India

LADAKH, alla scoperta del piccolo Tibet!

Sette anni in TIBET?? No dai un po’ troppi….però 15gg nel Tibet indiano perchè no!!??

É suggestivo riguardare in questi giorni la famosa pellicola del 1997 con Brad Pitt protagonista, soprattutto se si ha in mano un biglietto aereo con destinazione finale LEH, cuore del Ladakh. Non può che partire cosi questa nuova avventura verso questa remota regione indiana. Molte persone quando dico che vado in Ladakh fanno una faccia storta e tentennano cercando di geolocalizzare questa parola che in effetti non è una destinazione nota al turismo commerciale. Siamo dunque nell’estremo Nord dell’India nello stato JAMMU e KASHMIR tra Pakistan e Tibet (Cina). Questa regione è nascosta lungo la valle del fiume Indo, racchiusa tra le catene montuose del Karakorum e dell’Himalaya ed è proprio qui il fascino  di questa zona, soprattutto per gli amanti della montagna e della natura incontaminata.

Un posto dove apparentemente non c’è niente di particolare da vedere o da fare, ed anche per questo mi affascina un viaggio di questo tipo dato anche il legame che ho instaurato verso il continente indiano dopo un periodo di vita trascorso nell ‘Incredible India’! Questa zona allora non era rientrata nelle mete da esplorare ed è ora giunto il momento di tornare, e tornare in ottima compagnia. Sarà completamente un’altra India visto che questo “piccolo TIBET” è da sempre abitato da pastori nomadi che facevano dell’agricoltura la unica ragione di vita e di sopravvivenza percorrendo le alte vie montagnose dell’Himalaya. Qui prevale la religione buddhista di scuola tibetana e sarà dunque interessante cercare di entrare in contatto con la spiritualità e scoprendo la vita delle persone locali sparse qua e là in questo territorio di difficile accesso. Principalmete sarà un viaggio con base operativa LEH e da li ci sarà modo di affrontare varie escursioni a monasteri, laghi, remoti villaggi locali e ovviamente montagne. Poi per non far mancare davvero nulla a questa avventura, un bel trekking di cinque/sei giorni sarà una bella sfida da affrontare soprattutto per l’altitudine visto che si oltrepasserà quota 5000m!

Ultimamente sto riscoprendo il piacere della montagna e della bellezza della natura; la fatica e poi la soddisfazione che ripagano tutti gli sforzi che corpo e testa affrontano per conquistare una cima, raggiungere una vallata nascosta con uno spettacolare lago da colori ammalianti, osservare da vicino una cascata e la potenza dell’acqua che ne scaturisce, incontrare qualche animale lungo il tragitto oppure semplicemente contemplare un bel panorama mai visto o visto da un punto di vista diverso ed in generale godere del sentiero percorso. Insomma un viaggio in Ladakh  vuole essere anche una ricerca della pura essenza di tutto questo e ormai non ci resta che partire. Lo zaino è ormai preparato, le gambe sono allenate, la testa sgombra dalla normale routine e gli occhi carichi a mille pronti a meravigliarsi ancora ed ancora…

Scalare non serve a conquistare le montagne; le montagne restano immobili,

siamo noi che dopo un’avventura non siamo più gli stessi
(Royal Robbins)

20180809_191229

Goodbye India…

 

Siamo giunti alla fine di questa magnifica esperienza in India. E’ finita. Si. Ma forse mi piace di più vederla da un altro punto di vista ed allora forse non è proprio finita…anzi sta continuando…o meglio ancora è appena iniziata. Credo che un’esperienza del genere mi abbia migliorato come persona avendo contribuito a migliorare il mio inglese(davvero migliorato!), aperto nuovi orizzonti e facendomi intravedere nuove porte e opportunità che prima non potevo o non riuscivo a vedere con i miei occhi. Già non è stato un viaggio qualunque, una vacanza o altro…difficile anche da raccontare e da far capire veramente a chi non ha vissuto con me questo periodo…e forse proprio per questo assume un valore extra, un surplus difficile da stimare.

Insomma se vogliamo classificarla o dargli un voto nel complesso credo proprio si meriterebbe un bel 10…e questo concerne più di un aspetto…dalla destinazione scelta, dal posto dove vivevo, ai luoghi visitati, ai viaggi intrapresi, alle persone che hanno condiviso con me questo periodo con tante nuove amicizie da ogni parte del mondo fino ad arrivare alla gente del posto. La cosa più bella è che ho “vissuto” questa parte della mia vita, vissuta nel vero senso della parola…non trascorsa, non passata o altri termini solitamente usati per periodi trascorsi in vacanza o per brevi viaggi…ma realmente “vissuta” quotidianamente con alternarsi di emozioni, di fatica, di divertimento…senza tralasciare problemi e difficoltà che non sono mancate, ma che sono state superate e quindi proprio per questo hanno contribuito credo a migliorarmi come persona…mi sento più arricchito dentro di me con una visione migliore delle cose che ci circondano e che stanno attorno a noi. Per esempio dopo lungo tempo lontano da casa ed aver visto completamente altre realtà si può davvero capire il valore delle cose che noi abbiamo e consumiamo ogni giorno e quindi si capisce davvero quanto realmente siamo fortunati…

Certo l’India non è stato un paese proprio facile, ma già lo sapevo prima di partire, era la mia volontà e il mio coraggio che mi ha permesso di affrontarlo nella maniera giusta ed averlo superato è per me una vittoria che mi riempe di orgoglio e quindi sono davvero contento e felice di questa esperienza. Credo che l’India se si riesce a prenderla nel modo giusto con il giusto spirito ti può dare tanto e può davvero farti meravigliare facendoti scoprire tante nuove cose in tanti aspetti diversi, infatti dal mio punto di vista è un paese magnifico pieno di fascino, ricco di potenzialità…(Incredible India!), ma se non si riesce ad assorbire il forte impatto iniziale e ad apprezzarlo per quello che è si rischia di odiarlo fin da subito magari fuggendo di fronte alle prime difficoltà.

…Un viaggio ed un’esperienza incredibile per quello che ho vissuto e per quello mi ha dato avendo anche la convinzione che tutto questo potrà darmi anche un qualcosa in più per il futuro…


Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. E’ sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa ed indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani.

Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.

Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto. Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l’impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che l’intero mondo ci abbracci. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino…

Tiziano Terzani

India del Sud(2): KERALA

 

Kerala, uno degli stati indiani più ricchi e più verdi situato all’estremo sud sulla costa ovest della penisola indiana. Noi ci muoveremo da Nord a Sud fino a toccare l’estrema punta meridionale dell’India(Cape Comorin).

Il nostro viaggio in Kerala parte da Fort Cochin, un’antica cittadina portuale di stampo portoghese sviluppata su più isole. Da vedere in realtà non c’è molto, nonostante le guide ne parlino molto bene, però la zona del porto è carina con le antiche ed ancora utilizzate reti da pesca cinesi: sono delle enormi piattaforme di legno con vecchi meccanismi di funzionamento e contrappesi in pietra per prendere i pesci vicino alla costa. Al Tramonto acquistano un notevole fascino data la loro strana e grande sagoma. Dopo di questo seguiamo in un piccolo teatro due avvenimenti tradizionali della cultura del Kerala: Kalapparyat e Kathakali. Il primo è un interessante dimostrazione di arti marziali con combattimenti di spade, bastoni e corpo libero. Sono molto bravi e pure violenti e guardandoli mi sembra di rivedere Neo e Morpheus in Matrix. Il secondo è altrettanto interessante e si tratta di una rappresentazione di canto-danza locale con costumi davvero suggestivi che racconta delle leggende storiche di divinità locali.

Da Cochin ci si sposta verso Allepey, base delle famose e blasonate backwaters; si tratta di navigare nelle innumerevoli acque interne tra piccoli e grandi canali con delle imbarcazioni locali fatte di legno di diversa dimensione. Personalmente mi aspettavo qualcosa di meglio, ma cmq è stata una giornata molto piacevole e rilassante immersi in questi corsi d’acqua circondati da palme e verdeggiante vegetazione. Belle anche alcune soste intermedie per vedere la vita dei villaggi locali, compreso anche la visita di una delle tante risaie, la raccolta con successivo assaggio delle noci di cocco e un pranzo in uno dei piccoli ristoranti locali in una delle tante lagune.

Terminate le backwaters, condivise con due amici francesi conosciuti a Delhi, ci si muove verso sud  versoi Varkala con un taxi driver a dir poco fenomenale per la guida veloce e spericolata ricca di sorpassi incredibili, infatti arriviamo a destinazione in anticipo: insomma qst autista sarebbe da presentare a Montezemolo! Varkala è una località di mare e l’impatto iniziale è buonissimo ed infatti si rivelerà uno dei miei posti preferiti di questo trip nel sud dell’India. Questo piccolo paese si sviluppa tra le solite tropicali palme sopra a delle alte scogliere a strapiombo che separano le bellissime spiagge dal resto dei vari negozietti  e ristorantini del paese. Già oltre alle belle spiagge qui il mare è molto meglio che nel Goa, l’acqua è bella trasparente con riflessi verdi nonostante ci sia sempre vento che crea delle onde niente male anche per divertirsi in acqua. Entra infatti di diritto nella mia classifica di mare+spiaggia al numero 1 anche se purtroppo non ho ancora molta concorrenza!

Anche qui troviamo una bella capanna di legno e bambù con al di fuori una comoda amaca per i momenti di puro relax. Il primo giorno scorre via quindi alla grande in questi magnifici posti tra giocate a frisbee( cavolo anche qui gli indiani non sono davvero male e fanno tiri incredibili!!!…Chube ti mostrerò i miglioramenti), qlk cocco o ananas bello fresco che non guasta mai e pure in spiaggia, oltre alle solite belle bambine e ragazzine locali, c’è chi ti porta il tradizionale chai!

Il tramonto in spiaggia è suggestivo anche da qst parti soprattutto perché si aggiungono moltissime persone che praticano yoga e meditazione oppure dei maestri di qlk arte marziale che con il bastone simulano combattimenti tra movenze assolutamente naturali e flessibili…impossibile non rimanerne affascinati. Trascorrono così 2 gg favolosi girovagando sui negozietti della scogliera, tra cui non dimenticherò alcuni sguardi di alcune splendide bambine indiane che vendono tanti piccoli oggetti e pure un simpaticissimo “scapolino” anziano da cui ho acquistato delle belle infradito in cuoio fatte al momento su misura!

Per l’ultima serata a Varkala riusciamo a fare una rimpatriata con tutti gli altri italiani (io,il broche,Fabio,Batta,Tao,Giulia e Silvia)+ i due francesi e così per cena andiamo in un ristorantino sulla scogliera gestito da una amichevolissima coppia italiana di Roma appena trasferitasi in India per la stagione estiva. Cena spettacolo. Mai mangiato così tanto e così buon pesce e senza poi parlare del prezzo…carpaccio di barracuda, fritto misto da paura, tagliatelle con granchio e spaghetti con aragosta…una cosa incredibile da quanto era buono…che roba!

Per l’ultimo giorno in India del Sud l’obiettivo è di arrivare all’estrema punta meridionale dell’isola (Cape Comorin o Kanya kumari) e così by taxi ci muove ancora verso sud visitando prima un bel tempio molto antico…uno dei palazzi di legno più grandi di tutta l’Asia. Fuori dal palazzo accade l’imprevisto…è in corso una specie di rituale religioso del posto per qualche festività e così per strada troviamo qst specie di processione con persone che danzano, elefanti e poi quello che i miei occhi faranno fatica a dimenticare…due persone letteralmente appese a dei ganci di un carretto della processione…una cosa terribile e sconcertante…Dopo questo “assurdo” spettacolo di strada raggiungiamo Kanyakumari…simbolicamente un posto speciale…è l’estremo sud…qui finisce la terra dell’India e di fronte solo oceano…anzi proprio qui si incontrano i tre mari (mare arabico,oceano indiano e golfo del bengala) e si riescono  a vedere leggermente colori e correnti diverse dei tre mari. In realtà questo paese è architettonicamente bruttino a parte due templi su due isolette di fronte alla costa ma si salva appunto per il suo valore simbolico….

E così finisce questo splendido viaggio con il fratellone nell’ India del Sud ed infatti dopo qlk ora di sonno è tempo di riprendere l’aereo e tornare a Delhi…da li a poco poi un altro aereo mi aspetta per rimpatriare in Italia…

India del Sud(1): GOA

 

Sdraiato sulla sabbia oppure su dei cuscinetti o poltroncine nei vari rustici localini appena dietro la spiaggia. Di fronte il mare con il fragore delle onde che si infrangono verso la riva, musica relax di sottofondo, alle mie spalle molte capannine sorrette da legno, paglia e bambù circondate da tante, ma tante palme il tutto con un clima ed un’atmosfera davvero tropicale.

Questa è circa la fotografia per descrivere questi giorni nel Goa. Infatti queste situazioni si sono spesso ritenute in differenti posti e spiagge diverse ed anche in momenti differenti tipo colazione, pranzo e cena dove praticamente tutti i giorni si è mangiato del buonissimo pesce appena pescato e cucinato divinamente. Già il cibo…qua so già che mi mancherà; è tutto squisito dalla colazione alla cena…abbondante e veramente economico per noi occidentali!

Goa, India del Sud, c’è una bella differenza con le città del Nord. Ho lasciato una fredda Delhi ed eccoci che al primo dicembre mi ritrovo schiaffato delle spiagge favolose con un clima caldo e ventilato dove si può girare tranquillamente tutto il giorno+sera a dorso nudo. Più ci penso e più trovo sia davvero bello andare al mare fuori stagione. Il mare non è dei più idilliaci e non è cristallino, ma l’acqua è cmq pulita, (le spiagge a volte un po’ meno…nn sarei in India altrimenti) molto calda e lo sfondo con palme e rocce fanno da contorno per rendere questi posti davvero belli e selvaggi come piace a me. ( Forse ci sono un po’ troppe mucche e cani…ma va bene così).

La prima parte del Goa è dedicata alle spiagge del nord. Ci sono diverse spiagge da visitare, dalle + commerciali alle + selvagge e il miglior modo per spostarsi nelle diverse località è noleggiare uno scooter. E così facciamo…ed infatti si rivelerà davvero comodo, divertente e anche un po’ rischioso dato come si guida qua in India e poi rigorosamente in due senza casco. Si viaggia comunque tra paesaggi bellissimi, tra curve, sali e scendi con palme e mare ai bordi. Ci accadono anche un paio di inconvenienti con la corrotta polizia locale che ci ferma richiedendo particolari patenti o altro oppure per avere in cambio un po’ di soldi, ma riusciamo a cavarcela con qualche discussione e senza sborsare alcuna rupia.

Della giornata tipo ne ho già accennato prima parlando della fotografia iniziale. Da aggiungere c’è da segnalare uno dei momenti + belli della giornata: il sunset! Che spettacolo i tramonti sulla spiaggia e i colori che si creano con i riflessi del mare e della spiaggia bagnata. Tra i migliori del Goa mi rimarrà ben impresso quello della spiaggia di Arambol dove, dopo un tramonto da favola con colori pazzeschi, quando inizia a fare buio tutti i localini spengono le luci artificiali e sulla spiaggia compaiono centinaia e centinaia di candeline sopra i tavolini affacciati a due passi dal mare e così ci si ferma direttamente in spiaggia per la cena (con anche tutti gli altri italiani appena arrivati) gustando un buonissimo mix di pesce fresco appena scelto da noi illuminati appunto solo dalle candeline e dalla luna…insomma un atmosfera davvero fantastica!

Dal nord al sud del Goa con destinazione Palolem, una delle spiagge + famose di qst stato ed infatti non tradirà le aspettative. La sistemazione selezionata da noi per due notti è abbastanza alternativa; un villaggio piccolino su una collinetta appena sopra al mare dove ci sono capanne di bambù eco-friendly, praticamente senza elettricità e con doccia-naturale ( un bel bidone da 80 l da dove si attinge acqua con un succhiellino e ce la si rovescia per doccia e quantaltro…molto carino il tutto.

Palolem è una baia con una splendida mezzaluna di sabbia con tante palme spioventi verso il mare appena dietro la spiaggia. L’atmosfera è simile alle località del nord con localini, negozietti e capanne molto tranquille dove è un piacere rilassarsi bevendo qualcosa. Anche qui in spiaggia è pieno di bambine e ragazzine bellissime che parlano benissimo inglese convincendoti il + delle volte a comprargli qualcosa oppure visitando i loro piccoli shop on the beach( a volte è davvero difficile dire di no…per la loro insistenza ma + che altro per la loro parlantina e anche per la loro bellezza con i loro occhioni neri difficili da ignorare). La mattina dopo faccio anche un’uscita su una barca di legno al largo della spiaggia principale dove si raggiunge prima una piccola isoletta con una minuscola ma davvero bella spiaggetta e poi nel ritorno giro nel mare Arabico per vedere i delfini. Cavolo non pensavo, ma ce ne sono davvero parecchi e si vedono anche da vicino quando emergono in superficie nel loro classico stile…purtroppo sono molto veloci e difficili da fotografare…

Per concludere la permanenza in Goa, l’ultima sera c’è organizzata una grossa festa in spiaggia con 3 dj internazionali; la particolarità di qst evento(“Silent Noise”) è che dopo un certo orario la musica ad alto volume da disco si spegne, ma ognuno ha delle cuffie con tre differenti canali a seconda del relativo dj e tre relativi led colorati per il canale selezionato. Quindi praticamente la festa continua fino all’alba e ognuno sente la musica che vuole e quindi balla di conseguenza. Davvero strano, ma il risultato non è banale infatti se ci si toglie la cuffia si vedono tante lucine diverse che brillano come lucciole nella notte a seconda della musica e tanta gente che balla e si scatena apparentemente senza musica! Bello e interessante…

Finito il festone ci si dirige in stazione e col treno si va dritti in Kerala!

TAJ MAHAL…atto secondo…ma con il brother!

 

29/11 e Il brother è sbarcato in India e così tempo di svuotare lo zaino dopo il Corbett national park è già ora di riprepararlo e ripartire per Agra verso il Taj Mahal per la seconda volta. Già come si fa a venire in India e non fare un salto al Taj Mahal dato che inoltre siamo a Delhi e cioè a “solo” 4 ore di treno di Agra. Beh l’idea di andare ancora al Taj non è che mi faccia poi così schifo dato l’impatto e le sensazioni che avevo avuto alla prima volta e così dritti in stazione e treno per Agra.

Non dilungherò troppo nel racconto visto che è stato descritto nei vecchi post ma qualcosa ancora va detto… Per la visita seguiamo il mio stesso programma dell’altra volta…tramonto da fuori sul river side con la barca e mattina seguente presto presto per vedere l’alba all’interno del complesso. Questa volta il sunset non è così spettacolare e non regala colori memorabili ma è comunque sempre bello ammirare il riflesso del Taj dalle acque del fiume Yamuna. Il giorno seguente invece sveglia presto ed infatti molto infreddoliti siamo davanti ai cancelli alle 6.30 (questa volta in orario per vedere l’alba). Una volta entrati la solita strana luce bianca da cui spunta la sagoma e il marmo bianco del Taj…non ci soffermiamo molto al solito punto d’ingresso classico di mille foto ma seguiamo il consiglio di un indiano che dice di guardare l’alba dal lato destro del mausoleo giusto all’opposto da dove sta crescendo il sole…gran mossa perché il sole cresce proprio alle spalle del Taj e quindi si inizia a scattare le solite infinite fotografie. Non è finita però ed il meglio deve ancora arrivare…infatti i primi raggi del sole fanno salire dal fiume l’umidità e dopo pochi minuti tutto il Taj è ricoperto da una leggera nebbia dalla quale spunta l’imponente sagoma del mausoleo con i quattro minareti rendendo ancora più mistico e surreale tutto quanto. L’altra volta la nebbia non c’era e questo nuovo imprevisto è davvero ben gradito regalandoci così foto e momenti sensazionali! Addirittura lo strato di nebbia persiste solo alla base della struttura e così stupiti si può ammirare il pavimento, la nebbia e il resto della struttura che emerge fantasticamente dalla nebbia illuminato dai primi raggi di sole.

Insomma personalmente non poteva andarmi meglio…l’altra volta tramonto spettacolo e questa volta alba spettacolo…che cosa dire di più…grazie davvero Taj Mahal!!!

Jim Corbett National Park…e la tigre???

 

Finalmente un parco nazionale, era una delle mie mete più ambite prima di partire, soprattutto per andare alla ricerca della tigre, uno dei miei animali preferiti anche se qua nei dintorni non ci sono quelle bianche che personalmente adoro. Il viaggio è organizzato da Anshika e quindi siamo un bel gruppo tra italiani, tedeschi e indiani.

Arriviamo la mattina presto in un bellissimo resort fuori dal parco nazionale e fa freddissimo! Abbiamo un jeep safari mattutino e quindi prendiamo in prestito alcune coperte dalle nostre stanze e via sulla jeep all’aperto. La prima uscita in realtà è in una zona non particolarmente suggestiva a livello di paesaggio ed inoltre vediamo solo qlk cervo, cerbiatto, scimmie e tanti uccelli. La tigre??Niente da fare, solo qualche fresca impronta impressa nel terreno. Rientro poi in resport per un po’ di relax, un abbondante pranzo e qualche memorabile partita a ping-pong contro i tedeschi. Prima della cena viene proiettato all’aperto alle spalle di un bel falò un film-documentario sulla tigre, anche se in questa pellicola l’animale viene inquadrato solamente come killer, mangiatrice di uomini…insomma non il massimo per chi il giorno dopo vuole vederla nel parco…ma che ci vuoi fare…l’indian style è tutto particolare!

Il giorno seguente si si sposta prima a visitare delle belle cascate del parco e poi ci si muove verso Dikhala, una zona di proprietà del governo all’interno della vera giungla. All’interno veniamo assaltati dalle scimmie! Appena ci si sposta dalla jeep, le scimmie salgono a rovistare tutto il possibile in cerca del cibo. Salgono pure sul tetto del nostro mini-bus dove mi aprono una tasca semi-aperta del mio zaino e mi rubano salviette rinfrescanti e qlk barretta al cioccolato! Ah già nel precedente safari c’era stata una vera e propria guerra contro questi animali. Eravamo infatti seduti all’aperto a gustarci un chai quando Andy ha tirato fuori quattro sandwich e dopo pochi attimi un gruppo di scimmie ci ha sorpreso da dietro e in pochi secondi hanno arruffato il + possibile, compreso i sandwich, bustine di ketchup e patatine. E’ incredibile la rapidità e l’astuzia di queste scimmie…Increduli da tt questo ci rimane da finire solo il tè, ma qst volta ci armiamo di sassi e bastoni e così riusciamo a tenerle alla larga!

Tornando al Dikhala, il giorno dopo ci doveva aspettare il safari all’alba a dorso di elefante, ma come al solito sono sopraggiunti alcuni problemi e così per una festività musulmana nessuno poteva condurre gli elefanti e così molto rammaricati e incazzati con la direzione del parco abbiamo dovuto optare per un altro jeep safari. Partire all’alba è molto suggeesstivo e poi fa freddisssimo…(2-3 gradi ci dicono), il sole non scalda ancora e c’è uno strato di nebbiolina che rende il paesaggio attorno davvero mistico e particolare. Nell’aria c’è un atmosfera strana, si viaggia su jeep aperte cercando di scrutare tra gli alberi qualche movimento o qualche traccia…tutti vogliono vedere la tigre…si sa che dietro a quegli alberi o dietro a quei cespugli ci può essere e può saltare fuori all’improvviso…ma purtroppo anche qui niente da fare! LLL

Sulla via del ritorno incrociamo alcuni elefanti selvatici e poi ci fermiamo a scrutare da una torre di avvistamento lo splendido panorama del parco…magra consolazione visto che il motivo principale della visita era vedere la tigre e fare il safari sull’elefante…insomma bene ma non benissimo…poteva andare meglio…

Jodhpur+Jaisalmer

Ed eccoci qua…IIPM praticamente finita e quindi per quasi un mese mi aspetta un bel tour de force senza soste in viaggio per l’India. Si parte ancora dal Rajasthan con un bel viaggetto di 11 ore di treno verso Jodhpur, “la città blu” . Il viaggio non inizia però nei migliori dei modi; treno in partenza dalla stazione di Old Delhi e noi(io&fabio) già di nostro con un attimo di ritardo prendiamo di corsa un autorichsaw e, nonostante gli ho specificato per tre volte la giusta stazione di Old Delhi, quel deficiente di un driver ci porta alla stazione di New Delhi e così alle 20.55, orario della partenza del treno, siamo nella stazione sbagliata. Preso dalla rabbia per l’incompetenza del driver e perchè sto perdendo il treno inizio ad urlare e minacciare il nostro driver come mai avevo fatto con una persona e così con lo stesso driver reo dell’errore commesso tentiamo una corsa folle verso un’altra stazione(delhi cantt alle 21.24) a circa 20km dove il treno passa come seconda fermata. E così il driver che aveva capito l’erroraccio suo guida incredibilmente veloce e spericolato rischiando parecchio ma arriviamo comunque a 21.28 alla stazione…si scende e di corsa e con lo zainone in spalle si inizia a correre verso l’entrata (non paghiamo il driver per l’erroraccio e perchè ancora del tutto incavolati!!) e così anche il risciottaro inizia ad inseguirci urlando in hindi…alla fine gli lanciamo in terra le sue 100 rupie e per fortuna qnd arriviamo ai binari il treno è in ritardo di quei giusti 5 min che ci permettono di prenderlo!!!…bell’inizio…dopo qst pazza corsa per qst viaggio abbiamo nello zaino un portatile siccome dobbiamo finire di preparare l’ultima presentazione dato che è posticipata al nostro rientro come già accennato nel precedente post e così il viaggio trascorre cmq bene con noi molto indaffarati per finire i nostri lavori per l’università. Arriviamo comunque a jodhpur la mattina seguente e sempre zaino in spalla da puri backpackers iniziamo la visita della città dal possente forte Merengarh che sovrasta la città. E’ davvero enorme e imponente con delle mura altissime e per visitarlo (le stanze interne sono ancora mantenute spledidamente) ci affidiamo ad un’ottima audioguida molto esaudiente che rende la visita piacevole e molto interessante. Si scende poi verso il centro città con l’animato market dove subito proviamo il rinomato “lassi” (una rinfrescante bevanda densa a base di joghurt) che è davvero buona (soprattutto quella con lo zafferano) e sostanziosa ed infatti a tutti e due basta quello per pranzare! Nel mercato mi soffermo credo per + di un’ora con un mercante di spezie che mi spiega un po’ di differenze tra le varie qualità di thè e altro…gli correggo pure l’etichetta che spiega come usare determinate spezie in lingua italiana e così molto contento mi tiene li ancora un po’ a chiaccherare e a sorseggiare un buon tè al cardamomo. Dopo il mercato ci fermiamo poi per cena e poi direttamente di nuovo in stazione(seconda notte consecutiva nei vagoni) per completare il viaggio con altre 6-7 ore verso Jaisalmer!
Arrivati nella città d’oro, salutiamo un bel gruppo di ragazze e ragazzi spagnolie francesi appena conosciuti sul treno (ormai si riesce a comunicare bene con l’inglese che è nettamente migliorato rispeto l’inizio e quindi è davvero una bella soddisfazione riuscire a conversare e a condividere esperienze internazionali da tutte le parti del mondo parlando un’unica lingua comune!), veniamo presi d’assalto dai procacciatori d’affari che sono davvero pesanti da sopportare per la loro insistenza. Tra l’altro sono le 5 di mattina circa e noi dobbiamo trovare un hotel che organizzi anche le escursioni in cammello nel deserto…e così fortunatamente al primo tentativo troviamo delle persone cordiali che riescono a soddisfare le nostre esigenze programmandoci su misura qst 2 gg a jaisalmer. Così la mattina visitiamo il magnifico forte che sembra un castello di sabbia per il suo colore e per come è costruito dove all’interno è un piacere gironzolare senza meta tra qst viuzze colorate tra palazzi, templi e circa 100 bastioni e torrette alle estremità. I colori di qst forte e di qst città sono bellissimi con il sole che illumina queste mura rendendole di un giallo sabbia brillante che fa da contrasto con un cielo azzurro senza nuvole. Nel pomeriggio rientriamo verso l’hotel dove è pronta per noi una jeep che ci porterà nel deserto per poi prendere i cammelli,fare nottata e rientro la mattina seguente. L’inizio mi piace moltissimo…la jeep percorre una strada dritta e lunga(stile strade americane nei film) con ai lati solo deserto e qualche villaggio sparpagliato e poi dal nulla ci sono 2 cammelli e una persona che ci stanno aspettando. E così montiamo sulla gobba con zaino, coperte e pietanze e parte la cammellata con Mr.Rocket superfast (il nome del mio cammello) e Mr.Johhnny Walker(il cammello di Fabio). Sotto un sole cocente si procede al passo per + di un’ora attraversando bellissimi paesaggi infiniti e poi si raggiunge la zona delle dune dove ci fermeremo per sostare per la cena,notte e colazione. E’ quasi tramonto e scesi dai cammelli iniziamo a perlustrare la zona intorno a noi piena di morbide dune di sabbia levigate dal vento e nient’altro ed è proprio questo il bello…non c’è nulla…solo deserto ed è fantastico…il tramonto poi rende ancora + speciale qst posto dove dopo alcune bellissime foto portiamo anche a fare un giro “al guinzaglio” il nostro cammello e nel frattempo il cammelliere e il suo aiutante prepara prima un bel chai e poi la cena che sarà molto estrema e rustica dato che preparata su un fuoco con i pochi arbusti presenti nelle vicinanze e senza alcun arnese da cucina. Così dopo ci sediamo accanto tutti(4 persone,2 cammelli e 2 cani di un villaggio vicino) intorno al fuoco e mangiamo al buio(ovviamente il tutto solo con le mani). Per la notte abbiamo due brandine all’aperto protette solo da un piccola barriera di paglia e legno con tipo 4 o 5 coperte a testa…la sera la temperatura scende di parecchio!…così prima di andare a letto si rimane a contemplare il cielo nel deserto meravigliati da quante stelle ci siano…mai vista una roba così…è eccezionale! La notte cmq si dorme bene nonostante il freddo e qlk topo che si è intravisto nel deposito delle brandine e così dopo l’alba e una buona e abbondante colazione si riparte sul cammello ancora per un’ora verso la jeep che ci deve riportare in città. Lungo la strada ci si ferma in alcuni posti d’interesse quali un vecchio tempio, un’oasi e un villaggio locale per vedere le loro abitazioni…e poi si ritorna in città per un altro giro in centro a visitare alcune haveli(le vecchie case dei ricchi mercanti) e per vedere ancora una volta il forte. Dopodichè è ora di lasciare qst piccola città che per tutto quello che ho vissuto rimane tra le mie favorite e quindi via di nuovo verso la stazione per un’altra nottata in treno, già tra jaisalmer e delhi ci sono circa 20 ore di viaggio…ma credetemi che ne vale davvero la pena!

Finish IIPM…(quasi)

 

Già…”quasi” finito la vita universitaria in IIPM. Il quasi è d’obbligo perchè qua in India ormai vale la regola che “nulla è certo prima che accada!!!” Infatti oggi avrei dovuto avere l’ultima presentazione dell’ultimo esame ma invece, nonostante ci eravamo messi d’accordo con il prof e il responsabile, oggi la lezione è saltata a nostra insaputa e quindi presentazione rinviata a mercoledi. Insomma tutto il sistema e l’organizzazione indiana qua tra scuola e altro è terribile… continui cambiamenti di orari delle lezioni senza preavviso e orari comunque sempre poco rispettati, programmi alterati, attese e perdite di tempo…insomma praticamente è impossibile organizzarsi e pianificare qualcosa e a volte le situazioni che si creano sono difficili da digerire…il che rispecchia una delle tante facce dell’India…un gran bel casino ovunque e in ogni cosa!!!

Comunque il periodo intenso per la fine dell’università(davvero intenso…visto che spesso e volentieri si facevano tarde nottate per preparare presentazioni e progetti) è “quasi” concluso come spiegavo prima…e alcuni esami sono andati bene con buonissimi voti. In teoria il voto lo dovremmo sapere più avanti, ma grazie ad alcuni raggiri e raccomandazioni,stile mafia,  qualcosa si sa già e sono alcuni sono stati ottimi risultati. Oltre a tutta questa questione scolastica in questo già duro periodo si è aggiunto anche la questione del contratto della casa da concludere e altre problematiche adesso risolte anche se con qualche disussione e meeting in tarda notte. Ora però ci si sta organizzando duramente per l’ultimo periodo qui per pianificare le utime destinazioni e gli ultimi viaggi…e…non ci capisco più niente tra orari dei treni,aerei,bus, hotel da prenotare, guide da consultare e quantaltro! Sono riuscito però a coniugare tutto quello che volevo ancora vedere con un bel tour-de-force che parte da stasera: dal 20 al 24 Jodhpur+Jaisamer per assaporare l’estremo Rajasthan occidentale e il deserto del Thar, 25-28 Corbett National Park con safari alla ricerca delle tigri, 29-30 di nuovo Agra con Taj Mahal in compagnia del brother che sbarcherà direttamente da Londra e dove con lui poi ci si sposterà sulla west coast dell’India del Sud  tra spiagge e mare;1-6 Goa e 7-12 Kerala!!! una gran bella tirata ma tanta tanta roba!!!

PS: da oggi il mio laptop non funziona più (forse causa virus) e quindi spero di aggiornare il blog da qualche internet point in giro per l’India!

un abbraccio

JAIPUR&PUSHKAR + Camel Fair Festival…

JAIPUR

Altro weekend e altro giro.Questa volta tocca a Jaipur e poi Pushkar per la Camel Fair Festival…si va quindi per la prima volta in Rajastan e si parte dalla capitale:Jaipur. Si parte col treno nuovamente ma questa volta siamo solo io e Fabio…alla stazione si fa subito conoscenza con un coraggioso viaggiatore argentino, Manuel, che sta visitando il nord dell’India in solitaria. Purtroppo lo perdiamo di vista dato che lui ha prenotato la sleeper class e noi siamo in seconda classe AC e data la folla di gente non riusciamo più a ritrovarci! Durante il confortevole viaggio in treno, si studia la mitica Lonely Planet che si rivelerà preziosissima e con consigli super azzeccati. Infatti l’hotel suggerito dalla guida è davvero bello; pulito, decorato e con un magnifico e buonissimo ristorante sul tetto con vista della città. Primo giorno si va subito alla stazione dei bus per prenotare il bus che ci porterà a pushkar la domenica mattina: la stazione dei bus è come al solito incasinata e dopo aver chiesto 4-5 volte al personale riusciamo finalmente a prenotare il bus per Pushkar. Il pomeriggio è dedicato alla visita della città vecchia. L’impatto con la città sembra molto simile a Delhi, con molto caos, traffico e polvere. La città vecchia è comunque molto interessante con le caratteristiche mura colore rosa-salmone(Jaipur=”città rosa) con al loro interno palazzi(il palazzo dei venti è bellissimo!)e tantissimi coloratissimi piccoli negozi tutti della stessa dimensione con i mercanti all’interno che assalgono i turisti per fare qualche affare. Molta gente locale parla anche l’italiano discretamente e quindi ci si ferma spesso a chiaccherare o a comprare qualcosina. Per il tramonto si visita il Monkey Palace che isolato su una collinetta ci regala una bella vista sulla città. La sera si gusta una buona cena di cibo indiano(Thali e Dal) sul tetto. Per il giorno dopo troviamo un giovane driver di autorisciò musulmano di nome Rincu che ci accompagnerà tipo taxi per tutta la giornata. E’ molto comodo e parla anche un buon inglese (cosa non molto diffusa tra i risciottari…) Prima si visita il regale City Palace(la residenza reale), poi la Jantar Mantar(osservatorio astronomico) molto simile a quello di Delhi e tenuto sicuramente meglio, ma meno divertente perchè la polizia è + severa e non ci permette di salire sopra le strane strutture. Dopodichè ci spostiamo prima per una breve sosta al Water Palace e poi verso il primo e più famoso forte che dominano la città: l’Amber Fort. E’ un palazzo-fortezza imponente e all’entrata guarda chi c’è: Manuel, l’argentino! visitiamo così con lui questo forte che è molto bello e dentro sembra un labirinto pieno di stanze e senza nessuna indicazione. Ci perdiamo così tra di noi decine di volte, ma poi ci ritroviamo senza sapere come da qualche altra parte. Dopo tocca al secondo forte, famoso in quanto ospita il cannone su ruote più grande al mondo! Purtroppo non si possono fare fotografie, ma comunque riesco a farne un paio di nascosto ma il poliziotto di guardia insospettito mi prende di mira e mi controlla poi in ogni movimento…oltre al cannone questo forte me lo ricorderò per l’elevato numero di scimmie bianche…sono tantissime e ad un certo punto non si pu proseguire sul sentiero perchè ce ne sono troppe tutte li intorno…una piccolina mi attacca pure saltandomi addosso da dietro attratta dallo zaino…ci giriamo indietro e si cambia strada! Ultimo forte della giornata è il Tiger Fort(…non si sa bene perchè si chiami così…), consigliato dalla Lonely da visitare al tramonto per godere la + bella vista su Jaipur…e così facciamo. Dalle mura delle forte il panorama è sensazionale…Jaipur è immensa, si estende a sinistra, a destra e davanti ai nostri occhi…la vista delle case si interrompe solo da una fitta nuvola causata probabilmente dallo smog e dall’inquinamento della città. Da qui si riesce a vedere anche abbastanza bene l’incendio che ha colpito un’industria di carburante causando decine di morti e che sta bruciando da giorni. Quando il sole cala e il cielo diventa rossastro è uno spettacolo e ci si gode una birra fresca dal ristorante del forte con veduta città in compagnia del nostro risciottaro Rincu e di Theryn, uno studente americano in India anche lui in viaggio in solitaria. La sera cena al nostro ristorante in compagnia dell’argentino e in teoria anche dell’americano (che però brucia la cena internazionale per problemi personali). Dopo cena si saluta tutti e poi a nanna presto…il bus mattutino per Pushkar ci attende…

PUSHKAR

…il bus da Jaipur ferma a Ajmer, una città a 10 Km da Pushkar e cos’ dobbiamo prendere un altro bus per raggiungere la città della Camel Fair! Si opta per i bus locali che sono frequenti e nel mezzo del casino troviamo fortunatamente da sedere sul pullmann…eh si qua tutti urlano e l’autista invita tutti i passanti a salire nonostante il bus sia già veramente pieno. Si fa conoscenza anche con una coppia di tedeschi molto simpatici ed increduli come noi di quello che accade su questo bus! L’hotel in Pushkar non è certo il massimo, le stanze sono ridotte all’essenziale e meno e tendezialmente sono molto sporche.(e l’abbiamo pagato di più di quello a Jaipur!!!). Ordiniamo anche la colazione al bar dell’hotel ma dopo una lunga attesa (solitamente i tempi sono molto lunghi ovunque) ma questa volta esagerano, per dei toast con burro e marmellata e del te aspettiamo più di mezzora…e così ci alziamo dal bar prima che arrivino e cambiamo posto!…Per visitare la città che è molto piccola(14000 persone che diventano più di 200000 durante la Camel Fair) noleggiamo due biciclette. Pessima idea!…dopo un primo tratto scorrevole ci troviamo imbottigliati nel traffico di persone per le strette vie della città (tipo S.Faustino a BS…ma molto peggio dato anche l’odore e il caldo per le strade) e così facciamo marcia indietro e riconsegnamo le bici al negozio. Ci si addentra così a piedi come tutti ed è un gran casino: la gente è ovunque, le strade sono strette, piene di tende mercatini e quello per più si rimane colpiti sono i colori. Soprattutto delle donne con i loro sari di tonalità accese…li indossano dalle bambine alle signore anziane e spesso vanno in giro in gruppo cosicchè ti ritrovi spesso in mezzo al rosso,arancio,giallo,verde e azzurro dei loro vestiti…considerando poi il deserto appena fuori della città e la polvere che è presente in giro il contrasto che si crea è molto bello. Dopo la ressa, gli ingorghi di gente e gli spintoni per le strade si arriva all’inizio della camel fair che si estende appena fuori la città nel semi-deserto(sabbia e alcuni arbusti). Cammelli, cavalli e persone dappertutto, mercatini che vendono roba per il bestiame e attrezzi del mestiere, giostre, e tanta gente che ti ferma e cerca di venderti o incassare qualche rupia. Ci sono anche vari spettacoli folcloristici in una specie di stadio ovale dove persone e animali si esibiscono. Insomma anche qua un gran bel casino. Il caldo e la folla sono strazianti e così dopo una sosta rigenerante in un bar li vicino…quando il sole inizia a calare ci si dirige nuovamente verso il deserto. Voglio ottenere la classica foto stereotipata del cammello al tramonto nel deserto. E così quando il cielo si arrossisce mi ritrovo nel deserto con dietro di me tanti fotografi professionali con enormi macchine fotografiche. Mi affianco a loro con la mia piccola fotocamera digitale e riesco a ottenere così le foto che volevo!!(vedi relativo album). La giornata è pesante e per cena ci spostiamo in un vicino ristorante “Little Italy” dove mangiamo una buona pizza con forno a legna. La mattina seguente la dedichiamo ad un giro turistico per la città. Pushkar è una città santa caratterizzata da un lago sacro(che in realtà è prosciugato quasi del tutto a causa della siccità) e da innumerevoli templi bianchi e ghat(le scalinate che percorrono i fedeli per arrivare nel “lago”). E’ quindi pieno di santoni, guru e pellegrini che arrivano qui in questo periodo sacro per le loro preghiere. Percorriamo così una camminata spirituale sulle sponde del “lago” e vediamo così i devoti nelle loro preghiere, gli odori di incenso e altro e anche qua tante mucche(alcune hanno 5 zampe…con una specie di zampa che esce dalla schiena dell’animale…fa davvero impressione!). Ora è tempo di lasciare Pushkar…prendiamo un taxi in compagnia di una giovane coppia di americani simpaticissimi che devono raggiungere anche loro la stazione dei treni di Ajmer. Viaggio ancora confortevole in treno in seconda classe…anche se non riesco molto a dormire per colpa di 4 vivaci bambini indiani tra cui, il più grande di 10 anni, parla molto bene l’inglese e così anche se non ho dormito molto…è stato molto piacevole chiaccherare a lungo con un bambino indiano.

 

IIPM Life

Tornando all’argomento università…(tralasciato sul blog a scapito di viaggi e altre esperienze)…beh…comunque la vita universitaria prosegue e sta andando bene…si avvicina la data della fine delle lezioni e quindi di conseguenza si avvicina quella dell’inizio degli esami. Gli esami in realtà sono un attimino diversi da quelli in Italia ed in realtà non sono veri e prorpri esami in quanto noi stranieri siamo un attimo tutelati ed abbiamo una valutazione finale diversa rispetto a tutti gli altri studenti indiani. Praticamente per la maggior parte dei corsi che stiamo seguendo dobbiamo preparare delle presentazioni in power point sui relativi argomenti da esporre poi a lezione davanti a tutta la classe. Oltre a questo solitamente, poi può variare a seconda dei corsi e dei profe, c’è da preparare una sorta di relazione o report in word da consegnare al relativo profe. Siamo ormai nella fase calda e quindi si inizia a fare sul serio. Oltre allo studio l’università è molto attiva anche sul fronte di attività extrascolastiche tipo competizioni canore,danze,mr&ms IIPM e torneini vari…già torneini vari…qui si apre una bella parentesi sul torneo di calcio 6c6(si si…calcio e non solo cricket finalmente!)organizzato dalla scuola. Abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione della totale disorganizzazione del sistema indiano: squadre non iscritte che dovevano giocare, ritardi su ritardi, regole che cambiano ogni volta, orari che non vengono rispettati, gironi e tabellone messo giù a caso senza un sensato criterio…insomma dei ragazzini di 15 anni in Italia avrebbero fatto meglio!! Comunque dopo mille incomprensioni si gioca…noi abbiamo uno special team…EUROPEAN TEAM…siamo noi 4 italiani+i due tedeschi…beh uno squadrone…risultato finale: 7 partite,7 vittorie,24 gol fatti e 0 subiti. Un successone con tanto di premiazione, coppa e medaglia simil oro…molto carino…dato che noi giocavamo con la divisa della nazionale Indiana e molti studenti ci facevano continuamente i complimenti per le nostre giocate. Alla fine comunque qualche studente indiano era bravo e la semifinale e finale sono state molto sentite e sono state partite vere, intense e anche con molte tensioni come si gioca da noi in Italia.
Ora per questo weekend tra poco ci si sposta a Jaipur&Pushkar dove in questo periodo c’è la famosa Camel Fair Festival che richiama gente da tutto il mondo e che quindi non si poteva mancare dato che è “abbastanza” vicino a Delhi….alla prossima bye bye…