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LADAKH, alla scoperta del piccolo Tibet!

Sette anni in TIBET?? No dai un po’ troppi….però 15gg nel Tibet indiano perchè no!!??

É suggestivo riguardare in questi giorni la famosa pellicola del 1997 con Brad Pitt protagonista, soprattutto se si ha in mano un biglietto aereo con destinazione finale LEH, cuore del Ladakh. Non può che partire cosi questa nuova avventura verso questa remota regione indiana. Molte persone quando dico che vado in Ladakh fanno una faccia storta e tentennano cercando di geolocalizzare questa parola che in effetti non è una destinazione nota al turismo commerciale. Siamo dunque nell’estremo Nord dell’India nello stato JAMMU e KASHMIR tra Pakistan e Tibet (Cina). Questa regione è nascosta lungo la valle del fiume Indo, racchiusa tra le catene montuose del Karakorum e dell’Himalaya ed è proprio qui il fascino  di questa zona, soprattutto per gli amanti della montagna e della natura incontaminata.

Un posto dove apparentemente non c’è niente di particolare da vedere o da fare, ed anche per questo mi affascina un viaggio di questo tipo dato anche il legame che ho instaurato verso il continente indiano dopo un periodo di vita trascorso nell ‘Incredible India’! Questa zona allora non era rientrata nelle mete da esplorare ed è ora giunto il momento di tornare, e tornare in ottima compagnia. Sarà completamente un’altra India visto che questo “piccolo TIBET” è da sempre abitato da pastori nomadi che facevano dell’agricoltura la unica ragione di vita e di sopravvivenza percorrendo le alte vie montagnose dell’Himalaya. Qui prevale la religione buddhista di scuola tibetana e sarà dunque interessante cercare di entrare in contatto con la spiritualità e scoprendo la vita delle persone locali sparse qua e là in questo territorio di difficile accesso. Principalmete sarà un viaggio con base operativa LEH e da li ci sarà modo di affrontare varie escursioni a monasteri, laghi, remoti villaggi locali e ovviamente montagne. Poi per non far mancare davvero nulla a questa avventura, un bel trekking di cinque/sei giorni sarà una bella sfida da affrontare soprattutto per l’altitudine visto che si oltrepasserà quota 5000m!

Ultimamente sto riscoprendo il piacere della montagna e della bellezza della natura; la fatica e poi la soddisfazione che ripagano tutti gli sforzi che corpo e testa affrontano per conquistare una cima, raggiungere una vallata nascosta con uno spettacolare lago da colori ammalianti, osservare da vicino una cascata e la potenza dell’acqua che ne scaturisce, incontrare qualche animale lungo il tragitto oppure semplicemente contemplare un bel panorama mai visto o visto da un punto di vista diverso ed in generale godere del sentiero percorso. Insomma un viaggio in Ladakh  vuole essere anche una ricerca della pura essenza di tutto questo e ormai non ci resta che partire. Lo zaino è ormai preparato, le gambe sono allenate, la testa sgombra dalla normale routine e gli occhi carichi a mille pronti a meravigliarsi ancora ed ancora…

Scalare non serve a conquistare le montagne; le montagne restano immobili,

siamo noi che dopo un’avventura non siamo più gli stessi
(Royal Robbins)

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DA KATHMANDU a POKHARA, un viaggio nel viaggio!

Dopo una bella colazione da campioni direttamente ad un baldacchino di strada a base di chai, un uovo sodo ed una brioche siamo pronti per lo spostamento da Kathmandu a Pokhara, circa 210km percorsi in comode 7h30m….eh già!!! Sembra sia la normale tempistica per quella che è sicuramente la tratta più importante tra le due principali città del Nepal…peccato che il traffico e le condizioni della strada non consentano miglioramenti. Bisogna superare un passo montuoso tra pullman, camion soprattutto e auto; il viaggio è infinito ed il “comodo” scritto in precedenza è assolutamente in senso ironico visto i continui salti dovuti alle buche, lavori in corso ecc che rendono praticamente impossibile sia il dormire sia il leggere! Eccoci a Pokhara, base operativa per la partenza di tanti trekking sull’Himlaya (scopro qui che il significato in sanscrito di Himal è “neve o montagna”  e quindi alaya significa “dimora o casa” o per altri in modo più semplice “casa delle montagne”. Come risveglio muscolare dopo il bus optiamo per la camminata verso il lake-side zaino in spalla…camminata abbastanza lunga con il peso dello zaino addosso ed il caldo che aumenta  nelle ore centrali della giornata…dopo mezzoretta e una dozzina di domande per indicazioni stradali troviamo la guest house selezionata dalla Lonely Planet che si rivela una buona scelta e ottima base per visitare il lungo lago invaso dallo Street Festival; un evento sentitissimo dai locali che invadono strade della città con musica, danze tipiche ed intrattenimenti di vario genere. Passeggiando sul lungo lago di Pokhara penso che in questo posto ci sia tutto quello che un visitatore desidera…un po’ alla Thamel di Katmandhu descritta in precedenza…quindi con agenzie locali che organizzano attività, escursioni ed i famosi trekking sull’Himalaya (attrazione più importante della zona) poi non mancano negozietti di vario genere perfetti per intraprendere negoziazioni e spuntare al ribasso i prezzi di qualche rupia e soprattutto per socializzare per poi ricordarsi esattamente il momento ed il negoziante con il quale alla fine si conclude ogni affare…(classica frase a fine deal è: “if you are happy, I’m happy) e personalmente tutto questo a me piace e diverte molto! Ah ovviamente non mancano ristoranti e posticini molto carini con atmosfera di puro relax e chill-out sia per la cena con spesso gruppi locali di live music oppure per le adorabili continental breakfast a prezzi nepalesi…fantastico! L’unica grandissima differenza sostanziale rispetto al quartiere Thamel della capitale è l’assenza di auto, motorini e quindi di clacson…e credetemi…questo fa la differenza del mondo!

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Il giorno dopo la sveglia è puntata alle 5! Taxi prenotato che ci scarrozza per mezzoretta  su per la “collina” di Sarangkot (1600m circa). Viru, il nostro taxista, è molto curioso e la conversazione tra un sorpasso e l’altro su strade ovviamente in pessime condizioni è molto piacevole. Si scende e ci si incammina su un sentiero con gradoni e non senza qualche difficoltà eccoci dopo 10/15minuti al sunrise point…c’è ancora poca gente e scegliamo nel buio una buon punto di osservazione. Si intravedono solo le punte chiare innevate dell’Annapurna Himalayan Range (un gruppo montuoso composto da vette di 6000,7000 e 8000metri! ). La vista da qui è a 360°; di fronte 180° occupati dalle cime himalayane e dietro di noi il lato della valle lungo la città fino ad arrivare al lago di Pokhara. Il sole sorge su questo lato, ma quando ancora tutta la vallata è al buio, le cime delle grandi montagne si iniziano a schiarire ed ad illuminarsi fino ad arrossire ai primi raggi diretti del sole… poi a ruota tutta la vallata inizia a prendere luce e si nota l’immensità di questa città (non esiste solo il lungolago)…insomma lo spettacolo è davvero fantastico! Prima del rientro un bel chai in altura per godersi ancora questi momenti e soprattutto per far preoccupare Viru (il nostro taxista odierno) che ci viene a cercare su per la collina…peccato che quando noi siamo già scesi non lo incrociamo e lui sia lassù a cercarci…eheh…lo attendiamo per una decina di minuti ed effettivamente non la prende benissimo 😉

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Già attivi e carichi torniamo in città ed iniziamo a camminare sino alla diga del lago e da li proseguiamo per un sentiero non battuto dai turisti che si intrufola tra risaie e piccoli cantieri dove vediamo il popolo nepalese nella loro cruda e dura povera realtà. Finiamo fuori sentiero e per rimediare ci inerpichiamo su per la collina improvvisando un passaggio sicuramente non da consigliare al prossimo, ma un po’ di sana avventura ripaga lo sforzo e poco dopo ritroviamo traccia della strada principale e cosi dopo una buona oretta di salita eccoci sopra all’altra collina che domina il lago dal lato sud sino a raggiungere la bianca e raggiante Pagoda World Peace. Fa molto caldo e qui sulla spianata si ha un altro fantastico panorama che racchiude il lago, la città e l’Himalaya alle spalle che sovrasta Pokhara…che bello…una bella pausa in uno dei ristoranti panoramici è quello che ci vuole per rifiatare e contemplare questa superba vista del paesaggio. La discesa è agevole e ci si diverte improvvisando scorciatoie per tagliare i tornanti del sentiero sino ad arrivare alla periferia del centro dove facciamo tappa prima alle grotte dove osserviamo dall’interno del terreno le cascate di Devi…molto suggestivo il passaggio interno e vedere la caduta dell’acqua da una prospettiva insolita, come ad essere all’interno di una voragine nel suolo!

IMG_5705 IMG_5675IMG_5696IMG_5689 IMG_5721IMG_5720 Esausti dalla lunga giornata iniziata all’alba nel vero senso della parola, decidiamo di fare un ultimo stop verso un villaggio tibetano; sulla strada prima ci imbattiamo nell’uscita da scuola di tantissimi ragazzini che coi loro sorrisi ed il loro dolce Namastè ti danno energia positiva ed inoltre uno in particolare ci accompagna gentilmente sino alla scuola tibetana. Qui vediamo alcuni ragazzi che giocano in terra con dei sassi ( il mitico gioco delle 5 pietre…proprio quello che mio papa mi aveva fatto vedere una volta da ragazzino con delle nocciole anzichè i sassolini!) ed un altro gruppetto che gioca a calcio. Tempo 5 minuti di “ambientamento” ed ecco partita la sfida: Italy VS Tibet, 2 contro 2 ad una porta con portiere fisso. I tibetani forti del fattore campo si portano in vantaggio, ma subito dopo i due quotati e favoriti ragazzi italiani pareggiano…poi black-out italiano che sottovaluta i ragazzi tibetani che invece se la cavano meglio del previsto…ed in un amen siamo 4 a 1 per il Tibet….azz la partita si chiude ai cinque ed è proprio qui che l’arcigna difesa italiana si chiude e punisce in contropiede…4 a 4…la tensione sale, chi fa l’ultimo vince… ed alla fine con un guizzo di orgoglio e per salvare la patria riusciamo a spuntarla 5 a 4!  Mi sembra di rivivere la scena di Aldo,Giovanni e Giacomo nel film 3 Uomini E Una Gamba quando fanno la partita in spiaggia contro i marocchini…ehehe!…una bella foto di gruppo, un selfie (giusto per traviarli sulla futura moda) tanti sorrisi e un bel saluto ai ragazzi tibetani con i quali abbiamo condiviso questa bellissima esperienza! IMG_5730 20141231_154350IMG_5728 20150105_194735

In questa giornata incontro anche Ashiq, ragazzo del CouchSurfing che gestisce un piccolo shop di tappeti e sciarpe/pashmine con il quale si instaura subito un bel rapporto spiegandoci un bel po’ di realtà locali e dandoci buoni e utili consigli per la permanenza in Nepal. Questa giornata lunghissima è destinata a non finire, infatti oggi è il 31/12 e qui essendoci questo Street Festival tutti sono molto attivi e festeggiano alla grande in maniera “occidentale” l’arrivo del nuovo anno. E cosi dopo una bella mangiata di pesce (pesce di lago cucinato alla nepalese…fantastico! ) e qualche birretta finiamo in un club per lo scoccare della mezzanotte. Bellissima atmosfera di festa con musica dal vivo e tanti International tra cui Ricky Lee Venassi, un ragazzo inglese simpatico e chiacchierone in viaggio con Bruna, una bella ragazza brasiliana in compagnia di altre ragazze australiane. Tutto bello fino a che l’inglese vede Bruna con un altro ragazzo al bancone del bar dove ci stavamo dirigendo anche noi…e cosi senza alcun preavviso l’inglese lascia partire un destro dritto sul muso all’altro ragazzo che incassa e restituisce…ok è rissa…ed in pochi secondi le persone a fianco li dividono e animano la serata (anche l’anno prima in Giappone ho vissuto da spettatore in prima fila ad una scena simile sempre con un ragazzone inglese che molto umanamente dava una testata ad un euforico ragazzo giapponese…mmh forse la sera dell’ultimo dell’anno è tradizione per gli inglesi…). Ok è il momento di cambiare locale e chiudere poi la nottata al BLUES (un altro club nella zona del lago a nord…se siete nei paraggi, fateci un salto, non ve ne pentirete!).

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Il giorno seguente purtroppo è il primo giorno climaticamente un po’ storto con tante nuvole che si trasformano in pioggia leggera e cosi la giornata trascorre blanda tra le bancarelle del lungo lago e tra qualche piacevole conversazione con Ashiq, poi con Samir e poi con un maestro buddhista che ci spiega nel dettaglio l’arte dei bellissimi Thangka ( i dipinti usati per cerimonie religiose)…ho già tanti amici qui in Nepal J. Ultima serata a Pokhara tra qualche black-out qua e là, ottimo cibo in uno dei tanti bellissimi e rilassanti ristorantini all’aperto del lungolago prima di rientrare alla nostra guesthouse….ora è tempo di fare un po’ di stretching…domani si parte con il trekking, si va su, verso l’HIMALAYA!!!

Un primo assaggio di Nepal…

Si parte. Alla partenza zaino più leggero del solito, alla faccia di chi pensa che in Nepal ci siano solo montagne e le temperature siano proibitive. Per la cronaca il Nepal si trova alla latitudine della Florida (USA) e quindi gode di un clima comunque tropicale con stagione monsonica e stagione secca che va circa da Novembre ad Aprile, quindi le temperature in Dicembre e Gennaio sono più che accettabili, ovviamente eccezione fatta se ci si eleva in alta quota dove per forza la colonnina termica andrà sotto lo zero. I giorni precedenti alla partenza sono come al solito intensissimi in questo periodo, fine lavoro, festività natalizie, reunion familiari e per quanto mi riguarda una bella gita in montagna proprio alla vigilia del mio volo. Per il secondo anno consecutivo fiducia alla Turkish Airline che ripaga pienamente con un perfetto volo di andata, cibo ottimo, buon assortimento multimediale con tanti film più che dignitosi! (PS: non c’entra nulla con il Nepal ecc, ma consiglio vivamente il film documentario “Senna” sulla storia del pilota brasiliano Ayrton Senna, davvero ben fatto!). Dopo un brevissimo scalo ad Istanbul eccoci all’aeroporto di Kathmandu dove alla coda per ottenere il visto (circa 25$ da pagare all’arrivo) un europeo dall’accento francese “sfolla” in modo sgarbato urlando contro una delle guardie di sicurezza nepalesi per l’eccessiva lentezza e coda in entrata. Risultato: passaporto ritirato e personaggio spedito in coda a tutte le altre persone, insomma non l’idea del secolo per il giovane francese che mi fa pensare che probabilmente lui non è mai stato neanche in India. Noto infatti già alcune somiglianze con il vicino paese perchè una cosa che mi aveva insegnato durante i miei mesi di permanenza era avere una dote in particolare: avere pazienza, ed anche qui mi sa che ne servirà!

All’uscita ecco il ragazzo per il pick-up della nostra guest house prenotata per la prima notte dall’Italia (l’unica di tutto il viaggio) grazie ad un consiglio di Franco raccolto nella fase di preparazione al viaggio. Consiglio azzeccato Franco (esperto viaggiatore abitudinario del Nepal , nonché professore delle superiori di un amico e compagno di basket che in poche parole mi aveva affascinato con i suoi racconti ed impressioni del paese nepalese), persone molto ospitali al nostro arrivo e subito una bella chiacchierata con Kedar condita da un bel ‘chai’ (milk tea)! Fantastico ritrovare la bevanda più diffusa in tutta l’India. Parlando un po’ in inglese ed un po’ in spagnolo organizziamo con loro direttamente il trekking per i giorni successivi quando ci sposteremo a Pokhara, e questo si rivelerà una scelta azzeccata!

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E’ mattina presto ma siamo già belli attivi nonostante il lungo volo, e cosi io e Marco (compagno di avventure “promosso” dopo il viaggio dell’anno precedente in Giappone) iniziamo ad esplorare Kathmandu partendo dal caotico Thamel, quartiere base dei backpackers e zona molta occidentalizzata con essenzialmente tre tipi di strutture: agenzie locali turistiche, ristoranti e negozietti di vario genere ( dal venditore di metalli a quello dei tessuti, passando dal venditore di abbigliamento “tecnico” di montagna…il tecnico rigorosamente tra virgolette in quanto spesso abbastanza fake! ). Avvicinandoci al centro storico verso la Durbar Square scompaiono un po’ di luci artificiali, pubblicità ecc… ma rimangono, anzi, aumentano un gran numero di cose che elenco in ordine sparso: gente, tanta gente, auto, taxi, motorini, motociclette, biciclette, rumore di clacson perenne, polvere, smog, povertà ecc… il tutto racchiuso in viuzze strette spesso con piccoli passaggi nascosti che sfociano in piazzette con templi hindu, piccoli santuari e stupa sommersi dai piccioni, mercati (chowk) dove le signore anziane vendono frutta e verdura e tanto altro ancora…solo passeggiare in queste vie ed immergersi dentro in prima persona può far capire perché Kathmandu venga definita una città caotica e sporca! Si arriva alla Durbar Square dopo esserci persi n volte e per fortuna almeno qui un momento di pausa dato che l’ingresso non è consentito ai mezzi motorizzati e almeno per un po’ il rumore dei clacson rimane come ‘dolce’ sottofondo lontano. La piazza è molto bella, ricca di storia con i suoi templi, il Royal Palace e le sue costruzioni in stili architettonici diversi. Saliamo in un bar con terrazza nel perimetro della piazza dove un curioso cameriere dalle mille domande ci serve con una meritata Everest Beer; poi i primi mo-mo ed un bel lassi riempiono un’ottima pausa con vista della Durbar Square! Inizia a fare caldo e dopo il giro prettamente culturale ci imbattiamo in una sfida on the road: scopriamo il gioco the TIGERS and the GOATS, una versione nepalese della nostra Dama che ci vede capitombolare su tutti i versanti e registriamo l’amara sconfitta ai danni del venditore nepalese ( NEPAL won Vs Italy!). Rientro serale alla nostra guest house dove dopo una interessante chiaccherata con un turista in solitaria cinese assisto ai primi e purtroppo non ultimi black-out elettrici (una piccola torcia diventa di diritto un oggetto indispensabile per un viaggio in Nepal) , tutto normale sembra ci rassicurano i locali, infatti mi dicono che qui è del tutto regolare lo spegnimento di interi quartieri in modo random tutti i giorni. Vediamo un po’ come andrà nei prossimi giorni…next stop POKHARA!

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Himalayan Trip

Di nuovo a Delhi dopo il viaggio di una settimana all’esplorazione dell’India del Nord. Una settimana intensa,fisicamente provante ma ricca di forti emozioni, di nuove sensazioni e esperienze che farò fatica a dimenticare.
Ci sarebbe molto da dire e da raccontare a riguardo di questo himalayan trip trascorso negli stati dell’Himachal Pradesh e dell’Uttaranchal e quindi descriverò in tre spezzoni che rispecchiano le tre principali tappe di questo viaggio:

MANALI
E’ domenica notte e siamo pronti per la partenza. Io,Cuba,Tao,Batta e i due tedeschi(Andi&Andy). Il nostro driver “Raj”e la sua Toyota Innova ci aspettano sotto casa e nel cuore della notte si parte, destinazione Manali(la tappa + a nord del nostro viaggio).Le ore effettive previste in macchina sono circa 15 ed infatti arriviamo al nostro bell’Hotel verso sera giusto in tempo per una buonissima e abbondante cena. Il giorno seguente visità della piccola città e dintorni. La differenza con Delhi è evidente, è una piccolo villaggio a 2000m sulle colline ai piedi dell’Himalaya, le strade sono strette e tortuose e ci sono casette prevalentemente in legno circondate da splendide foreste ricche di verdi altissimi alberi. Il primo giorno scorre via tranquillo visitando i piccoli villaggi nei dintorni di Manali ed infine visita ad una coltivazione di marijuana, alcuni templi molto caratteristici e alcune specialità locali. Anche la sera è molto tranquilla e non c’è la movida di Delhi infatti qui chiude tutto molto presto e gli unici pub che ci sono durante la settimana chiudono verso le 23 giusto il tempo di conoscere alcuni turisti europei(molti israeliani) che popolano Old Manali. Il giorno seguente è l’apice di emozioni in Manali: destinazione Rohtang Pass. Si parte da Manali con la nostra macchina e bisogna affrontare 51 Km di strada per arrivare a quota 4000m circa. E’ il primo tratto di una delle strade percorribili più alte al mondo(Manali-Leh) e aggiungerei tra le più suggestive finora mai viste. Per fare questa cinquantina di kilometri ci impiegamo quattro ore!…ebbene si…la strada è pazzesca: stretta,dissestata è dire poco,scavata nel fianco delle montagne,senza parapetto e a doppio senso di marcia.Si sale sempre di più e al di fuori della macchina kilometro dopo kilometro si creano panorami mozzafiato.Non si sa come ma anche alcuni camion, piccoli bus turistici e mezzi militari percorrono questo tratto creando così inevitabili code data la larghezza della strada e gli avventati sorpassi mozzafiato delle auto più temerarie. Nel salire molti “negozietti” improvvisati vendono accessori adatti all’altitudine e dopo alcuni break arriviamo in cima. Lasciamo la macchina e proseguiamo a piedi per un breve trekking che ci porterà allo snow point(4200 m circa) che è la nostra destinazione finale. Le vette più alte del mondo sono ormai “vicine” e camminare in salita a questa altitudine inizia ad essere più difficoltoso anche se il clima è abbastanza gradevole e non troppo freddo grazie ad una bellissima giornata di sole. Arrivati allo snow point ci godiamo la magnifica vista a 360° gradi della catena montuosa più alta del mondo, qui le vette innevate che ci circondano sono tutte circa sopra i 6000m! E’ davvero fantastico e rimaniamo a contemplare tutto questo per qualche ora andando anche a scivolare sulla neve della montagna più vicina…Sulla strada di ritorno c’è la possibilità anche del parapendio ma, grazie al “traffic jam” di questa strada impiegamo almeno altre 4 ore ed inoltre la giornata diviene più nuvolosa nel pomeriggio, questa possibilità sfuma ma non fa niente…di sensazioni forti ce ne sono già state abbastanza!

SHIMLA
Sveglia mattina presto e partenza per Shimla. E’ una tappa intermedia per spezzare il viaggio Manali-Rishikesh ed infatti sono previsti circa 280 Km da coprire in 9-10 ore, arrivo nel tardo pomeriggio, notte in hotel e poi ripartenza per Rishikesh. Il piano è stabilito ma purtroppo verrà realizzato solo in parte: non abbiamo fatto ancora completamente i conti con le strade e il traffico indiano! Già…il tratto da percorrere è attraverso le colline himalayane e anche qui le strade non sono tanto meglio di quelle delle alte montagne dei giorni precedenti. Oltre al solito traffico incombe il fattaccio: strada chiusa per Shimla per frana della montagna. Tutte le macchine in quella direzione vengono fatte deviare su una strada minore alternativa ancora più piena di buche e molto più lunga.E’ la fine..si rimane fermi per ore e ore e il tempo per visitare Shimla diminuisce sempre di più. Le frequenti soste diventano comunque una bella esperienza dato che non ci perdiamo d’animo e dove possibile si gioca a calcio assieme ai due tedeschi con i quali si è ormai creato un bellissimo rapporto e ci si diverte alla grande insieme. Appena l’auto si ferma, si scende per sgranchire le gambe(la nostra auto da 6 passeggeri non è comodissima, soprattutto per i tre posti posteriori che ci giochiamo ad ogni cambio a “moracinese” o “rock-paper-scissor”).Appena il traffico si sblocca il nostro driver ci invita a salire velocemente sulla macchina per non perdere il treno con un MOVE MOVE,GO GO…e così per tutte le altre fermate. Si va avanti così per molto e si progetta di saltare la tappa a Shimla ma poi alla fine pian piano andiamo avanti e arriviamo esausti dopo questo “road trip” dopo la mezzanotte: per percorrere 280 Km ci abbiamo impiegato circa 16 ore!!! Dopo qualche ora di sonno sveglia e visita della città di Shimla. E’ una bella e pacifica città arroccata sul crinale di una collina a quota 2200 m e dalla quale si ha una bellissima vista sulle altre colline attorno alla città. Nel centro impazzano le scimmie, sono ovunque e poco amichevoli, ma è sempre bello ammirarle e vederle saltare e muoversi nel loro unico stile. Dopo la visita siamo di nuovi pronti per salire sulla macchina per altri circa 300 km verso Rishikesh…

RISHIKESH
Anche qui ritardi dovuti alle brutte strade e al traffico sempre intenso e così arriviamo anche qui verso sera al buio illuminati però da una bellissima luna piena. Non abbiamo nessun hotel per questa destinazione ma bensì un camping posizionato sulle rive del fiume Gange. Siamo lontani dalla città, circa 25 km sopra, e la strada costeggia il fianco sinistro del fiume. Raj ferma la macchina e ci dice che siamo arrivati: non c’è nulla se non buio,foreste e il rumore dell’acqua del fiume. Ci avviciniamo al ciglio e si intravedono tante luci gialle tipo fiammelle sull’altra sponda: sono le nostre tende e il nostro futuro alloggio per i prossimi due giorni. Per arrivarci non ci sono strade, bisogna attraversare il fiume. Scendiamo dalla strada per un sentierino completamente al buio fino ad arrivare sulla costa del fiume dove ci attende una piccola imbarcazione. Saliamo con i nostri zaini e tutto il resto e così ci ritroviamo nel mezzo del fiume Gange, tutto allo scuro senza nessuna luce artificiale ed illuminati soltanto da una splendida luna piena che rende la sabbia del camping completamente bianca che sembra di essere su marte. Siamo molto spiazzati e felicemente stupiti perchè l’atmosfera è incredibile e surreale…il camping non ha elettricità e solo un piccolo rubinetto per il bagno. Dopo una breve cena rigorosamente allo scuro ci danno una piccola lanterna a gas e ci sistemiamo nelle nostre tende a pochi metri dal fiume. La mattina è il giorno del rafting sul Gange: giubbetto, caschetto e via giù dalle rapide!…il fiume è molto freddo e per prendere confidenza il nostro istruttore ci fa saltare subito giù dal raft e per la prima rapida siamo liberi in balia della corrente. Si susseguono rapide a momenti dove il fiume è calmo e ogni rapida è affrontata diversamente e tutte sono davvero eccitanti. Verso la fine c’è una tappa dove ci fermiamo e saliamo a piedi su delle rocce per poi saltare giù nel fiume da circa 8 metri,fantastico!…finito il rafting tocca alla visita della città. Rishikesh, città spirituale detta la capitale dello yoga, famosa anche per il periodo di meditazione di circa 2 mesi dei Beatles a fine anni ’60 nel quale presero spunto per incidere l’album “White Album”. La città è molto carina e mantiene le attese di città spirituale…per le strette vie su e giù ci sono per strada “santoni” che chiedono elemosina, musiche spirituali sempre presenti e tantissima gente di ogni tipo e di ogni religione. E’ caratterizzata da due ponti pedonali(in realtà moto e motorini rovinano anche qua il passaggio delle persone sul ponte strombazzando senza motivo per ogni cosa) e da molti bellissimi templi sul fiume dove verso il tramonto i pellegrini e i devoti vanno a purificarsi nelle acque sacre del Gange. Ultima chicca in città per concludere il viaggio è il massaggio Ayurvedico(ayurveda=scienza della vita) dove mi rilasso con dei massaggi dopo essere stato ricoperto di olio caldo dalla testa ai piedi. Non male anche se non eccezionale.
Per concludere un altra decina di ore per ritornare nella capitale, ma ormai ci stanno perchè questo bellissimo viaggio si sta concludendo e siamo pronti per ricominciare con la vita universitaria di Delhi.