresco e frizzantino ed quindi diventa importante coprirsi bene visto che ci sarà una lunga attesa ).

Ore 5.30AM ritrovo nella Hall con altri atleti italiani e partenza con il bus verso il battello Ferry Boat to Staten Island. Anche qui giusto per aggiungere un po’ di pepe al tutto succede un fuori programma. Il tragitto teoricamente dovrebbe essere di circa 15minuti, ma dopo 30minuti osserviamo un po’ stupiti ed impotenti di avere ormai attraversato il tunnel e di essere già dall’altra parte di Brooklyn, il telefono dell’autista inizia a squillare, lui non risponde ed alcuni di noi corridori iniziano a domandarsi dove siamo e perchè stiamo andando in questa direzione..poi una inversione a U, il telefono squilla ancora, e la palese sensazione che l’autista ha sbagliato strada e non sappia bene dove debba andare, ormai è realtà. Momenti di ansia aggiuntiva…proprio quello che ci voleva…e poi finalmente dopo un’ora eccoci davanti al ferry. Prima corsa agli affollatissimi bagni ed alle 7 ( anzichè alle 6 come previsto…) la ressa che si crea davanti alla porta del battello inizia ad ingigantirsi, ma comunque si riesce a salire tutti sul battello. Il sole ancora basso illumina e si riflette nei grattacieli di Manhattan, siamo scortati da due motoscafi ai lati della NYPD, e passiamo davanti quasi per rendere tributo al simbolo degli USA, la Statua della Libertà.

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Ore 7.30AM lo sbarco degli “atleti-profughi”. Imbacuccati per bene con addosso vestiario di ogni tipo: vecchio, brutto e spesso bizzarro ( si vedono accappatoi con pelo, costumi da orso o altri animali pelosi, qualche coraggioso già solo in maglietta da gara…un po’ di tutto ) Ora il prossimo step è raggiungere un altro bus che ci condurrà al luogo di partenza, il mitico ponte di Verrazzano.

Ore 8AM eccoci qui, inizia ancora un’altra processione per raggiungere i vari village a seconda del proprio colore/griglia di partenza riportata sul pettorale. La quantità di poliziotti e volontari è immensa. Controlli alla sacca trasparente che verrà lasciata prima della partenza, tanti sorrisi e incitamenti. Poi altro aspetto che mi ha colpito tantissimo è la quantità di bagni chimici schierati nelle zone del village e la coda ordinata ad ogni singolo bagno, una roba mai vista…il bisogno di andare in bagno in tutta questa trafila è tanto e non sarà neanche l’ultima volta prima dello start!

Ore 8.30AM ormai eccoci all’interno del village. Thè caldo, ciambelle e berrettine in omaggio non mancano. Il sole inizia un pochino a scaldare l’ambiente ed il temuto freddo sembra ormai essere sconfitto. Gente ovunque, qualcuno sdraiato in terra, altri nell’erba, i più evoluti hanno poltroncine gonfiabili ( geniali ) e tanti ovviamente sono in coda davanti ai bagni. Lo speaker prima annuncia di non spaventarsi che ci sarà uno sparo col cannone…due secondi dopo un forte boato scuote il popolo dei runners! Poi viene annunciato che le prime griglie sono ora aperte. Agitazione cresce ancora un pochino. Saluto Marta che parte alla ricerca dell’ingresso del Corral del suo colore stampato sul pettorale con la promessa di rivederci sorridenti in ogni caso all’arrivo dopo la finish line, rimaniamo d’accordo con un generico “ci troviamo sulla destra” nella speranza di ritrovarci nella marea di gente. In questa bolgia ora tutti i runners sono ormai da soli nella loro testa con tanti pensieri, tanta agitazione, tanta voglia e sicuramente tanto entusiasmo. Siamo qui tutti per lo stesso motivo, ma ognuno ha sicuramente una propria storia affascinante che sarebbe bello condividere e comunque per tutti è una sfida personale da conquistare. Si gettano a terra gli ultimi vestiti e ormai ci siamo, siamo sul ponte di Verrazzano, il tassametro emozionale sale ancora di qualche tacca. Un’occhiata alla folla attorno a me, davanti, dietro e nel livello più basso del ponte. L’aria è frizzante, sguardi d’incitamento e di intesa con altri atleti che al 99% mai rivedrò, ma ora siamo tutti uniti dallo stesso obiettivo e con una carica motivazionale che aumenta reciprocamente. Tutti in piedi (non c’è nè bisogno) suona l’inno USA, poi gli elicotteri che sorvolano il ponte e sulle note di New York New York ecco il cannone, ecco il BOOM! La Maratona di New York 2019 è ufficialmente partita!

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Via! Subito si sale, bisogna arrivare in cima al ponte di Verrazzano e la pendenza c’è e si vede, ma nella spinta iniziale non si sente neanche più di tanto sulle gambe, un altro elicottero a distanza ravvicinata ci accompagna ed i poliziotti salutano i runner festosi. Poi la discesa e secondo me arriva subito uno dei momenti più elettrizzanti: l’entrata a Brooklyn. Il benvenuto della folla è qualcosa di mai visto e  provato sulla pelle. Pelle d’oca appunto. Gente multietnica a sinistra e a destra che incitano tutti noi atleti con urla, cartelli di incoraggiamento di ogni genere (Keep Going!Power Up!Almost Done!GO GO GO!!Are you doing this just for a free Banana?!),  high five con bambini ai lati della strada e musica live che fa vibrare tutta l’atmosfera. Welcome to Brooklyn recita il cartello e che accogglienza! Tutto questo ti spinge, ti carica a mille e le gambe vanno anche più forte del ritmo che vorresti tenere, mentre la testa ti dice “non esagerare, è ancora lunga”. Attorno al decimo kilometro mi accorgo che il gel nel taschino posteriore è fuoriuscito…azz…che “gioia” e che “intaccolamento”! Non ci penso e cerco il mio ritmo e riesco ad andare abbastanza costante nonostante questi lunghi rettilinei non siano mai piatti piatti…anzi! Psicologicamente vedo spesso la folla di corridori davanti a me e capisco che la strada è dunque spesso in salita. Comunque la testa c’è alla grande e mi godo il momento e la carica del pubblico. In prossimità dei ristori ( frequenti ed organizzati con due colori distinti per acqua ed integratori ) si corre su un tappeto di bicchieri di carta a volte parecchio scivoloso come mi dimostra un ragazzo al mio lato che cade rovinosamente sull’asfalto…si rialza prontamente, ma ha fatto un bel volo!! I passaggi intermedi indicati in miglia a volte disorientano e ti fanno fare qualche calcolo a mente (26miglia suonano meglio che 42km…ma questo è il classico caso che è più facile a dirsi che a farsi…), poi ogni 5km arriva il conforto dei più consueti passaggi in kilometri e la conferma alla mezza maratona che sto andando molto bene anche a livello cronometrico, forse anche troppo.

Si entra nel Queens dal ponte Polanski, un’altra bella pendenza da affrontare e anche il vento non gioca a favore e poi attorno al 25°km inizia anche il temuto Queensboro Bridge, un lungo ponte coperto che lascia i runners isolati dal pubblico e da soli con le proprie gambe. Si può ascoltare il calpestio delle scarpe sull’asfalto ed il respiro affannatto in un momento che inizia ad essere critico anche per i muscoli. Il bip del Garmin mi mostra un tempo molto alto, azz pensavo di andare più forte…ma la salita è inesorabile e si estende per più di un km abbondante. La discesa chissà come mai sembre più corta della salita e percepisco pian piano nuovamente il boato del pubblico, ci voleva un’altra carica, il momento inizia ad essere delicato. Torna il silenzio, siamo ora nel quartiere ebraico pieno di rabbini dal vestito lungo nero e barba lunga e la mandria di corridori passa quasi inosservata, un po’ assurda la situazione, ma mentre le gambe continuano a girare, la testa ha modo di distrarsi e osservare questa diversità. I tanti volunteers offrono sempre più spesso dei “ghiaccioli” di vasellina su uno stecchetto e molti, compreso me, ci mettono un attimo a capire che non è roba da mangiare ( qualcuno scoprirò poi che l’ha fatto invece ). Attorno al km 30 inizio a desiderare qualcosa da mangiare, cibo solido però che non trovo in nessun ristoro mannaggia se non fatta eccezione per un pezzo di banana che gente comune offre ai runners assieme a tovaglioli volanti…pazzesco!

Si entra poi nel Bronx lungo le strade di Harlem ed anche qui c’è una calorosa accoglienza di un quartiere rivitalizzato e molto attivo con tanta musica rock. Il ritmo di gara al km inizia a calare purtroppo e le gambe iniziano a girare non più come vorrei, proseguo la mia ricerca ai lati della stada di cibo solido, ma fino alla fine sarà inutile e mi dovrò accontentare di un gel mieloso che però non risolverà le richieste del mio stomaco.  Arrivati al 35°km ora c’è la 5th Avenue, un lungo rettilineo in salita che costeggia Central Park. Tratto durissimo di gambe e di testa. Vedo il pacer delle 3h:20m che mi sfreccia via e non ho le forze fisiche e mentali per rimanere nella scia. Realizzo che il Personal Best è ormai sfumato e subisco questo tratto avendo la sensazione che forzare qui potrebbe fare brutti scherzi ai muscoli e non vorrei entrare a Central Park con i crampi. Già, Central Park finalmente ed arriva la svolta nel parco, il pubblico oltre le transenne è anche qui rumoroso e gli incitamenti non smettono di arrivare, qui servono davvero e tanti atleti sono ormai cotti e claudicanti. Non mi impongo più un ritmo da tenere, faccio fatica e così “calo di una marcia” cercando di godermi il momento e questi ultimi km ricchi di emozione, lo sguardo spazia da giù a su, dall’asfalto fino alle vette dei grattacieli oltre le piante. Ecco le bandierine, si entra nell’ultimo km, 800m to go, 400m to go…è un countdown di emozioni e di festa! Per non farsi mancare niente c’è ancora una maledetta salitina bastarda ma ormai è fatta, si corre, si sorride, si piange di gioia ed ecco la Finish Line più famosa del mondo! A braccia alzate si taglia il traguardo…FINISHER!!!

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La medaglia è bellissima! C’è tempo per le foto di rito, per scambiarsi abbracci e ‘cinque’ di congratulazioni con altri atleti, yesss we got it! Ritorno lucido e mi metto sulla destra osservando i tantissimi atleti arrivare, cerco una maglia rossa, e poco dopo ecco una Super Finisher arrivare!…Marta ha fatto un tempone straordinario ed i suoi occhi lucidi racchiudono tutta questa favolosa esperienza! Che bei momenti di soddisfazione, orgoglio e gioia. Altre foto insieme e poi inizia la lunga processione dopo la linea del traguardo…prima il telo termico, poi  la sacca con acqua ed una buonissima mela…una Grande Mela conquistata con merito! Poi si cammina stanchi ed infreddoliti come un esercito di zombies verso il Poncho post gara e la camminata sembra davvero infinita. Ecco l’ultimo step e ci accaparriamo anche il lungo poncho azzurro che è soprattutto bello caldo…ci voleva! I primi dolori, qualche svarione derivante dallo sforzo e da uno stomaco ancora non al meglio e le prime goffe difficoltà a fare le scale ci sono già, ma anche se l’andamento è come si diceva da “zombie che cammina”, il sorriso è stampato in faccia e si riesce a raggiungere la fermata della Subway, verso un meritato rientro e riposo in hotel.

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L’evento è talmente gigante e grandioso che anche il giorno dopo la festa continua. Il padiglione in Central Park è preso d’assalto (in totale saranno più di 53000 FInishers!); chi vuole può farsi incidere la medaglia con il proprio nome e tempo, merchandising di ogni genere con la scritta ‘Finisher’ vanno a ruba e una copia del New York Times con impresso il proprio nome nella classifica finale è un’obbligo a cui tutti gli  atleti non possono rinunciare. Orgogliosi e medaglia al collo runners di ogni tipo li ritrovi in giro per la città, li vedi zoppicare e fare fatica a scendere le scale, li vedi però sorridenti e soddisfatti scambiarsi in maniera reciproca  Congratulations ed i vari Well Done! Great! Good Job! ed in fondo secondo me questa è poi la magia di questo sport e di questo evento pazzesco che unisce e riunisce tutti i valori più puri dello sport e della vita.

Chiudo gli occhi di nuovo e ci ripenso…si è stata proprio una figata ed un’esperienza meravigliosa…Congratulations Finishers! Abbiamo corso e conquistato la MARATONA DI NEW YORK!

Andrea

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sotto il link all’articolo sul GIORNALE di BRESCIA:

https://www.giornaledibrescia.it/sport/l-emozione-dei-bresciani-in-corsa-sulle-strade-della-grande-mela-1.3422013