Sri Lanka

SRI LANKA 3a parte e conclusioni: Il sud dell’isola tra spiagge ed oceano

Dopo aver salutato tutto il gruppone conosciuto alle pendici dell’Adam’s Peak, ovviamente con l’immancabile foto ricordo con l’85enne Biriynda, abbiamo programmato un lungo transfer di circa 6 ore con auto+driver che ci condurrà sino al mare di Mirissa per goderci gli ultimi giorni in Sri Lanka in totale relax in spiaggia.

IMG_2525.JPGFacciamo un percorso non battuto e assolutamente poco turistico con strade desolate interrotte solo da qualche sporadico villaggio e circondati ovviamente anche qui dalle immancabili piantagioni di tè. Però poi il paesaggio cambia radicalmente: ci stiamo dirigendo a sud e ci allontaniamo dall’Hill country abbandonando queste verdi colline e le sue tante cascate per avere in cambio nuovamente davanti al nostro sguardo tante risaie, tantissime palme oltre a percepire quel caldo umido che avevamo già assaporato a Negombo all’arrivo in Sri Lanka. Il tempo è ancora cosi e cosi (strano) ed infatti pioviggina ma quando arrivi lungo la costa e vedi l’oceano si ha una leggera scossa di euforia e il brutto tempo passa in secondo piano. La ricerca della guesthouse non è facile…ci sentiamo dire spesso “full, all booked, high season…” ma non demordiamo perché per le ultime due notti vorremmo stare in una guest house “front of the beach” e dopo 5-6 tentativi eccola: al primo piano, in mezzo alle palme con balcone che da direttamente sull’oceano, letto gigante a baldacchino con vetrata gigantesca vista spiaggia. E’ leggermente fuori budget visto la media in questi posti ma ci concediamo questo “lusso” per concludere in bellezza il nostro viaggio.

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Giù lo zaino e via un tuffo nell’Oceano Indiano, onde alte, gente che fa surf, atmosfera super chillin e rilassata a ritmo di reggae con un setting tipico da spiaggia tropicale e senza quelle orribili strutture in cemento (tipiche delle località turistiche europee), insomma tutto molto simile alle zone viste e vissute in India del Sud. Purtroppo è ancora nuvoloso e niente sunset ma poi quando per cena si va direttamente in costume su un tavolino con candelina delle tante guesthouse direttamente in spiaggia a pochi passi dalla riva e ti trovi il banco del pesce fresco da scegliere e cucinato al momento accompagnato da una birra Lion….wow…this is life!!!

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Sveglia presto…voglio vedere l’alba…ma purtroppo è ancora abbastanza nuvoloso e quindi niente sunrise… almeno non pioviggina più e poi a quest’ora la spiaggia è deserta e quindi ci sta una bella corsettina giusto per esplorare la spiaggia in tutta la sua lunghezza. C’è un isolotto collegato alla spiaggia da un sottile strato di sabbia che regala una bellissima vista di tutta la spiaggia, delle sue innumerevoli palme, coconut e tante strutture di legno piantate in acqua per lo stilt fishing (una delle immagini da cartoline e più famose dello Sri Lanka). Poi un meritato breakfast dove io&Alessandra ci godiamo uova, pancake, toast e marmellate in riva all’oceano ascoltando il fragoroso suono delle onde che si accartocciano in mare. Un po’ di lettura e relax e poi per il lunch stesso copione…calamari, tiger prawns, birra Lion a bordo spiaggia! J

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Nel pomeriggio facciamo tappa con uno dei tanti e anche qui spericolati bus locali a Galle, cittadina di domino prima portoghese e poi olandese che è molto caratteristica con tante botteghe artigianali, sale da tè e negozietti con prodotti tipici che differisce completamente con tutte le altre città viste fino ad ora…non a caso fa parte del Patrimonio Unesco dato anche il suo vecchio forte e le possenti mura che hanno resistito proteggendo la città antica dallo tsunami del 2004.

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Invevitabile shopping e tante contrattazioni per qualche regalo e poi di nuovo ritorno in bus dove incrociamo una coppia francese reduce dalla scalata all’Adam’s Peak! Tornati a Mirissa ancora una volta non registriamo nessun tramonto, e quindi direttamente a cena fuori questa volta con red snapper e jumbo prawns serviti dai tanti giovani locali che si credono Bob Marley e sono tutti in stile afro-rasta con capelli riccioloni lunghi un po’ trasandati!

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Ultimo giorno…sveglia ancora presto…e in extremis all’ultimo giorno abbiamo un’alba che si possa definira tale!…ci piazziamo sull’isolotto che è un ottimo sunrise/sunset point e ci godiamo il momento e la bella luce che si riflette sulla spiaggia. Immancabile foto con salto e poi di nuovo breakfast on the beach questa volta anche con un bel coconut appena tagliato giusto per rispettare il cartello del venditore ambulante di coconut: “one coconut a day keeps the doctor away!”.

Il sole sale e fa davvero caldo…ultimo bagno e poi il check-out…direzione railway station.

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IMG_2707.JPGRientriamo in treno lungo la costa tra villaggi rurali verso la capitale e poi ancora bus finale verso Negombo per l’ultimo saluto a Massimiliano (Alessandra doveva rendergli il termometro prestatole il primo giorno!) ed un ultima piacevolissima conversazione prima delll’ultima notte di appoggio prima di dirigerci in aeroporto scortati da un tuc tuc driver assoldato con una buona contrattazione la notte prima che ci porta puntuale all’airport di mattina presto dove ci attende il volo di rientro.

Il viaggio in treno scorre lento, con le caratteristiche porte aperte che ti permettono non solo di vedere ma di sentire e sentirti parte del paesaggio e dei luoghi che stai attraversando. Il viaggiar lento ti lascia il tempo di far scorrere dentro di te le immagini di questo bellissimo viaggio e di questa bellissima nazione…

SRI LANKA= “la lacrima dell’India”, molto simile direi al gigante vicino avendo molte cose in comune e che mi ha fatto rivivere il mio primo vero “viaggio” in India di qualche anno fa, ma comunque diversa a partire dalla gente un po’ più disinibita e forse più aperta e lanciata verso una cultura più occidentale rispetto ai vicini indiani. Dentro rimangono le immagini e il ricordo di molteplici paesaggi diversi l’uno dall’altro davvero stupendi e totalmente naturali, i tantissimi tè bevuti con le persone conosciute sul posto, i sorrisi e la disponibilità della gente locale, gli innumerevoli gradini per visitare templi, grotte, pagode, cascate, parchi naturali ecc…

Davvero un bellissimo viaggio dove ho accompagnato e affiancato la neolaureata Alessandra che ringrazio e che si è dimostrata ancora una volta un’ottima compagna di avventure, (nonostante la sfortuna di essere malata per i primi 2-3 gg). L’unica nota negativa, come già detto, rimane quel piccolo neo per la sfortunata giornata che non ci ha permesso di salire e vivere a pieno l’Adam’s Peak, ma come sempre dico…bisgona lasciare qualcosa “da fare e da visitare” in ogni posto per avere una buona scusa per tornarci…

bye bye SRI LANKA, alla prossima!    

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SRI LANKA 2a parte: la Hill Country

Salutiamo la sorridente Madam e owner del b&b di Habarana e partiamo in jeep con lo stesso driver del safari del giorno prima verso Sigirya per poi spostarsi successivamente a Dambulla entrambi siti patrimonio dell’Unesco. Percorriamo una strada alternativa e anche qui ci sono zone allagate, ma ormai ci siamo abituati. Arriviamo all’entrata del sito e si para di fronte ai nostri occhi questa enorme roccia che sembra poggiata su questa spianata di terra circondata da giungla. Tanto per cambiare per salire in cima a questo masso ci sono circa 1200 gradini umidi, bagnati  e ripidi che si inerpicano di fronte e sul fianco della roccia fino a raggiungere la sommità che ospita le rovine di una vecchia fortezza con resti di giardini acquatici che potrebbero ricordare un po’ il Macchu Picchu per dare un’idea. In cima il vento è forte ma la vista poi è notevole e ti da questa sensazione di possenza e dominanza che ti fa gustare il momento! Insomma l’entrata e la visita a questo sito archeologico vale davvero il prezzo del biglietto!

 

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Si riparte poi per Dambulla, la città è molto più caotica e arriviamo al Golden rock temple che ci lascia un po’ così con un Buddha gigante molto ma molto kitsch (costruzione recente in collaborazione con Japan e Thailand)…per fortuna poi si sale qualche rampa, ancora gradini tanto per cambiare, con tante tante scimmie che sono pronte a racimolare cibo dai bidoni e dai malcapitati turisti come una ragazza indiana che viene derubata nettamente della sua noce di cocco oppure dalla classica comitiva giapponese che si fa rubare dalla borsetta delle barrette di cioccolato! Il tempio da visitare non c’entra nulla con quello visto alla base (per fortuna direi!) ed anzi è davvero autentico perché dalla piccola entrata si spalancano dellle grotte che sono delle vere e proprie caverne contententi tantissime statue del Buddha, alcune gigantesche, nelle varie posizioni e sono tutte affrescate sui lati e sul soffitto in uno straordinario stato di conservazione.

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Al rientro a Dambulla salutiamo il premuroso driver Dytsa e prendiamo il bus pubblico to Kandy. Due ore diciamo non-confortable ma comunque sempre un’esperienza da provare per la velocità dei bus, per la tipica musica locale a tutto volume, per il clacson strombazzante e soprattutto per le lucine delle varie divinità sul “cruscotto” che si illuminano ad ogni tocco di freno dell’autobus…fantastico!

La ricerca della guesthouse a Kandy non è cosi facile un po’ perché la gente locale qui è un po’ più fighetta, più ricca e si sente un po’ più superiore rispetto alle altre zone della nazione e poi soprattutto perché è il 31 dicembre. Cavolo non sembra davvero l’ultimo dell’anno, forse sarà la temperatura mite oppure sarà che qui non viene festeggiato (per i buddisti il nuovo anno si celebra ad Aprile con l’arrivo del monsone) e quindi l’atmosfera sembra un giorno normalissimo di piena estate!IMG_2338.JPG Alla fine troviamo una guesthouse con una proprietaria anziana che si meriterà il titolo di persona “peggiore” di tutto lo Sri Lanka per la sua indisponenza. Non ci siamo troppo simpatici a prima vista ed io per rincarare la dose in camera provo a forzare una presa elettrica che non entra regolarmente e boom…corto circuito su tutto il piano! J

Il mattino facciamo la visita ad uno dei templi più sacri dello Sri Lanka; il tempio del dente di Buddha (struttura in stile un po’ giapponese/thailandese) dove assistiamo durante la poja mattutina (preghiera) a tantissimi locali in visita per la processione portando offerte e pregando vicino alla preziosa reliquia del Buddha.

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IMG_2366.JPGPronti via e ci spostiamo con la macchina verso Nuwara Eliya, paese nel cuore della Hill Country a quasi 2000m di altitudine. La strada poco dopo Kandy inizia ad inerpicarsi tra mille tornanti scoprendo pian piano colline ondulate totalmente ricoperte da piantagioni di tè perfettamente tenute e separate da aiuole di fiori e tante  piantagioni di gomma alternando anche alcune cascate per creare delle macchie bianche d’acqua a questo panorama spettacolare. Facciamo una prima tappa alle Ramboda Falls per un tè vista cascate e poi visita alla tea factory Labookellie, un vero e proprio impero, dove apprendiamo tutto il processo dalla raccolta alla produzione del tè conoscendo un gruppo di bambini singalesi che giocano liberamente nelle stanze dedicate alla fermentazione delle foglie da tè regalando alcune foto e tanti sorrisi. Poi per concludere la visita un altro tè in terrazza molto british con sfondo il verde delle piantagioni…paesaggio da cartolina!!!

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Arriviamo in serata nella tranquilla e verde Nuwara Eliya giusto il tempo per fare un giretto del centro e del mercato locale, speravo qualcosa meglio, poi una cenetta e l’accordo per l’escursione per il domani con il disponibilissimo e curioso gestore Lucky.

E cosi sveglia presto e alle 6 siamo già sulla jeep che ci conduce tra stretti e ripidi tornanti e sorpassando piccoli villaggi e piantagioni di tè fino ad arrivare al parco nazionale dell’Horton Plains, si tratta infatti di un altopiano a circa 2000m in cui bisogna arrivare presto per evitare la nebbia e vedere animali di specie protetta e fare alcuni sentieri per tranquilli trekking. Colazione take-away e via imbocchiamo un sentiero che è praticamente un anello di 9Km nel quale passeggiando incontriamo dei sambar (simili ai cervi) e il mitico macaco dalla barba bianca (una scimmia cicciottella con la lunga barba bianca!). La prima tappa è il little world’s end; in pratica l’altopiano si interrompe all’improvviso vicino al sentiero e regala un “burrone” da brividi dove è meglio non sporgersi troppo (scopriamo da alcuni racconti di viaggio che anni fa sono precipitati e morti due turisti). La seconda tappa è il più blasonato World’s End; 800 m di montagna praticamente spaccata che precipita nelle vallate circostanti….anche qui c’è una specie di piattaforma di legno e poi….il nulla! Ci sporgiamo per qualche foto sul ciglio ma con cautela però perché in effetti il vuoto è visibile e molto vicino ai nostri piedi! 

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Riprendiamo il sentiero e sotto un leggero sole che si scopre, e picchia parecchio quando esce, raggiungiamo la terza ed ultima tappa; le Baker’s fall. Prima troviamo un sentierino ripidissimo che scende fino alla bocca delle cascate…io lo provo a fare non senza fatica, soprattutto per la risalita e per il terreno umido e scivoloso (per fortuna ho le mie scarpe Quechua!…che acquisto!)…poi si scopre che c’è un ben più comodo sentiero a gradini che arriva dinanzi alla cascata a metà del salto per assaporare le goccioline d’acqua nell’aria e per essere avvolti dal fragoroso rumore dell’acqua!

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Ultimo sforzo per l’ultimo tratto di sentiero guadando piccoli ruscelli immersi nella natura per poi arrivare dopo circa tre ore complessive alla jeep che ci riporta alla base e che conclude così questa bellissima mattinata.

IMG_2471.JPGNel pomeriggio ci dirigiamo alla stazione dei bus…gente che urla le varie destinazioni, via vai pullmann che strombazzano ma nonostante questo sembra un “caos ordinato” e non è difficile trovare il pulmann giusto! Dopo pochi km raggiungiamo la Pedro Tea Estate dove facciamo una breve, semplice ed esaustiva visita della factory per poi immancabilmente chiudere con una tazza di tè nel salone non prima di essere finiti nelle piantagioni ed assistere alla fine della giornata per le povere donne raccoglitrici “women pickers” che rientrano con le loro ceste piene di foglie (devono raccogliere 20 Kg di foglie al giorno per avere circa un misero rimborso di 3$!!!).

 

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Concludiamo la giornata con una cena in un ristorante indiano ed una bella conversazione con Lucky che rimane ammirato e propone uno scambio con le mie scarpe leggere estive della decathlon e anche con gli Ali-Baba’s pants.

 

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Dopo una buona e ricca colazione preparata da Lucky ed un’ultima trattativa per le scarpe siamo di nuovo in stazione dei bus questa volta in direzione Hatton e qui successivamente, dopo aver superato ancora vallate di piantagioni di tè, laghi e cascate e superato praticamente un unico cantiere data la strada pessima e gli smottamenti causati dalle frane, un altro bus per arrivare a Dalhouise, un piccolo paesino isolato popolato solo da bancarelle e da guesthouse per chi come noi ha intenzione di salire all’Adam’s Peak. E’ la montagna più sacra dello Sri Lanka che domina le vallate sottostanti con la sua forma perfetta a triangolo dalla sua cima a quota 2300m raggiungibile superando e scalando circa 5200 gradini! Già sarebbe fico cosi, ma a rendere speciale questo posto è che è meta di pellegrinaggio e che l’ascensione per eccellenza si effettua durante la notte dato che il sentiero è illuminato per arrivare cosi dopo circa tre ore e godersi l’alba e il riflesso della sagoma montagna nella vallata da questo posto cosi religioso e cosi mistico allo stesso tempo.

IMG_2523.JPGArriviamo a Dalhouise, pioviggina, poi smette, poi ancora un pochino…conosciamo alla nostra guest house un ragazzo olandese in solitaria anche lui qui ovviamente per scalare l’Adam’s Peak. Durante la cena alla guest house siamo un bel gruppo e le aspettative e l’attesa sale, soprattutto per me che avevo fatto molto pressing psicologico ad Alessandra per venire in questo posto già ben prima di iniziare il viaggio; in tutto siamo noi due, l’olandese, un’altra coppia italiana, una tedesca, una francese, una ragazza francese con la zia, una famiglia inglese e soprattutto Biriynda, signora 85enne in gambissima che che lavora alla guesthouse, ex guida per la scalata e che ci rivela di aver fatto 79 volte su e giù dalla vetta. Prima di andare a riposare, la partenza è fissata per circa l’una e mezza-due AM, ci consigliano e ci danno un barattolino di sale e uno di pepe…non capiamo e così chiediamo info scoprendo che è il kit anti-sanguisughe che pare popolino la zona!…molto beneee!

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Sveglia puntata ma purtroppo mi alzo ben prima dell’orario previsto…il rumore della pioggia è incessante, esco a controllare e piove…tanto…mi rimetto a dormire posticipando di un oretta per vedere se diminuisce e invece macchè…piove ancora forte! Qualcuno va lo stesso, qualcuno è indeciso, qualcuno no…sicuramente non ci sarà nessun sunrise e quindi a malicuore e con tantissima delusione, soprattutto per me, desistiamo dalla scalata…peccato davvero. LLL

Si torna a dormire ancora un pochino, al risveglio piove ancora anche se leggermente meno, qualcuno lo vediamo tornare completamente bagnato…infatti niente sunrise e niente vista…solo il gusto di dire l’ho fatto. Certo già qualcosa ma sicuramente non quello che ci si aspettava. Insomma un occasione persa che spero possa ricapitare…davvero un gran peccato…ripeto…che delusione…

Per smaltire questo smacco non ci resta che ripartire…direzione sud…verso l’oceano…

SRI LANKA!!!

SRI LANKA 1a parte: Il Nord e le città antiche

L’avventura inizia con un volo Qatar Airways Milano-Doha-Colombo. L’aereo è più piccolo del previsto e purtroppo non cosi spazioso e confortevole come da aspettativa però il kit regalo con calze-tappi-spazzolino da viaggio-mascherina per dormire il tutto raccolto in una utile e piccola tracollina firmata Qatar + il monitor personale con film, documentari, musica ecc ed infine le hostess molto carine e graziose rendono comunque il viaggio piacevole e non pesante. Scalo in Qatar a Doha giusto il tempo di vedere tante donne con il burka, tanti sceicchi, o presunti tali, e notare i prezzi elevati del Riyal del Qatar (un pacchetto di cicche 4,5 €!). Si riparte e purtroppo l’aereo è ancora più piccolo e pure senza monitor personale, ma almeno le hostess sono ancora carine e quindi a livello personale già questo può compensare. L’arrivo mostra un aeroporto piccolo circondato da tanta acqua e tanto verde (sarà una costante di quest’isola in tutto il viaggio) e sembra di atterrare in un paesino sperduto dell’Africa. Le pratiche burocratiche sono snelle e veloci, lo zaino arriva intatto e cosi dopo aver infilato nel portafoglio un bel gruzzolo di rupie singalesi eccoci fuori dall’aeroporto dove l’impatto con il caldo umido è subito forte  e dove si fa subito conoscenza con un tedesco in solitaria sulla cinquantina con il quale condividiamo il primo dei tanti trasferimenti in tuc-tuc (che bello riprendere dopo l’India questi piccoli ”taxi” che anche qui vanno dappertutto) che ci porta a Negombo dove abbiamo prenotato l’unica notte del nostro viaggio.

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All’arrivo del b&b troviamo un occidentale biondo e occhi azzurri che ci saluta in italiano (tra me e me penso…”cavolo parla bene l’italiano”!) poi va avanti a parlare raccontandoci un po’ del posto e della sua vita e scopriamo che non è che parla bene italiano, ma è italiano 100%; Massimiliano da Napoli (il classico napoletano biondo e occhi azzurri!). Vorremmo fare un giretto per mangiare qualcosa fuori ma io ho ancora un forte mal di testa e Alessandra si sente la febbre e quindi optiamo per un tè accompagnato da una tachipirina a testa e poi a nanna diretti.

Breakfast ok, ma Alessandra non si sente ancora bene e cosi ritorna a riposare mentre io sfrutto la mattinata per esplorare un attimo la zona con un breve giretto a Negombo beach e soprattutto per capire come muoverci ed i vari trasferimenti per i prossimi giorni chiacchierando piacevolmente con Massimiliano e Sachal (il proprietaro malese) che sono molto disponibili e dato che la Alessandra non si sente molto bene optiamo per il transfer in macchina con autista verso la nostra prima tappa a nord: Anuradhapura.

IMG_2083.JPGArriviamo verso sera, piove e non poco e troviamo subito l’economica guesthouse consigliata dalla Lonely. Il giovane è molto disponibile anche se parla poco inglese e maluccio, ma comunque gli spiego che Alessandra non sta molto bene e cosi ci porta la cena (noodles vegetables) direttamente in camera! Nel riportare il vassoio chi ti trovo nella sala della guesthouse? Il tedesco conosciuto in aeroporto che scoprirò poi si fa chiamare Uli, (diminutivo di Hans Ulrich).

Sveglia di mattino presto e purtroppo Alessandra è KO con febbre alta cosi chiedo al giovane gestore se c’è vicino una farmacia/medico e mi dice di uscire e andare di là per 5 minuti. Ovviamente non mi fido molto delle tempistiche asiatiche, date le similitudini e l’esperienza trascorsa in India, e così chiedo altre indicazioni a qualsiasi passante e dopo circa 20min a piedi trovo questa specie di ospedale dove un’elegante receptionist in sari dopo una prima diffidenza iniziale mi porta dal medico dove provo a spiegarmi ed infatti mi rifila una specie di ricetta con 6 medicinali diversi che secondo la sua teoria sono tutti da prendere assieme uno dopo l’altro. Mah… non troppo convinto ritorno da Alessandra e con tuk tuk torniamo in questo “ospedale” dove il medico visitandola nota subito le placche in gola e cosi prescrive antibiotico+colluttorio forte oltre ad altri 4 medicinali visto che a loro piace ingerire tanti medicinali assieme nello stesso tempo. Mentre lei riposa in stanza io noleggio la bicicletta e comincio a pedalare per raggiungere e visitare la vecchia capitale patrimonio dell’Unesco.

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Nel chiedere informazioni un ragazzo giovane anche lui in bicicletta mi indica la strada accompagnandomi per le vie della città e vedendo molte zone allagate mi spiega che ha piovuto tanto fino alla settimana precedente e molte zone sono inondate. Dopo aver pedalato assieme per 10 minuti lo saluto ed inizio la visita ai templi partendo dallo Sri Maha Bodhi, cioè l’albero custodito dall’uomo più vecchio del mondo che si erge vicino ad un tempio buddhista visitabile ovviamente lasciando le scarpe al di fuori giusto per inzupparmi per bene le calze dato il terriccio-misto fango della superficie. Oltre a questo pedalando visito poi degli stupa enormi (qui chiamati dagoba) che contengono le reliquie di vecchi imperatori il tutto in un ambiente molto “jungle” tra scimmie, tuk-tuk, monaci buddhisti, chiacchierate con persone locali, pochi turisti e strade interrotte dai fiumi che strabordano in strada e che mi costringono a guadare facendo delle vere e proprie traversate. Il sole inizia piano piano ad uscire e il caldo in bicicletta si fa sentire (la sera infatti scoprirò di essermi preso una bella insolazione in faccia) e cosi decido di rientrare verso la guest house incrociando cosi anche il buon Uli anche lui ciclista in solitaria in visita ai templi della città vecchia.

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La mattina seguente la sveglia è ancora puntata molto presto. Alessandra sta un pochino meglio ma riposa ancora qualche ora e cosi dopo un accordo la sera prima con un business-man nonché driver di tuk tuk io e Uli ci dirigiamo verso Minhintale, altro sito archeologico da visitare e soprattutto da scalare date le rampe di gradini da superare per arrivare in cima! L’ultima rampa è da affrontare scalzi in quanto sono presenti due dagoba e un tempio dedicato al Buddha e per arrivare in cima si superano dei gradini molto ripidi scavati nella roccia! La vista però è notevole e ripaga lo sforzo (ci siamo dimenticati l’acqua!!!) con un 360° di tutta la vallata e questi dagoba che emergono silenziosi e possenti dalla foresta. Non mancano poi le scimmie in posa per alcune foto panorama, degli scoiattoli “ciccioni” ed una piccola offerta fatta ad un monaco buddista custode di un piccolo tempio sulla cima.

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Tornati alla base ci aspetta la macchina+driver che condividiamo sempre con il tedesco Uli per il tratto Anuradhapura – Habarana scelta come base logistica per i prossimi due gg. Dopo un lento trasferimento per le strade disastrate ed i “soliti” fiumi che strabordano il ciglio troviamo dopo un’ardua scelta una piccola guesthouse consigliata dalla Lonely senza acqua calda ma posizionata molto bene con un bel giardinetto e vicino all’Elephant Village che organizza safari ed escursioni con gli elefanti.

Troviamo subito dei proprietari premurosi e gentili (soprattutto la “padrona” con cui io mi diverto a trattare economicamente sui vari servizi che può offrire e con la quale Alessandra ha un rapporto stile mamma-figlia dato che gli diciamo che non è stata bene ed aveva ancora un po’ di febbre…) e cosi dopo un pranzo ci organizziamo per un jeep safari in uno dei parchi nazionali poco distanti (l’unico aperto della zona, perché gli altri due più famosi sono chiusi per la solita troppa acqua!)Pronti via e siamo già impantanati e come noi altre 10 jeep sono bloccate a lottare con il fango creando un insolito traffic jam nei percorsi obbligati! Il parco non è proprio bellissimo paesaggisticamente e anche di animali non ne vediamo molti, ma nonostante questo il tutto è abbastanza avventuroso e diventa anche divertente con i continui smottamenti della jeep! Quando si rientra nella strada principale prima dell’uscita ecco finalmente un branco di wild elephants che si nutrono a poche decine di metri da noi! Saranno una decina e la loro vista ripaga il “faticoso” e affannato safari!

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IMG_2171.JPGIl giorno dopo è in programma la visita all’altra città antica di Polonnaruwa e poi una passeggiata a bordo di elefante! La mattina Alessandra preferisce riposare e riprendersi ancora bene e quindi sta nel letto “sorvegliata” a distanza dalla premurosa owner della guest house. Io nel frattempo decido di provare gli autobus pubblici dello Sri Lanka…che esperienza! Le fermate sono inesistenti, porte ovviamente aperte, guida folle con strombazzamento perenne e ovviamente tanta tanta gente che spesso scende al volo senza far fermare completamente l’autobus…ah dimenicavo i bus sono dei piccoli tempietti con immagini o statuette colorate dei vari dei religiosi e musica alta sparata al massimo volume. I locali però sono gentilissimi ti aiutano e ti chiedono dove stai andando per indicarti dove scendere e menomale perché non si capirebbe nulla altrimenti! Dopo circa un’oretta scendo e mi reco a piedi alla biglietteria…un singalese mi ferma vedendo la mia guida e dice…apri a pag.224 io sono Mr Bandulla…controllo la pagina e trovo il suo nome indicato nelle recensioni di una guesthouse…cosi facciamo due parole anche se a me non serve il pernottamento ma concordo con lui il noleggio della bicicletta e gratuitamente mi da uno strappo in tuk tuk! La visita in bicicletta della città è bella soprattutto i Buddha scavati nella roccia (tipo un Abu-Simbel in miniatura) e molto simile ad Anuradhapura anche se personalmente mi ha affascinato di più la precedente città. Prima di rientrare ho il tempo di incontrare ancora casualmente sia Uli, sia il business-man del tuk tuk preso il giorno prima…poi sfrutto la bicicletta alla ricerca di una farmacia per comprare del colluttorio per Alessandra…risultato 5km fuori programma sotto il sole di mezzogiorno!IMG_2174.JPG

Ora posso mettermi vicino alla strada ad una fermata inesistente con accanto solo qualche mucca e sperare che passi un bus che per fortuna non tarda ad arrivare!

Nel pomeriggio abbiamo il ride elephant e cosi io e Alessandra montiamo sul dorso di Rajah, 25 anni e 4 tonnellate di elefante. Caracollando pian piano aggiriamo un bel lago in una zona poca turistica e molto bella paesaggisticamente e ci alterniamo in cima al collo dell’elefante dove possiamo nutrirlo grazie alla sua proboscite che si prende quella cinquantina di mango che uno ad uno gli diamo! Davvero una bella esperienza, non troppo turistica e quindi ben gestita anche dal mahout che da terra ci accompagna con tante belle foto fatte. Si conclude cosi questa prima parte con una bella cena ed un caloroso saluto dei premurosi owner non prima dell’ultima trattativa con la quale strappiamo a buon prezzo il prossimo transfer direttamente con la jeep per spostarci verso la zona centrale dello Sri Lanka. 

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SRI LANKA…coming soon…

25 Dicembre 2012 si parte.

Insolita partenza natalizia per un viaggio, ma assai strategica nonostante sia parecchio incasinata e travagliata dato il periodo pieno e ricco di eventi, notizie, festeggiamenti, regali e preparativi vari. Eh già partiamo dal motivo principale e “scusa” (se proprio dobbiamo usarne una per poter pianificare e fare un viaggio) e cioè la laurea di Alessandra e il conseguente premio tramutato in “viaggio di laurea” del quale mi sono proposto felicemente come accompagnatore e compagno di viaggio.

Oltre alla laurea in questi giorni era anche il suo compleanno, poi un giorno prima toccava invece al compleanno di mio fratello e il suo annuncio di matrimonio con la sua ragazza inglese Olivia davanti alle due famiglie riunite apposta per l’occasione delle festività natalizie. Già quest’anno il Natale è stato condiviso serenamente con tutta la famiglia inglese di Olivia e quindi è stato un super english Christmas e un bellissimo scambio culturale. Poi oltre a tutto questo c’è stato il mio rinnovo contrattuale in ambito lavorativo ed anche la nascita imminente del figlio del mio caro amico Luca e della sua moglie Wiss oltre ai vari ritorni di vari amici “australiani” ed una bella sciata collettiva il giorno della Vigilia.

La destinazione è stata abbastanza inaspettata e poco considerata all’inizio. Comunque si voleva andare ad oriente, zona sud-est asiatico, e quindi considerando il periodo, la durata del viaggio e il modo di viaggiare da backpacker (zaino in spalla) costruendoci un itinerario “fai da te” si era guardato per Vietnam, Birmania ecc… ma poi ecco lo SRI LANKA che si è rivelata un’ottima scelta e quindi vada così! Acquistata l’immancabile lonely planet e poi via…si va in Sri Lanka!   

Insomma tante cose tutte ravvicinate in questo periodo che culminano con un viaggio, con una partenza, un cambiamento, una crescita, con un’altra avventura, un’altra storia da vivere e da raccontare. 

SRI LANKA…coming soon…

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